Gradi di collisione, velocità del motoscafo, posizione dell’imbarcazione travolta e tratta. «Tutti i risultati ottenuti dai consulenti del pm risultano inaccettabili a causa dell’eccessiva approssimazione del metodo utilizzato. Ogni valore potrebbe essere completamente stravolto da una successiva misurazione, anche condotta con lo stesso metodo, rendendola del tutto inaffidabile». Sono state le parole del consulente della difesa di Patrick Kassen e Christian Teismann, i due tedeschi a processo con le accuse di omicidio colposo, naufragio e omissione di soccorso, per l’incidente nautico dell’estate scorsa, costato la vita ad Umberto Garzarella e Greta Nedrotti.
«Il gozzo era alla deriva»
EMBED [Leggi anche]L’ingegnere navale Massimo Gronda in oltre un’ora e trenta di relazione davanti al tribunale di Brescia ha provato, rispetto alle contestazioni dell’accusa, a rovesciare le responsabilità di quanto accaduto al largo di Portese lo scorso 19 giugno. E ha acceso i riflettori sul comportamento dei due ragazzi che erano sul gozzo e che sono morti sul colpo. «L’imbarcazione delle vittime era alla deriva, senza controllo e senza conducente, sospinta dalla corrente e dal vento, contravvenendo al Regolamento di Regione Lombardia e la potenziale situazione di pericolo doveva essere evitata dal conducente dell’ Easy 600» ha spiegato il consulente della difesa dei due tedeschi imputati e ieri entrambi presenti in aula.
E ancora: «Il conducente dell’imbarcazione vedeva arrivare il Riva dalla sua destra e quindi avrebbe dovuto manovrare per lasciare libera la rotta e quindi il gozzo, contrariamente a quanto sostenuto dai consulenti del pm, non ha rispettato le regole previste per la navigazione sul Lago di Garda».
«Velocità sotto i 10 nodi»
EMBED [Greta Nedrotti e Umberto Garzarella, vittime dell’incidente nautico del 19 giugno 2021]
Per la Guardia Costiera, il motoscafo al momento dell’impatto viaggiava a 20 nodi, vale a dire quattro volte oltre i limiti consentiti dalla legge. «Nella ipotesi più favorevole agli imputati – era stato spiegato dall’accusa – la velocità non era comunque inferiore ai 17 nodi». Anche su questo punto la difesa degli imputati ha idee completamente diverse. «La durata della navigazione fu di 30 minuti e 22 secondi. La velocità media del Riva, dalla partenza dal ristorante fino al punto di impatto, basata sulla realtà dei fatti (orario di partenza e distanza percorsa), fu compresa tra 7,8 e 9,5 nodi».
Il giudice ha poi lasciato spazio alle risposte dei consulenti del pubblico ministero. «Quella di 20 nodi era la velocità del Riva. Dieci metri al secondo. Lo dice il timer della telecamera» hanno spiegato il capitano Diego Ammirati e il capo nucleo della Guardia Costiera Antonello Ragadale. «Quella barca – hanno aggiunto – a 8 nodi non plana come invece accaduto al momento dell’impatto. E a 8 nodi non avrebbe mai fatto quei danni».
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