Un fenomeno diffuso nelle università che colpisce penso buona parte degli studenti è che almeno una volta alla settimana si riceve una mail in cui viene richiesto di prendere parte a un sondaggio per contribuire alle tesi di laurea di qualche fortunato collega in dirittura d’arrivo. Si tratta nel mio caso spesso di questionari inerenti alla sfera del marketing, un argomento che spesso non richiede una grande preparazione visto che spesso sono richieste risposte immediate per le quali non occorre impegnarsi poi troppo: Quale tra questi due prodotti preferisci? Quante volte all’anno ti rechi in questo determinato genere di negozio? Qual è stato il tuo ultimo acquisto online? Robe del genere.
Di fronte a un bisogno così grande e ricorrente un wannabe imprenditore come me, al quale ogni secondo esercizio richiede di “think entrepreneurially“, non può che accendersi la scintilla del voler trovare una soluzione, in genere commerciale. Ecco come affronterei io la questione.
Trovare il tempo di partecipare a un sondaggio è difficile. Magari lo si farebbe volentieri di principio, ma non in quel determinato istante: fra un attimo arriva il treno; devo correre a cucinare che se aspetto un altro po’ i funghi mi escono da soli dal frigo; il gatto… il forno… sai com’è…; e così via. In genere quando ci si ferma lo si fa perché si è stanchi, e quando si ha l’energia e la voglia di fare si pensa a cose più produttive o piacevoli che rispondere a un questionario. Tranne in un preciso momento del giorno: quando sono in bagno a fare la roba grossa. A meno che non si stia leggendo un libro accattivante o si è abbastanza previdenti da avere una pila di Topolino vicino alla tazza, quello trascorso al cesso è tempo sprecato: cervello attivo ma altissimo condizionamento a non muoversi da dove si è. Chi ormai conosce a memoria gli ingredienti dello shampoo a portata di mano potrebbe trovare in questo istante il momento perfetto per rispondere a un questionario. (In alternativa potete sempre dedicarvi alla pettinatura teste di volpe impagliate!)
L’idea imprenditoriale è qui: programmare dei sondaggi adatti allo schermo di uno smartphone e incentivarne l’uso in questi momenti. Meglio ancora (ma costoso) sarebbe distribuire (magari su cauzione) dei dispositivi da lasciare in bagno, così quando scappa lo si trova già lì, pronto ad raccogliere tutte le informazioni che ti vengono richieste. Con qualche semplice step (creazione di un profilo anonimo che contenga età, sesso, ecc.) si possono anche collegare dei dati costanti a dei dati circoscritti al sondaggio in corso (tutto quello che non è demografico, anche se non so se è il termine corretto).
Una cosa importantissima è che ciascun utente indichi la durata media della sua permanenza in bagno. Sarebbe seccante (in tutti i sensi) avere un sondaggio che non termini in maniera su per giù sincrona con il tuo metabolismo. D’altra parte un sondaggio mollato a metà sarebbe di scarsa utilità al ricercatore (soprattutto se cerca correlazioni tra dati inseriti e dati non inseriti).
Come modello di business, i guadagni possono essere la vendita al ricercatore dei dati demografici fissi (quelli caricati sul profilo) o più semplicemente l’accesso al canale di distribuzione/l’infrastruttura. Dall’altra parte il sondaggio potrebbe contemplare pubblicità di vario genere (video introduttivi come su Youtube, banner in calce a ogni schermata del sondaggio). Non dimentichiamo poi tutti i classici modelli già utilizzati dalle aziende che raccolgono panel come la raccolta punti per ogni questionario compilato che raggiunta una certa soglia si traduce in qualche premio.
Certamente sono necessarie alcune indagini di mercato, ma io parteciperei a un panel del genere.
Il nome o slogan per il programma/prodotto ce l’avrei già: “la gallina dalle uova d’oro” per ovvie analogie con il deporre le uova e il fatto che queste uova possono poi essere valorizzate economicamente.
Altri ambienti analoghi al bagno sono ad esempio i viaggi in treno/metropolitana/aereo, ma oltre al fatto che già vengono fatti e quindi sarebbero stati poco innovativi, sarebbe anche stato molto più noioso parlarne. 😉
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