Depuratore del Garda, il ministero chiede approfondimenti tecnici

Sulla controversa vicenda del depuratore del Garda interviene il ministero dell’Ambiente annunciando un incontro tecnico a Verona il prossimo 27 febbraio.

A parlarne è stato lo stesso ministro Sergio Costa  durante il question time alla Camera dei deputati. Rispondendo a una interrogazione da parte del gruppo parlamentare di Leu, il rappresentante del Governo ha spiegato di avere istituito una cabina di regia per fare una sintesi tra le varie proposte che ruotano intorno alla nuova opera di raccolta e depurazione delle acque reflue. 

Stando a quanto annunciato, l’incontro vedrà coinvolti i tecnici di Regione Lombardia e di Regione Veneto, oltre a quelli dell’ufficio d’ambito di Brescia, del Consiglio di Bacino Veronese e dell’Associazione Temporanea di Scopo Garda Ambiente. 

Si attendono dunque le valutazioni del ministero sul progetto del depuratore a Gavardo e Montichiari per la sponda bresciana, con l’eliminazione delle condotte sublacuali. Un piano che ha però trovato la forte opposizione del territorio, con sindaci e associazioni che contestano la scelta, sostenendo che il depuratore non debba insistere sull’asse del fiume Chiese. Costa ha chiesto degli approfondimenti progettuali (visto che il ministero finanzia la progettualità con 100 milioni di euro) proprio per verificare le preoccupazioni manifestate finora. 

Il ministro ha sottolineato anche due problemi da affrontare al più presto: le condotte sublacuali nel tratto di sponda bresciana tra Tignale e San Felice del Benaco, adagiate a una profondità di circa 250 metri e risalenti agli anni Ottanta, con evidenti problemi di obsolescenza e di usura; l’impianto di Peschiera del Garda che, ricevendo le acque reflue lombarde (oltre a quelle venete), opera alla massima capacità possibile con tutti i limiti che questo determina.

 

 

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