Sarà il disegno fatto con le matite colorate che compare sull’etichetta. Sarà che a ogni sorso le note di limone, basilico e rosmarino catapultano il pensiero in un piccolo, profumatissimo, giardino del Garda. Sta di fatto che il GinMario sa di famiglia, di casa. «È proprio questo il concetto che voglio trasmettere: il mio è un prodotto artigianale, diciamo pure domestico. Poche bottiglie, frutto di un super lavoro di ricerca». A riferirlo è proprio quel Mario (Bandera) che dà il nome al gin.
Ventinove anni, sposato con Delia e papà di Alan, otto anni, Mario ha studiato al Mantegna e fa il sommelier a La Dispensa di San Felice, il paese in cui abita. Da sempre appassionato di beverage, durante il lockdown ha creato un gin con le essenze del suo giardino: «Basilico, menta, salvia, rosmarino, limone ed elicriso – racconta -. Tutte botaniche fresche coltivate da me e Delia». Trovare l’equilibrio perfetto non è stato facile: «Ci sono volute 94 prove». Prove ben sintetizzate nel disegno di Alan che avvolge ogni bottiglia: «Mio figlio, che allora aveva sette anni, ha creato una proporzione: l’insalata sta alla tartaruga come il gin sta al papà. In quelle settimane continuavo ad assaggiare gin come le nostre tartarughe fanno con la lattuga».
EMBED [L’etichetta con le matite colorate del GinMario]
La 94esima prova è stata promossa: «Ha note erbacee e fresche importanti e, allo stesso tempo, è agrumata», spiega il sommelier gardesano con la passione per il triathlon. La «ricetta» è stata consegnata alle Distillerie Peroni di Gussago che, lo scorso anno, «con grande disponibilità e cortesia», sottolinea Bandera, hanno prodotto 500 bottiglie di GinMario. Il successo è stato immediato: «Ho ricevuto richieste pari a cinque volte la quantità prodotta. Amici, vicini, conoscenti, clienti de La Dispensa… in tantissimi si sono innamorati del mio gin».
Mario e Delia non si sono quindi mai fermati e ora, nel piccolo giardino di casa pieno di piante, stanno seguendo le coltivazioni che, in aprile, daranno vita a una nuova produzione disponibile, poi, in enoteche, al ristorante e in un e-commerce. Ma come si consuma il GinMario? «A me piace liscio: è in questo modo che sprigiona bene la sua parte balsamica – racconta il sommelier -. Può essere utilizzato, ovviamente, per fare il Gin tonic con una tonica neutra, non troppo aromatica, oppure per il Martini cocktail. Un locale sardo lo propone anche con il basilico nel Basil Smash. Non lo userei, invece, per fare il Negroni o altri cocktail: non ha una parte aranciata, amara».
Nel Bresciano, negli ultimi anni, si è creato un movimento importante attorno al gin e Mario è orgoglioso di farne parte con un prodotto «neonato, piccolo, che sa di casa». La scelta di attribuire al distillato il suo nome è motivata dal desiderio di trasmettere semplicità. Così come il disegno-etichetta che porta la firma di Alan. E rende il GinMario il frutto di un lavoro di squadra, di famiglia.
EMBED [Box newsletter BRESCIANI]
Vai articolo originale: https://www.giornaledibrescia.it/garda/ecco-mario-il-gin-sbocciato-in-un-giardino-di-san-felice-1.3675234