Un paio di giorni fa ho segnalato al sig Francesco Caprini di Rock Targato Italia, in merito al post precedente. Mi ha gentilmente risposto e vorrei postarvi pari-pari il piccolo epistolario che ne è nato.
Ho scritto anche al sig. Omar Pedrini chissà che non mi risponda anche lui….
Tenere un blog sta diventando un mestiere…
IO
mi chiamo Stefano Castagna e gestisco uno studio di registrazione in provincia di Brescia.
Su segnalazione di un mio amico ho ascoltato la trasmissione condotta da Omar Pedrini, Rock e i suoi fratelli, in cui lei risponde a delle domande sulla differenza della produzione musicale nell’ Italia attuale e quella di vent’ anni fa.
Non sono d’accordo su alcune cose che Lei dice e avendo io un blog in cui tratto di argomenti “sensibili” ai suoi discorsi, http://lebarrieredelsuono.blogspot.com/
mi sono permesso di citarla. Mi è sembrato logico avvisarla, per quanto il mio blog non abbia migliaia di visite. Se lei ritiene opportuno intervenire io ne sarei solo felice. Grazie e buona serata. Stefano Castagna
FC
Non ho visto il programma, ma la mia intervista durava 20 minuti!!ma provo a sintetizzare….la musica tempo fa si ascoltava su impianti casalinghi molto esigenti si stava attento ai diffusori acustici, al piatto, all’amplificatore e gli album erano veri e propri film, o libri da ascoltare ed ogni canzone era una storia importante e gli artisti …non sto a fare nomi ….ma mi potrei ubriacare tra litfiba, noir desir, simply red, nirvana, manonegra,pearl jam…. etc etc,
Oggi è cambiata la filosofia ……l’industria punta al biznezz …sui singoli e su CD con diverse canzoni ma solo un paio (forse) degne di nota. La gente al contrario (nella maggior parte dei casi) non ha più il prodotto importante fatto di sensibilità artistica degna di nota. il prodotto è diverso, cosi come è diverso il modo di ascolto (in alcuni casi senza sapere neppure il titolo dei brani, ma la canzone n, 1 la canzone n.3 e cosi via) si ascolta su mp3, i pod, Iphone, etc etc si ascolta in treno, mentre si fa ginnastica, da internet con supporti di ultima generazione (attenzione non è un dogma) ma una considerazione reale. Tra l’altro la musica è entrata in campi meno rigidi quindi non solo televisivi e radiofonici che hanno dei parametri canonici per trasmettere canzoni, ma attraverso sistemi mediatici che ho appena citato e la qualità di ascolto che rende (direi inutile) mortificante e frustrante il lavoro certosino dei fonici fatto nei diversi studi di registrazione proiettati a dare il massimo della loro professionalità. Arrivano i barbari, la democrazia trova la sua affermazione! Certamente è una conferma di un imbarbarimento e di una democrazia che permette a tutti di realizzare un sogno. ma questo non significa avere oggi un prodotto di grande professionalità. D’altronde spesso sento dire dai Diggei quando vanno a fare una serata la mitica frase “Stasera vado a suonare”. Un brivido mi attraversa la schiena. Siamo all’orrore Ciao
Questi sono i miracoli del montaggio!!
Quello che ne esce dalla sua intervista televisiva è l’ accettazione ammirata e passiva di uno stato di cose, causa, tra l’ altro, di parte dell’ imbarbarimento di cui lei accenna. Mi chiedo pero’: c’è qualcuno che puo’ fare qualcosa in questa situazione? Premetto di essere un disilluso e di non avere intenzione (e neppure le capacità) di cambiare il mondo, ma se non siamo noi a cercare di cambiare lo stato delle cose, le cose non cambieranno mai, questo mondo l’ abbiamo creato anche noi che di anni non ne abbiamo piu’ venti e siamo solo capaci di guardare il presente ricordandoci di come fosse “fulgido” il nostro passato. E poi: l’industria punterà al “biznezz” ma in definitiva (e soprattutto in Italia) che “biznezz” riesce a fare?
Comunque l’ iniziativa che ho intrapreso con l’ apertura di questo blog vorrebbe arrivare a ridefinire l’ importanza del fare musica attraverso meccanismi produttivi piu’ artistici e meno di consumo. A breve spero di poter organizzare un incontro con persone del settore per poterci confrontare. Non ho ancora trovato una persona (UNA!) che non si sia lamentata della situazione attuale, produttori, fonici, artisti e manager, e allora ?
Avrei voluto per correttezza contattare anche il sig Omar Pedrini ma non sono riuscito a trovare la sua mail, credo che una trasmissione su chi con la musica cerca di operare tutti i giorni la potrebbe fare….
Comunque grazie per la sua cortese risposta, mi chiedevo se potevo postarla nel mio blog.
In bocca al lupo con le sue cose e a presto.
Stefano Castagna
Grande è la confusione sotto il cielo la condizione è eccellente!
Attenzione per me non si tratta di imbarbarimento inteso come povertà ma l’arrivo del barbaro è inteso, in termini filosofici, come la diversità e la novità rispetto al conosciuto all’ esistente. Uno stato di cose che ormai conosciamo cosi talmente bene, al punto massimo di saturazione non più in grado di sorprendere ed incapace di inventarsi nuovi linguaggi è alla fine.
La musica intesa anche come economia (non deve essere un tabù, infatti per molti è lavoro) è necessariamente alla ricerca ed il superamento dello stato presente (asfittico) deve sperimentare deve inventarsi un progetto che in futuro sappia darsi una nuova efficace organizzazione.
Nel caos, quindi la figura del barbaro (dello straniero) delle novità tecnologiche e di coloro che le stanno usando (talvolta ancora in modo rozzo) sono avvantaggiati. È fisiologico
Chi ha fame chi ha sogni chi ha linguaggi nuovi oggi ha maggiori opportunità di affermazione
Quindi sono molto positivo sulla attuale condizione del mondo musicale, cambieranno gli asset, l’organizzazione, la comunicazione, etc etc parte della trasformazione è gia in atto.
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