Avevo letto su Wired una notiziola che mi aveva sorpreso positivamente:
SCUOLA PRIMARIA / 350 LAPTOP XO IN SEI ISTITUTI / PROGETTO OLPC
XO,
il computer di Nicholas Negroponte pensato per le scuole dei paesi in
via di sviluppo, è finito anche in due classi della primaria di
Desenzano del Garda (Bs).
Non se ne sa nulla in paese, ma dalle nostre parti è normale.
Leggo ieri su Facebook una notizia che ha pubblicato Margherita:
Sconcertata
dalla scuola elementare di Desenzano : compito a casa ….. traduzione
di alcune frasi dall’ italiano al dialetto bresciano!
La scuola è la stessa e mi domando se per fare questa aberrazione hanno usato i computer di cui tanto si gloria nella foto su Wired l’assessore provinciale all’innovazione Corrado Ghirardelli, che è andato a Boston come si legge poco più avanti, mica a Piffione dove ferrano le oche con il martellino di paglia (scusate una citazione solo per i bresciani).
Mi domando dove sono i genitori se non si indignano, se non scrivono al direttore chiedendo conto, se il direttore non chiama e chiede conto di quale illuminato progetto didattico ci sia dietro la scelta.
Mi chiedo se l’insegnante abbia dato opportune spiegazioni anche di fonetica (altrimenti poi si sbagliano i cartelli stradali come a Montonale e a Grole) e se abbia introdotto le differenze tra il dialetto di Desenzano, quello di Padenghe e quello di Pozzolengo o quelli di Montichiari e di Bagnolo o di Ospitaletto.
Immagino la giustificazione didattica del "recupero delle tradizioni e delle culture" e l’immancabile appello alla "libertà d’insegnamento" ma il computer voluto da Negroponte e per cui Liddy lavora in Cambogia ha poco a che fare con il dialetto bresciano e le due notizie fanno a pugni, vanno in direzioni diametralmente opposte: una nel mondo e l’altra sulla rocca di Lonato.
Nella "Carta dei diritti dei bambini in internet" tanti anni fa scrivemmo con Scaparro che "I bambini hanno diritto di avere attorno a sè adulti responsabili", insegnanti responsabili, genitori responsabili, amministratori responsabili, che si prendano cura del loro futuro che li preparino a un mondo in cui dovranno incontrare e dialogare.
Adulti responsabili che facciano sentire la loro voce quando si passa dal cartello "Desensà" ai compiti in dialetto perchè se la prima è una cretinata e uno spreco di denaro pubblico, la seconda è una sottile manipolazione dei bambini e questo non è tollerabile in nessun caso.
M’entende de dì, a capìila.
Vai articolo originale: http://blog.gigitaly.it/2009/10/dialetto-e-computers.html