Di fronte al depuratore intercomunale di Gavardo, sull’altra sponda del Chiese, dovrebbe nascere uno dei nuovi impianti per il Garda. L’altro è previsto a Montichiari. Questo almeno secondo lo studio di fattibilità di Acque Bresciane.
Il nuovo prefetto-commissario, Maria Luisa Laganà, un paio di giorni fa, ha gelato le associazioni ambientaliste contrarie al progetto «confermando la prosecuzione» dell’iter. Nell’arco di un mese Acque Bresciane affiderà la progettazione definitiva e la redazione dello studio di impatto ambientale: documenti che dovrebbero essere pronti entro l’anno. La battaglia di chi contesta il progetto va però avanti. I Comuni dell’asta del Chiese hanno presentato ricorso al Tar.
EMBED [Leggi anche]Le Mamme del Chiese, nell’agosto scorso, avevano invece depositato una petizione al Parlamento europeo (la n. 0902/2021) «sulla presunta violazione delle direttive in materia di acque reflue urbane e partecipazione pubblica in Italia».
E la Commissione per le petizioni, in cui siede la bresciana Stefania Zambelli (Lega), prenderà in esame il dossier. «La presidente della Commissione per le petizioni, Dolors Montserrat, ha comunicato di aver accolto la petizione avanzata per sottolineare le troppe incongruenze riguardo al progetto, specificando che è stata avviata un’indagine preliminare coinvolgendo anche le commissioni Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza alimentare» ha scritto il comitato su Facebook .
A novembre la Commissione europea, rispondendo a un’interrogazione di Europa Verde, aveva specificato come «nessuna direttiva» indicasse il «principio di prossimità», evocato invece dalla mozione Sarnico approvata in Broletto. Ora arriva quest’indagine che dovrà far luce sulla correttezza di trattare i reflui del Garda a Gavardo e Montichiari, in un altro bacino idrografico, quello del Chiese.
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