Questa sera con Alberto e Milena abbiamo rivisto l'intero filmato del concerto di Brescia e condivido il parere di chi mi ha detto che questo è il più bello degli spettacoli messi in scena in questi tre anni.
Quello che mi colpisce non è tanto la crescita emotiva, tecnica e musicale, (stare sul palco concentrati per un'ora e quarantacinque minuti richiede impegno a un adulto figuriamoci a un adolescente) quanto il fatto che quest'anno ci sono molti nuovi musicisti che hanno debuttato nelle due serate.
Matthias, Daniele e Sara sono tre nuovi violoncellisti (adesso i suoni bassi si sentono!), Fabio alle percussioni, così allegro e affettuoso giù dal palco e così sicuro e attento quando è di scena, Greta tra i flauti e Maddalena alle tastiere, Edoardo, Stefano, Giacomo e Claudio alle chitarre : 10 nuovi musicisti su trenta è davvero una bella immissione di vigore.
All'inizio pensavo che Alberto, il direttore, avesse esagerato ma mi devo ricredere: ha fatto bene a dare a dieci ragazzi la possibilità di condividere la lezione del suonare in un'orchestra. Ha fatto bene a noi e al suono ma credo farà molto bene proprio a loro, li educherà all' impegno, alla disciplina, all'allegria e lla ricompensa della fatica, l'applauso del pubblico. Basta leggere l'articolo di Rampini che ha segnalato proprio oggi Antonio.
Tutti impariamo gli uni dagli altri, non solo i ragazzini dagli adulti, e mi ritorna in mente l'esperienza (potrei dire "l'incubo") del mio primo saggio di violoncello, un totale disastro perchè feci una figura davvero misera su quel palco, a causa dell'emozione, certo, ma soprattutto perchè arrivai di corsa, non avevo studiato come si deve, avevo sottovalutato la prova.
Ma quello che mi rimane nel cuore è la scena che mi accolse al rientro nel retro palco, avvilito e vergognandomi della figuraccia, due o tre ragazzini mi sono venuti incontro con gli occhi luminosi e lo sguardo aperto e mi hanno abbracciato "sei andato alla grande! Bravo!.
Non mi facevano i complimenti per le note, mi facevano i complimenti per avere osato, per essermi messo in gioco, per aver condiviso l'emozione e per essermi dichiarato simile a loro, con le stesse paure, le stesse tensioni, la stessa possibilità di una cattiva figura e lo stesso orgoglio per averlo fatto.
Guardavo il filmato e ascoltavo il suono, dopo un po' non ho più sentito le imprecisioni, le note incerte, le intonazioni non impeccabili: ho visto le facce, l'attenzione, la voglia di dare il meglio, la gioia di essere parte di uno sforzo condiviso che muove molto di più della somma delle singole energie. E basta ascoltare il discorso di José Antonio Abreu per capire il valore e l'importanza di quello che fa la Scuola di Musica che di orchestre ne ha già quattro.
Sono felice dei debutti, sono grandi occasioni che si offorno ai dieci nuovi orchestrali ma sono soprattutto grandi iniezioni di speranza per tutti.
Vai articolo originale: http://blog.gigitaly.it/2010/06/debutti.html