Oggi ero a bottega da Filippo Fasser per la prova di suono del nuovo violoncello, in pratica un test della "voce" dello strumento prima della verniciatura.
Un evento comunque importante perchè dopo 400 anni un violoncello realizzato secondo il modello di Gio Paolo Maggini torna alla luce in una bottega di liuteria bresciana.
Una vera e propria nascita, dato che è nudo come un neonato e i suoi suoni non sono ancora resi corposi dalla verniciatura. Un piacere essere il primo a farne uscire la voce.
Tra l’altro, per felice coincidenza oggi da Filippo c’era in visita Alfredo Persichilli, primo violoncellista de La Scala che è stato l’eccezionale "padrino" dello strumento che sotto le sue mani ha già dimostrato di possedere grandi qualità e nel video che ho estratto dalle registrazioni di oggi, lo dice esplicitamente un paio di volte.
Alfredo è stato gentilissimo e gli ho promesso che a fine verniciatura lo lascerò provare ancora, anche perchè, come ho già detto, i violoncelli, come i bambini, imparano e allora cosa c’è di meglio che lasciare che bravi musicisti, molto più bravi di me, di tanto in tanto abbiano occasione di suonarlo: mi troverò uno strumento molto più facile e potente.
Adesso inizia la lunga fase della verniciatura: più di 30 strati di vernice con pigmenti diversi per dare la lucentezza e la molteplicità delle sfumature che caratterizzano gli strumenti di pregio.
Una fase che durerà praticamente un mese e che impiega tutti materiali e coloranti naturali: basti dire che oggi per la prima coloritura delle parti critiche dei bordi e del riccio, è stato usato caffé d’orzo e caffé di cicoria, la mitica Miscela Leone che ricordo di aver visto a casa mia quando ero piccolo.
Ovviamente abbiamo festeggiato, come è tradizione di ogni festa di battesimo, e avevo portato pane,una bottiglia di Pinot Nero vinificato in bianco, speck e brie col gorgonzola da Sesto: Alfredo e il suo amico, contrabbassista nella stessa orchestra, hanno gradito.
Avevo anche portato un rametto di pino mugo preso dal balcone di Sesto per metterlo in cima al manico per festeggiare "l’arrivo al tetto" come si fa quando si costruisce una casa, ma abbiamo lasciato perdere. La cena dei muratori la faremo a fine verniciatura.
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