Non riesco a capire se l’accorpamento delle province venga comunicato apposta in maniera così stupida per far sì che siano poi i cittadini stessi a non volerle più (così i politici salvano capra e cavoli mostrando che lo stavano per fare come gli elettori hanno chiesto, ma anche salvando poi le poltrone di tutti i loro nipoti, cugini e amici che ci siedono sopra) o se invece sono proprio i politici a non averci pensato.
Qui l’articolo del Corriere cui faccio riferimento.
I discorsi delle differenze culturali addotti dalle “comunità” che vivono a distanza di poche decine di chilometri fanno acqua da ogni parte. Se ce la fanno italiani, tedeschi e ladini a convivere in un’unica provinca, possibile che non ce la facciano milanesi e lodigiani? (Vi prego, non fraintendetemi, non voglio dire che i loro due dialetti siano meno diversi tra loro di quanto non lo siano l’italiano e il tedesco e il ladino.) Il punto è che i capricci infantili delle miniprovince sono poi pagati con le tasche di tutti gli italiani, inclusi i poveri rivoltellesi che da quasi un secolo ormai devono sottostare al Comune di Desenzano, subendo purghe etniche intollerabili da anni! Se volete rimanere autonomi, pagatevi di tasca vostra le spese aggiuntive. Così siamo tutti felici.
Do la colpa ai politici per queste tensioni inutili nella popolazione, perché non penso che si possa ragionare con gente che vede inconciliabile l’unione tra due province che sin dalla loro nascita sono state contigue. Sarebbe come incolpare il cane istigato dal padrone a mordere. Se anziché dire “Rimini da adesso starà sotto Forlì” si dicesse “Rimini e Forlì adesso costituiranno la nuova Provincia della Bassa Romagna” (o qualsiasi altro nome pseudo-leghista) con qualche ufficio a Rimini e qualche altro a Forlì (tanto con le funzioni che avranno le province non è che ci sarà poi tanto da comunicarsi), magari la smetterebbero di tirarsi per i capelli per inutili questioni.
Se la tua identità culturale dipende dai confini che ti dai, allora forse non hai un’identità così forte da meritare l’autonomia. O no?
[I casi indicati hanno puramente uno scopo esemplificativo e non ri riferiscono a casi concreti]
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