Dopo un iter lungo vent’anni il Consiglio dice sì al nuovo ipermercato di Cunettone

Via libera del Consiglio comunale a un nuovo supermercato a Cunettone. Una struttura di cui nessuno, probabilmente, avverte il bisogno, ma che è prevista da decenni negli strumenti di programmazione urbanistica del Comune e che i proprietari dell’area su cui sorgerà hanno tutto il diritto di realizzare. L’operazione si mette in moto dopo un iter lunghissimo.

L’iter

«É un ambito che ha almeno 30 anni – spiega il funzionario responsabile dell’ufficio tecnico, l’architetta Anna Gatti -, di vecchia generazione urbanistica, che all’epoca prevedeva un peso insediativo di 20mila metri cubi, ingente e sovradimensionato, negli anni è stato ridotto progressivamente fino all’attuale previsione di 8mila metri cubi». Le proposte avanzate in passato dal proponente non avevano mai ottenuto un assenso da parte della Soprintendenza, fino al 2021 quando, dopo qualche anno di serrato confronto e l’introduzione di una serie di prescrizioni, la proposta ha ottenuto il via libera. Ora è arrivato, a maggioranza, anche il sì del consiglio comunale che, mercoledì, ha adottato il Piano attuativo in variante al Pgt relativo all’Ambito di trasformazione 16 per la realizzazione di una media struttura di vendita.

Le critiche

L’ennesimo supermercato in un territorio che già registra un’altissima concentrazione di questa tipologia commerciale (a Salò, ma anche lungo la sp572 per Desenzano, dove se ne contano una buona dozzina in meno di dieci chilometri) sollevi qualche perplessità. «Non se ne sentiva la necessità», dice il capogruppo di Salò Futura Giovanni Ciato, che richiama l’attenzione anche sulle criticità viabilistiche della zona. «Credo anch’io che non serva un altro supermercato – la replica del sindaco Giampiero Cipani -, ma i proprietari del terreno hanno il diritto di farlo. L’Amministrazione non ha potuto fare altro che cercare di ridurne l’impatto». In effetti negli ultimi dieci anni la proprietà ha chiesto aumenti di cubatura che non sono mai stati concessi e ora Cipani si toglie un sassolino dalla scarpa: «Questo è un intervento voluto da chi ha predisposto il Piano regolatore del 1998. Realizzarlo è un diritto acquisito da parte del privato. Noi abbiamo fatto il massimo che si poteva fare».

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