Comunità energetiche rinnovabili: il caso di Garda Uno in Lombardia

Le Comunità energetiche rinnovabili (CER) sono una nuova forma di gestione dell’energia da fonti rinnovabili che coinvolge i cittadini, le imprese e le amministrazioni locali in un progetto di autoproduzione, autoconsumo e condivisione di energia pulita. In questo articolo vi raccontiamo il caso di Garda Uno, la multiutility che sta sviluppando una CER di area vasta in Lombardia, coinvolgendo 43 Comuni tra le province di Brescia e Mantova.

Cos’è una CER e quali sono i suoi vantaggi

Una CER è una forma di aggregazione tra soggetti che producono e consumano energia da fonti rinnovabili all’interno di un’area geografica limitata, collegata alla rete elettrica di bassa tensione. L’obiettivo è quello di ottimizzare l’uso dell’energia autoprodotta, riducendo la dipendenza dalla rete e i costi in bolletta, incentivando l’efficienza energetica e la mobilità sostenibile, contribuendo alla transizione ecologica e alla creazione di valore sociale ed economico per il territorio.

Le CER sono regolate dalla legge 8 agosto 2019 n. 77 (Decreto Semplificazioni), che recepisce la direttiva europea 2018/2001 sulle energie rinnovabili. La legge prevede degli incentivi per l’autoconsumo istantaneo e un premio per l’energia condivisa all’interno della CER. Inoltre, stabilisce che i Comuni possono essere i soggetti referenti, promotori e aggregatori delle CER sul proprio territorio.

Il progetto di Garda Uno: una CER di area vasta

Garda Uno è la multiutility che gestisce i servizi ambientali ed energetici di 34 Comuni del Garda bresciano e della Valtenesi. Dal 2006 a oggi, il Servizio Energia da fonti rinnovabili della multiutility ha permesso ai Comuni soci di produrre 21 milioni di chilowattora (kWh) di energia pulita, evitando l’emissione di 10.884 tonnellate di CO2.

Adesso, grazie alla Comunità energetica (CER) d’area vasta di Garda Uno, la capacità produttiva dei Comuni crescerà di 6 volte. Il progetto coinvolge 43 Comuni tra le province di Brescia e Mantova (di cui nove non soci), per un totale di 415.675 persone/consumatori distribuiti su un territorio di 1.182 kmq.

Garda Uno ha sviluppato una Comunità energetica in ognuno dei 43 Comuni coinvolti, personalizzando il progetto sulle esigenze del singolo Comune. Tuttavia, quello della multiutility è anche un progetto di “area vasta”, che permette di coinvolgere nella CER anche chi ha una ridotta possibilità di sviluppare impianti per la produzione di energia rinnovabile. Un esempio è Gargnano: nel centro storico ci sono molti vincoli storici e paesaggistici, che rendono difficile installare pannelli solari. In questo caso, l’entroterra e i paesi confinanti possono cedere l’energia in eccesso: è il caso di Magasa o Valvestino – 480 abitanti in un territorio di 50 kmq -, Comuni dove la produzione di energia sarà molto superiore alle necessità locali di consumo.

I numeri della CER di Garda Uno

Nel progettare una CER bisogna prima conoscere il numero di utenti e i propri consumi. Così si arriva ad un corretto dimensionamento. Ad oggi, se si sommano tutti i progetti gestiti dalla multiutility, si nota come questa CER interessi 278.286 residenti, ma – sommando i fluttuanti turistici, che sono 137.389 l’anno – si arriva ad un totale di 415.675 persone/consumatori.

Numero impianti: dai 128 esistenti (installati negli anni passati) se ne aggiungono 258 nuovi, per un totale di 386 impianti che entrano nella Comunità energetica d’area vasta

Potenza (kWp): dai 2.499 chilowatt picco (kWp) dei vecchi impianti si sale ai 17.076 chilowatt dei nuovi impianti (6,6 volte più potenza), per una potenza totale di 19.575 chilowatt (kWp)

Produzione in chilowattora l’anno (kWh/anno):

  • Impianti già esistenti: 3.396.115 chilowattora/anno
  •  Impianti nuovi: 20.152.219 chilowattora/anno
  •  Impianti totali: 23.548.334 chilowattora/anno

Nella CER d’area vasta (43 Comuni coinvolti), Garda Uno prevede che circa la metà della produzione elettrica (52%) sia autoconsumata (12,3 milioni di chilowattora l’anno), un terzo di energia (31%) sia condivisa e consumata all’interno della Comunità energetica (7,3 mln di chilowattora) e il restante 17% rappresenti l’energia in eccesso (non consumata) venduta alla rete (3,9 mln kWh/anno). Quest’energia in eccesso oggi è immessa e ceduta alla rete, ma un domani – con lo sviluppo della CER – potrebbe essere consumata da nuovi utenti che entrano nella Comunità energetica.

