Considerazioni personali sugli Snowdays 2010

Passati gli Snowdays. Credo di aver fatto la cosa più grossa in termini di fatica e responsabilità di tutta la mia vita. Prima di elencare le cose che ho imparato, spiego brevemente quello che ho fatto, non tanto per vantarmi, ma per segnarmi da qualche parte quello che ho fatto, che se un giorno fossi disperato per un qualsiasi motivo, mi basterebbe rivedere questo post per riguadagnare la fiducia in me stesso.

Dunque, il mio ruolo nel team organizzativo degli Snowdays è stato occuparmi della logistica dei pasti. Gli altri compiti sono lo sponsoring, gli alloggi, la logistica trasporti, la comunicazione, l’organizzazione degli sport, quella delle feste, il prendere i contatti con le altre università, la realizzazione del video e della parte grafica sia online che su carta. Poi ovviamente c’è la coordinazione dell’intero team.

Nel concreto dovevo pensare alle colazioni, i pranzi, le cene ciascuna per due giorni per 400 persone in quattro posti diversi, ovvero le colazioni in uno studentato e nella mensa universitaria, il pranzo sulla pista dell’impianto Corno del Renon e a Carezza, le cene e la Ciobar Lounge di nuovo in università. Significa che prima dell’evento ho dovuto programmare cose e in che quantità era da comprare sia in termini di cibo che di strumenti per la preparazione e accessori, dai tovaglioli ai tavoli e panche, dai bollitori alle forchette, dai taglieri per fare i panini ai condimenti per la grigliata. Poi dovevo pensare a come trasportare il tutto a 30 km di distanza in montagna sulla neve, a chi chiedere la per preparazione di 400 panini con insalata pomodoro e mozzarella, alla cottura del Ciobar e a come portare 45 kg di gulasch a 70°C in mezzo a una pista innevata alla quale si accede solo con la cabinovia. Eppure è andata bene.

È andata bene perché sono stato aiutato. Ringrazio quindi tantissimo Corrado R. che mi ha fatto da vice, poi Emanuela V., Valentina P., Giulia B., Erica P., Chiara D.E., Marco G., Anna K., Stephanie W., Alessandra C., Francesca M., Nikolai F., Beatrice B., Teresa P., Giovanna D., Marco S., Aldo D., Alessandro S., Gabriele S., Veronica C., Michele N., Marina K., Sabine L., Monica M., Anna S., Gisli G., Marc S., Cristina F., Manuela F. e Giuseppe Aina per essersi resi disponibili sin dall’inizio e anche Alexander K., Anna W., Moritz K., Luca T., Alberto B., Stefania M., Matteo C., Kai B., Erica G., Lukas F., e Chiara P., per aver dato una mano vedendo che c’era bisogno di aiuto sul posto e non essere rimasti indifferenti come altri. Pochissimi hanno fatto quello che mi aspettavo da parte loro. Moltissimi hanno fatto di più. Grazie a Fabian per i suoi consigli, a Michael e Hannes per essersi occupati in parte anche di “roba mia”. (Spero di non aver dimenticato nessuno)

Ma il grazie più enorme di tutti va ad Alba che oltre ad avermi accompagnato sempre, ad avermi aiutato e consigliato sempre, mi ha dato la fiducia per ricoprire questo incarico, che, se ci fossi stato alla prima riunione quando si è deciso chi faceva cosa, io non mi sarei mai accollato, neanche sotto tortura.

Ho così imparato a organizzare pasti per 400 persone, che se vi chiedete a che cosa possa servire a uno che vorrebbe fare il manager da grande non saprei rispondervi. Ho imparato a coordinare un gruppo a parer mio enorme. Ho imparato a riconoscere chi è affidabile e chi non le è. Ho imparato a tenere registrazioni di magazzino.

Mi vengono da fare un sacco di altre considerazioni, ma per il momento chiudo qui, dicendo che se qualcuno avesse da organizzare un mega picnic da 400 persone, può contare su di me.

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