Depuratore del Garda, il commissario gela i sindaci

L’incontro è durato oltre due ore. Un incontro cordiale, ma che non ha smosso le posizioni: i sindaci del Chiese pronti alle barricate contro il progetto di un doppio depuratore (Gavardo-Montichiari) per la sponda bresciana del Garda, il nuovo commissario-prefetto ha invece ribadito di non avere intenzione di rivedere il progetto e che l’iter va dunque avanti.

I primi cittadini batteranno ancora la via «politica»: lunedì è previsto l’incontro in streaming con l’assessore regionale Piero Foroni, giovedì il vertice con il presidente della Provincia Samuele Alghisi. Ma la strada maestra pare ormai quella dei ricorsi al Tar.

La mossa di Alghisi

E ieri il presidente della Provincia ha firmato il decreto per la costituzione in giudizio di Palazzo Broletto. Lo aveva già fatto a ottobre, nel primo ricorso dei sindaci, quello contro la scelta del commissario (il doppio depuratore Gavardo-Montichiari) e poi nei successivi ricorsi per «motivi aggiuntivi». Ora ribadisce la scelta, «prettamente tecnica», fatta per «conoscere gli sviluppi del contenzioso» visto che la procedura porterà a un «procedimento autorizzativo unico di competenza provinciale».

Ma di fatto la Provincia affianca gli 11 Comuni ricorrenti nell’impugnazione della convenzione tra Prefettura, Ato e Acque Bresciane per la «progettazione, affidamento e realizzazione delle opere di collettamento e depurazione» del Benaco.

La novità rispetto ai precedenti ricorsi, è che la costituzione avviene in un contenzione dove sono coinvolti un’azienda speciale della Provincia (l’Ato) e una società di cui il Broletto è socio (Acque Bresciane). Dallo staff di Alghisi assicurano che la posizione resta «neutra», senza alcuna presa di posizione. Ma di fatto la Provincia ricorre contro gli atti di due sue società. Una sorta di cortocircuito istituzionale dal peso «politico» tutt’altro che indifferente.

L’incontro

Intanto però il prefetto Maria Rosaria Laganà ha ribadito ai sindaci ricorrenti (Montichiari, Gavardo, Muscoline, Prevalle, Bedizzole, Bagnolo, Paitone, Calvagese, Remedello, Visano, Vallio Terme; gli ultimi tre assenti ieri) che l’iter va avanti. Nei prossimi giorni Acque Bresciane dovrebbe affidare la progettazione definitiva.

«È stato un incontro cortese durato quasi due ore nel quale abbiamo rappresentato le motivazioni della nostra contrarietà allo scarico del Chiese e quindi ai depuratori di Gavardo e Montichiari – spiega una nota dei sindaci, guidati da Marco Togni (Montichairi) e Davide Comaglio (Gavardo) -. Fin dai suoi inizi la vicenda è stata pesantemente segnata da vizi di legittimità dei provvedimenti amministrativi assunti e dalla poca considerazione verso le popolazioni del Chiese. Abbiamo, inoltre, rimarcato che le ragioni della nostra ferma opposizione hanno motivazioni tecnico-scientifiche che nessuno ha mai preso in considerazione».

Alla domanda finale sulle intenzioni del commissario, il neo-prefetto «ha risposto in maniera netta che non fermerà l’iter» e «che, quindi, proseguirà sulla strada intrapresa dal precedente commissario, chiedendo, però, il massimo coinvolgimento dei comuni nella fase di progettuale». Dal canto loro i primi cittadini hanno ribadito «che il coinvolgimento prescritto dalle regole vigenti riguarda la localizzazione del depuratore, più che il progetto».

«Abbiamo confermato al Commissario la nostra disponibilità a fornire spiegazioni, documenti e studi in nostro possesso» ma anche ribadito «che la nostra ferma presa di posizione è irremovibile e proseguiremo con la nostra battaglia con ricorsi su ogni nuovo atto verrà assunto. Siamo profondamente dispiaciuti del fatto che il principio di collaborazione tra amministrazioni faccia fatica a governare questa vicenda e che, nostro malgrado, siamo costretti ad insistere affinché il Tribunale si pronunci sulla vicenda valutando le nostre contestazioni tecniche». Ma prima che il Tar si esprima potrebbero volerci ancora due anni. Si vedrà.

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