In questi giorni di isolamento casalingo il modo più diffuso per tenersi informati e rimanere in contatto con parenti e amici è l’utilizzo di social e chat. Purtroppo, però, stanno circolando tantissime notizie false e persino pericolose. Consigli sbagliati, raccomandazioni fatte da personale tecnico o presunto tale, rimedi fai da te per prevenire l’infezione Covid-19.
La maggior parte della volte questa cattiva informazione è causata da un modo impreciso di interpretare articoli scientifici e relative ricerche. In questo modo si finisce col fornire ai media e al pubblico riassunti fatti di parole semplici e accattivanti, ma fondamentalmente sbagliate.
Ricordando, quindi, di attenersi sempre alle raccomandazioni istituzionali, vediamo qui di seguito alcune false notizie circolate in questi giorni, insieme al nostro esperto Dr. Antonio Clavenna.
BUFALA #1: Possiamo auto-diagnosticarci il Covid-19.
L’unico modo per effettuare la diagnosi è sottoporsi al tampone rinofaringeo, eseguito da personale specializzato in laboratorio, per ricercare la presenza del virus nel materiale prelevato.
Quindi, l’affermazione del ricercatore di Taiwan secondo cui basterebbe trattenere il respiro per 10 secondi per capire se c’è fibrosi nei nostri polmoni è falsa.
Perché questa notizia è pericolosa? Perché in persone poco allenate, trattenere a lungo il respiro può causare sintomi fastidiosi, come giramenti di testa oppure sensazione di svenimento. Meglio stare attenti, quindi.
I sintomi che possono far sospettare la presenza di una polmonite, e che necessitano subito di una valutazione medica, sono la tosse particolarmente insistente e la mancanza d’aria.
BUFALA #2: il consumo di bevande calde e acqua uccide il coronavirus.
Non c’è nessuna evidenza che sostiene questa affermazione.
Il nuovo coronavirus, come tutti gli altri virus d’altronde, non solo è capace di resistere a temperature di 26–27° C, ma è anche in grado di replicarsi in un organismo che ha una temperatura di circa 36–37° C.
Quindi, il messaggio audio che gira sul social WhatsApp in questi giorni, è assolutamente falso!
Considerando che nemmeno le bevande molto calde sono in grado di alterare la temperatura corporea, è molto improbabile che consumarle possa avere alcun effetto sui polmoni, dove si nasconde il coronavirus Sars-CoV‑2.
In un altro messaggio, poi, viene consigliato di bere spesso acqua per tenere la gola sempre umida: questo, infatti, consentirebbe di eliminare il virus dalle vie aeree spingendolo nel tratto gastrointestinale, dove verrebbe annientato dall’acidità dello stomaco. Attenzione, ci troviamo di fronte ad un’altra fake news! E’ sicuramente importante assumere ogni giorno un’adeguata quantità di liquidi, ma non come prevenzione di Covid-19.
BUFALA #3: la vitamina C previene il Covid-19.
Non ci sono prove scientifiche che dimostrino come l’assunzione di vitamina C sia efficace nel prevenire l’infezione da Covid-19, o nel ridurre il rischio di sintomi gravi, oppure nel diminuire la durata della malattia.
Così come, nonostante si tratti di una credenza molto diffusa, non ci sono solide prove scientifiche che la vitamina C sia efficace nel prevenire il raffreddore o l’influenza. Mancano prove anche sull’efficacia di altri integratori proposti in questi giorni (per esempio zinco, lattoferrina) nel proteggerci dal coronavirus.
In generale, quindi, è bene per la nostra salute avere un’alimentazione varia e ricca di frutta e verdura. Mangiare agrumi e kiwi (come anche altri frutti) è sicuramente una scelta salutare e da consigliare. Tuttavia per affrontare con minori rischi le infezioni, oltre che una corretta alimentazione è importante che tutto lo stile di vita sia sano (per esempio svolgere attività fisica, non fumare, evitare gli eccessi nel consumo di bevande alcoliche).
Dunque, la miglior protezione è limitare il più possibile i contatti sociali, mantenendo la distanza di un metro e rispettando le norme igieniche: lavaggio frequente e accurato delle mani, evitare di toccare bocca, naso e occhi con le mani sporche, coprire bocca e naso con un fazzoletto quando si tossisce o si starnutisce.
BUFALA #4: Occorre aumentare la quantità di proteine ingerite per produrre più anticorpi.
Aumentare l’assunzione di proteine mediante la dieta non fornisce benefici per il sistema immunitario.
La dose giornaliera di proteine generalmente raccomandata è pari a 0.8 grammi per kg di peso corporeo. Ad esempio per un uomo di 70 kg che non svolge attività fisiche pesanti 56 grammi è sufficiente a garantire il normale fabbisogno dell’organismo, tra cui la produzione di anticorpi.
Attenzione perché aumentare l’assunzione non fornisce benefici per il sistema immunitario, anzi! Potrebbe diventare un rischio per la salute, in quanto un eccessivo consumo di proteine, ad esempio, potrebbe danneggere i reni (anche se nell’uomo non ci sono dati conclusivi a riguardo).
BUFALA #5: è possibile confezionare mascherine in casa.
Non solo non è così, ma al contrario l’uso delle mascherine (anche di quelle chirurgiche) potrebbe fornire un falso senso di sicurezza e distogliere l’attenzione dal mettere in atto le norme igieniche o il distanziamento sociale (mantenere almeno un metro di distanza dalle altre persone).
Il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità ritengono, coerentemente con quanto raccomandato a livello internazionale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che le mascherine chirurgiche siano da riservare:
- a coloro che presentano sintomi influenzali, per ridurre il rischio di contagio di chi gli sta intorno;
- a coloro che assistono chi è ammalato.
Le mascherine chirurgiche, oltre a non garantire un’elevata protezione contro l’infezione da virus, se indossate e tolte in maniera non corretta possono rappresentare una fonte di trasmissione. Per esempio, se togliendo la mascherina si tocca inavvertitamente la parte esterna o interna, si rischia di contaminare le mani. Questo è uno dei motivi per cui non si raccomanda a tutti l’uso di mascherine, anche se può sembrare razionale l’intento di impedire che ciascuno contagi gli altri attraverso le goccioline respiratorie. C’è, inoltre, da considerare che la priorità di utilizzo di questo tipo di presidi deve essere riservata al personale sanitario. In un momento di scarsità, non ci si può permettere di lasciare sprovvisto chi ne ha più bisogno.
Le misure igieniche e di distanziamento sociale sono sufficienti, quindi, a ridurre il rischio di contagio da Covid-19 e a loro deve essere riservata la massima attenzione.
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