Gli obiettivi e gli attori della CER

Le Comunità energetiche permetteranno alle Amministrazioni di raggiungere diversi obiettivi:

  • autosufficienza energetica;
  • risparmi in bolletta sul costo della materia energia;
  • incentivi per l’autoconsumo e un premio per l’energia condivisa;
  • possibilità di destinare i proventi dell’energia (condivisa) per finanziare attività sociali per categorie disagiate;
  • riduzione delle emissioni di gas serra che alterano il clima;
  • creazione di un circuito virtuoso che generi nuovi posti di lavoro green;

La creazione della CER permetterà inoltre di:

  • creare un equilibrio energetico locale e risparmiare sul trasporto di energia;
  • ridurre le perdite di rete;
  • fornire indicazioni sull’uso dell’energia per far coincidere il più possibile produzione e consumo;
  • incentivare il territorio a collaborare per creare impianti di energia pulita;

“Il Comune è il soggetto referente, promotore e aggregatore del percorso delle CER. Le Comunità energetiche – spiega Massimiliano Faini, direttore operativo di Garda Uno – sono un’opportunità che, per la prima volta, dà ai Comuni la possibilità di condividere con i cittadini delle iniziative per autoprodurre energia da fonte rinnovabile”.

Il ruolo dei cittadini è fondamentale: essi possono partecipare alla CER come consumatori o come produttori-consumatori (prosumer), beneficiando dell’energia autoprodotta localmente o cedendola ad altri membri della CER quando non ne hanno bisogno.

L’intelligenza artificiale al servizio della CER

Autoprodurre energia e condividerla va bene, ma non basta. È necessario che nella CER ci sia la possibilità
di conoscere esattamente il comportamento dei flussi energetici tra produttori e consumatori locali.
Per generare queste indicazioni c’è bisogno
di dati e rilevazioni (fatte ogni 15 minuti) che derivano dalla conoscenza puntuale della CER.

“Questo software,
che si chiama M.A.V.E., noi ce l’abbiamo. E l’abbiamo sviluppato insieme ad Enea” conferma Faini.

“L’intelligenza di sistema che stiamo progettando ha un obiettivo: avere una Comunità energetica dove si può pensare di produrre e consumare quando risulta essere il momento ottimale per l’area entro la quale la Cer si sviluppa – dice Faini -. L’obiettivo è arrivare a dare delle indicazioni tali per cui il momento ottimale per il consumo dell’energia coincida con la capacità di produzione locale di quell’energia, ottenendo anche un risparmio sul trasporto”.

M.A.V.E. è un software basato sull’intelligenza artificiale che analizza i dati provenienti dagli impianti e dai contatori intelligenti, e fornisce delle previsioni sulla produzione e il consumo di energia nella CER. In questo modo, è possibile ottimizzare l’uso dell’energia autoprodotta, riducendo gli sprechi e le perdite di rete, e incentivando i comportamenti virtuosi dei membri della CER.

Le prossime tappe del progetto

Attualmente la CER di area vasta di Garda Uno prevede un impegno di spesa stimato in 41,2 milioni di euro, di cui 31,5 alla voce fotovoltaico, 7,2 per l’idroelettrico e 2,4 per il teleriscaldamento. A fine 2023 Garda Uno prevede che tutte le progettazioni definitive siano concluse. Nel 2024 si ipotizza che siano realizzati i primi impianti.

Per la realizzazione degli impianti ogni Comune può scegliere strade diverse: il bando pubblico, l’affidamento in house o, infine, la possibilità di approvvigionarsi dei materiali creando un unico gruppo d’acquisto, ottenendo economie di scala.

Il progetto di Garda Uno è un esempio concreto e innovativo di come le Comunità energetiche rinnovabili possano rappresentare una soluzione vantaggiosa per il territorio, per l’ambiente e per i cittadini. Si tratta di una sfida che richiede la collaborazione tra diversi attori e l’uso delle nuove tecnologie, ma che può portare a una vera e propria rivoluzione energetica.

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Titolo: Comunità energetiche rinnovabili: il caso di Garda Uno in Lombardia

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