Depuratore del Garda, Verona accelera: «Brescia risolva i dubbi»

Mentre Brescia discute ancora su dove collocare il nuovo depuratore del Garda, Verona accelera e annuncia l’avvio dei lavori del nuovo sistema di depurazione della sua sponda del lago per il prossimo ottobre. 

«Verona corre, mi auguro che anche a Brescia si possa arrivare a una scelta condivisa, ma soprattutto definitiva in tempi rapidi» ha spiegato la ministra Mariastella Gelmini intervenendo «in qualità di presidente della comunità del Garda» alla presentazione del progetto veronese, stamattina, nella sala consiglio della Provincia di Verona.

Gelmini ha ricordato l’impegno della scorsa legislatura per recuperare le risorse statali per la depurazione del lago (100 milioni, 60 per la sponda bresciana). «Il Garda rappresenta il 40% dei bacini d’acqua dolce italiani. È un patrimonio da preservare. Abbiamo il dovere di consegnarlo integro alle future generazioni».

L’attuale sistema di collettamento mostra numerose criticità che mettono «a rischio» la qualità delle acque del Garda. «Per questo dobbiamo fare in fretta» ha insistito Gelmini. Così che poi si possano anche intercettare risorse del Recovery Plan per completare il finanziamento (in tutto, per le due sponde, servono 240 milioni).

Dai veronesi è arrivato un appello: «Brescia risolva i suoi dubbi e superi le liti da cortile» ha detto il presidente di Ags (Azienda Servizi Gardesani) Angelo Cresco.

Come si sa per la sponda bresciana sono in ballottaggio due progetti: il doppio depuratore Gavardo-Montichiari e la nuova alternativa di Lonato. Oggi partirà il primo tavolo di confronto con i territori. Entro metà maggio andrà fatta la scelta da comunicare al Ministero.

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