Dopo le polemiche tolte le piante dal fiume Gambara

Lavori in corso lungo l’argine del fiume Gambara per sgomberarlo dalle piante sradicate e cadute quest’estate e per metterlo in sicurezza: dopo le richieste del sindaco e i cartelli esposti dai cittadini, il «Consorzio Garda Chiese è intervenuto». L’aggiornamento giunge per voce del sindaco Tiziana Panigara: «L’intervento di competenza del Consorzio dovrebbe durare una settimana. Non si toglieranno solo le piante, ma si metterà in sicurezza anche l’argine».  Facendo un passo indietro: «Tutte le persone si chiedono se bisogna aspettare anche il permesso del Presidente della Repubblica per tagliare queste piante?», recitavano i cartelli eloquenti esposti da cittadini a ridosso delle piante cadute.

Polemiche

La delicata questione, ora in via di risoluzione, aveva attirato anche l’attenzione dei rappresentanti politici: di recente infatti, durante l’ultima seduta del Consiglio comunale, è stata discussa l’interpellanza (ri)presentata dal gruppo di opposizione «Innovazione per Gambara», del consigliere Angela Zucchelli. «Le piante sradicate sulla sponda del fiume Gambara a seguito del temporale sono ancora in situazione precaria e pericolosa in quanto non solo non si è ancora provveduto alla rimozione, ma non si è nemmeno messa la segnaletica di delimitazione della zona di pericolo», aveva scritto, nella seconda metà di luglio, Innovazione per Gambara, domandando le intenzioni. Non essendoci poi state sedute utili per discutere la faccenda, la minoranza aveva ripresentato l’interpellanza l’8 settembre, segnalando nuovamente la mancata rimozione delle piante.

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Botta e risposta

Nella seduta del 22 settembre, il sindaco aveva risposto evidenziando come lei e la sua Amministrazione fossero in attesa di risoluzione, a fronte delle richieste avanzate all’autorità competente, «che non è il Comune, bensì il Consorzio. Noi ci siamo dati da fare, anche se senza risultato, affinché queste piante venissero tolte, ma non compete a noi la rimozione».

«Il Comune e la Protezione civile – ha detto – hanno rimosso quanto era possibile, ossia le piante più piccole, riscontrando anche che quelle più grandi e quelle già presenti nel corso d’acqua prima del temporale avevano creato un problema di sollevamento della sponda. Abbiamo poi appreso che la competenza non era del Comune, bensì del Consorzio Garda Chiese. Ebbene, ancora quest’estate, mi sono messa in contatto con il Consorzio, chiedendo, settimana dopo settimana, anche la sistemazione dell’argine.

In questi giorni, anche in vista del Consiglio, ho ricontattato chi di competenza domandando un impegno scritto perché in caso di temporali o di una ipotetica stagione delle piogge, le condizioni dell’argine potrebbero essere rischiose sul fronte della sicurezza idraulica». L’impegno scritto è pervenuto il 21 settembre. E, negli ultimi giorni, i lavori di sistemazione sono iniziati.

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