L’hanno ribattezzato «Movimento delle Sartine». Stoffe, elastici, macchina da cucire, tempo e impegno per produrre e donare quello che di questi tempi è diventato un bene di prima necessità: la mascherina. Su iniziativa dell’associazione Tavola rotonda-Why not? e della sua divisione di Garda e Valsabbia, a cui si è affiancata l’associazione «Un aiuto per» è nato il progetto «Angeli con ago e filo», che ha riunito una trentina di sarte in città e provincia per produrre mascherine e distribuirle gratuitamente sul territorio, in questo momento di emergenza coronavirus.
E se l’unione fa la forza, queste realtà, insieme, hanno fatto molto di più: quasi 21mila mascherine in sole tre settimane, donate a chi ne ha bisogno in tantissimi comuni di città e provincia. A rendere possibile l’iniziativa sono state anche la generosità di una decina di aziende del territorio e di diversi privati, che hanno fornito stoffe, elastici e fettucce, e l’impegno di una dozzina di volontari, occupati ogni giorno a portare il materiale alle sarte e a distribuire le mascherine in negozi di alimentari, edicole, rsa e abitazioni.
«Brescia – ha detto il presidente di Tavola rotonda-Why not? Numa Sbaraini, affiancato dal presidente della divisione di Garda e Valsabbia Giorgio Ferrari – sta rispondendo in modo solidale, dimostrando di meritarsi il titolo di Leonessa d’Italia». «Senza le mascherine prodotte con questo progetto – ha sottolineato l’assessore alla Partecipazione Alessandro Cantoni – i nostri seicento volontari non avrebbero potuto girare in questi giorni per dare aiuto alle persone più fragili». Non si tratta di presidi medico-chirurgici, ma di dispositivi di protezione individuale in cotone, lavabili e quindi riutilizzabili.
«Questo momento di difficoltà – ha commentato Michela Cibaldi, presidente dell’associazione “Un aiuto per” – ci ha offerto una grande occasione, quella di poter donare a chi ha bisogno». Per richiedere le mascherine, disponibili anche per sordomuti, è possibile contattare i servizi sociali del Comune di Brescia e i presidenti dei Consigli di quartiere, oppure mandare un messaggio sulle pagine Facebook di Tavola rotonda-Why not? e Tavola rotonda-Why not? Garda e Valsabbia.
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