Il tema della riqualificazione e ammodernamento del sistema di depurazione sul lago di Garda ormai da anni ha acceso un forte dibattito tra comitati di cittadini e istituzioni che spesso ha portato a confronti anche accesi.
Nelle scorse ore il Comitato Referendario Acqua Pubblica ha presentato un esposto alla Procura di Verona e Brescia per chiedere se sulle informazioni tecniche diffuse sulla condotta sublacuale del depuratore del Garda si ravvisi il reato di procurato allarme. Nel mirino dell’esposto sono finiti Mariastella Gelmini, il sindaco di Salò Giampiero Cipani, Angelo Cresco, presidente di Ags Verona, e Giovanni Dal Cero, presidente di Garda Ambiente, per aver diffuso notizie infondate e inesattezze gravi sui pericoli della sublacuale, con l’intento di influenzare le decisioni progettuali e ottenere il commissariamento. Il Comitato chiede che chi dichiara preoccupanti inesattezze venga denunciato per procurato allarme. Secondo l’esposto, non vi è alcuna bomba ecologica, ma solo una situazione che va tenuta sotto controllo per la proliferazione delle concrezioni vegetali, e mantenere il depuratore unico di Peschiera risulta l’ipotesi migliore in base ai criteri di tipo ambientale.
A stretto giro è arrivata anche la risposta del presidente della Comunità del Garda Mariastella Gelmini: “La Comunità del Garda respinge al mittente le accuse di procurato allarme in merito alla situazione delle condotte sublacuali trasportatrici dei reflui fognari al depuratore di Peschiera. Tra pochi giorni la società Acque bresciane renderà pubblica la relazione sullo stato dei manufatti, alla luce di apposite e circostanziate indagini commissionate ad una società specializzata. In ogni caso, trattasi di manufatti che hanno raggiunto lo stadio di obsolescenza, come peraltro sancito nella progettazione originaria di oltre quarant’anni fa. La risorsa idrica gardesana, 50 kmcubici di acqua di ottima qualità, circa il 40/%della risorsa idrica disponibile italiana, un patrimonio di inestimabile valore per l’Italia e per l’Europa, non deve assolutamente correre il rischio di essere compromessa. Chi dice il contrario e, conseguentemente, rallenta le opere di riqualificazione del sistema, si assume gravissime responsabilità, ambientali, economiche e , soprattutto, sociali in merito al vitale uso idropotabile di tale risorsa idrica. La Comunità del Garda si riserva di agire le vie legali in contrasto a infondate calunnie che inficiano l’onore e la buona fede dei propri Amministratori.”
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