Darwin e il suo destino

Personalmente non credo che dottrina cristiana ed evoluzionismo siano così compatibili come dicono certi (se seguite il link trovate un’ottima recensione del libro di Mancuso, “l’anima e il suo destino”). No, non si tratta di ingiustificato odio per l’uomo in bianco e i suoi amici, ma di una considerazione piuttosto semplice: come stanno assieme il finalismo cristiano (il mondo è fatto per l’uomo) e la non-direzionalità dei processi evolutivi? per farla breve, difatti, facendo ripartire da capo il giocattolo della vita non è affatto detto che si otterrebbero gli stessi risultati, e questo perchè i fenomeni biologici sono, a un certo livello esplicativo, intrinsecamente storici (non mi piace parlare di casualità, è un termine che ingenera troppi equivoci). Questo non esclude che si possa coniugare un sentimento religioso con la teoria dell’evoluzione, ma si deve prendere la cosa seriamente e rendersi conto delle implicazioni di tale scelta. A mio parere, un Dio potrebbe eventualmente aver dato una scossa al nulla da cui è scaturito il Big Bang (sono un profano di astrofisica, perdonatemi le imprecisioni) e poi aver deciso di gestire la cosa, pretendere che abbia creato la vita mi sembra un po’ troppo. Ora, vi sembra un Dio compatibile con quello cristiano?

Detto questo, pur accogliendo con discreta soddisfazione l’annuncio che la Pontificia Università Gregoriana, dimostrando una salubre refrattarietà alle teorie dell’Intelligent Design, ha indetto un convegno internazionale per dibattere sull’evoluzione biologica (e secondo la Castellacci è, inaspettatamente ,una cosa seria), rimango un po’ così quando mi capita di leggere delle inevitabili discussioni che stanno montando in casa nostra.

Innanzitutto c’è Mancuso, che vuole riabilitare, oltre a Darwin, anche Theilard de Chardin, un personaggio quantomeno controverso che pur essendo gesuita di mestiere era paleontologo e convinto evoluzionista (secondo Gould arrivò addirittura al punto di partecipare alla frode di Piltdown, dove venne trovato un finto “anello mancante” tra uomo e scimmie, S.J. Gould – “The Panda’s Thumb” 1980), tanto da ricevere addirittura un monitum nel 1962. Non vedo sinceramente perchè la Chiesa dovrebbe farlo, quantomeno fino a che non accetterà la teoria evoluzionistica (per inciso, De Chardin era comunque carente da questo punto di vista, poichè nel cercare di unificare le due visioni accettava un finalismo nell’evoluzione biologica, finalismo che non c’è di fatto). A lui risponde monsignor Facchini, curiosamente anch’egli paleontologo, che di Mancuso rifiuta il recupero di De Chardin ma che come lui ammette una validità scientifica alla teoria dell’evoluzione. Entrambi, insomma, credono che Dio e Darwin possano spartirsi a metà la torta della vita, senza rendersi conto di aver capito poco di entrambi: se da una parte la teoria dell’evoluzione non è compatibile con Dio, dall’altra il Dio cristiano (perchè di questo si tratta, non di un’entità divina qualsiasi) fonda la propria religione su alcuni capisaldi presenti nella Bibbia, un esempio su tutti il peccato originale. Non si può, a mio avviso, conciliare questo Dio con la Biologia moderna senza rinunciare a quei capisaldi prima.

Tuttavia discussioni come queste sono stimolanti da un punto di vista ancora intellettuale, mentre le posizioni riportate nel proseguo dell’articolo spostano lo stimolo decisamente più in basso. In un’escalation imbarazzante, difatti, De Mattei sostiene che Darwin è stato complice inconsapevole delle teorie di Marx e Hitler, la Scaraffia proclama che si devono distinguere le teorie scientifiche dall’uso antireligioso che ne fanno loschi figuri come Odifreddi, e che anzi i cattolici meno legati alla lettera del testo biblico le accettano senza problemi (e senza rendersi conto dell’ipocrisia insita nel non fare i conti con le proprie credenze, aggiungo io), e infine Blondet arriva alla sublime vetta del ridicolo:

«La teoria dell’ evoluzione – dichiara – viene tenuta in piedi dalla corporazione dei biologi, ma è smentita di continuo dalle scoperte della paleontologia e della genetica. Il grande merito degli evangelici americani è stato quello di dare coraggio ai numerosi scienziati che non esprimevano i loro dubbi sulla visione dominante per timore di rovinarsi la carriera. Che poi oggi gli anglicani chiedano scusa a Darwin, si deve a quella smania deleteria del politicamente corretto che sta provocando un enorme smarrimento anche all’ interno della Chiesa cattolica»

Il che, per tono e serietà degli argomenti, mi fa pensare che Libero abbia una rubrica sulla biologia e Blondet ne sia assiduo lettore. Per una volta però voglio essere ottimista, e attendere i risultati della conferenza in programma nel 2009, sperando non tanto che dia il via a un rinnovamento della Chiesa (poco probabile) ma, una volta tanto, a un clima più favorevole al discorso scientifico.

p.s. firmate tutti il manifesto antirazzista, una volta tanto una petizione online ben documentata.

Vai articolo originale: http://paguropagano.blogspot.com/2008/09/darwin-e-il-suo-destino.html