Categoria: Riva

22a TRANS BENACO CRUISE DEL LAGO DI GARDA Sulla rotta Portese-Riva-Portese

Tutto pronto sul Garda per la 22° Trans Benaco Cruise Race. La long distance che prenderà il via sabato prossimo sulla rotta Portese-Riva con ritorno nella giornata successiva. La partenza della prima tappa è prevista per le ore 10 del 2 agosto dal porticciolo di Garda Blu. Da qui le vele delle classi Crociere e […]

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A Midsummer’s Nightmare (reprise)

(continua da qui)

“Aaaaaarg!”
“Silvio, che succede?”
“Un incubo, un incubo…”
“Hai sognato di nuovo quella storia di Dell’Utri che..”
“No, no, peggio…è per via dell’immunità…prima Napolitano che rapina le banche e mi uccide, poi Fini che mi uccide, poi Schifani che..che..”
“che ti uccide?”
“già…”
“Ma Silvio, ti hanno già ucciso un anno fa, non ricordi?”
“Che dici Veronica?”
“Non sono Veronica, sono Satana”
“Ti immaginavo diverso”
“Il male ha mille forme”
“Già..ehi, aspetta, Satana? quindi io sono all’Inferno?”
“Esatto, e ora se vogliamo continuare…”
“Continuare?”
“Continuare, mi stavi facendo un pomp..”
“Aaaaaarg!”

***

“Aaaaaarg!”
“Renato! stai bene?”
“Si cara, si..è stato solo un incubo…devo aver mangiato pesante”
“Devi starci attento a queste cose, non sei immune anche dai malanni fisici lo sai?”
“ehehe si si, ci stiamo lavorando però”
“eheheh”
“Mi sa che mi faccio un caffè e mi metto a lavorare, è quasi mattino”
“come vuoi, io mi rimetto a dormire..”
Sciabattando per le stanze della sua reggia, il presidente del Senato arriva in cucina e fa per preparare la moka quando scopre che dal lavandino non esce acqua. Stupito, torna in camera da letto.
“Cara…”
“hmmm, che c’è amore? non dovevi metterti a lavorare?”
“Si ma lo sai che senza caffè non parto”
“hmm hai provato ad aprire l’acqua e non va?”
“Esatto..”
“E ti sei dimenticato che l’acqua l’ha comprata Berlusconi dopo averla privatizzata”
“Come?”
“Già, e sai com’è fatto quello, a forza di tangenti ha comprato tutto e ora specula vendendo un sacco di acqua in bottiglia”
“Acqua in bottiglia? e nessuno gli dice niente?”
“E che gli vuoi dire? è immune…dai che domani mattina mandiamo la filippina a comprare qualche cassa al Silviomercato”
“Silviomercato?”
“Già..praticamente ora ha il monopolio su tutto e si è fatto un po’ prendere la mano…lo conosci, è un ragazzino in fondo”
“Aaaaaarg!”

***

“Aaaaaarg!”
“Gianfranco, che hai?”
“Niente niente, un brutto sogno…”
“Su, rilassati che domani partiamo per la crociera, devi essere riposato”
“Già…”
“Anche perchè c’è un sacco di lavoro da fare questa volta”
“Lavoro?”
“Lavoro, ti sei scordato che dobbiamo portare fuori dall’Italia quelle tre valige di denaro?”
“Valige di denaro?”
“cos’hai sognato, di diventare un pappagallo? le valige di denaro! o vorresti pagare le tasse su quello che guadagni? guarda che a quello non siete ancora immuni, eheheh”
“Ma io sono sempre stato onesto..”
“Eh, ora fai il bravo samaritano, ma fino ad adesso di sei sempre approfittato della tua situazione”
“Scusa, per curiosità…che ho fatto finora?”
“A parte i soldi? allora, hai mandato all’ospedale quattro figli dei fiori, hai commesso almeno tredici apologie del fascismo, più guida in stato di ebrezza e minacce di morte a Bossi”
“Ah..”
“Eh, l’occasione fa l’uomo ladro, no?”
“Così pare…”
“Ah, dimenticavo…”
“Oddio, cosa c’è ancora?”
“Per via di una scommessa con Storace hai stuprato la Mussolini”
“Aaaaaarg!”

(chi continua?)

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E non contenti infierire

”Come sapete, avevo gia’ detto pubblicamente che non mi sarei avvalso della clausola che dava la possibilita’ alla magistratura di sospendere per un anno i processi anteriori al 2000”. Silvio Berlusconi parla di giustizia a margine di una conferenza stampa a palazzo Chigi dopo un incontro con il premier maltese. Il presidente del Consiglio ribadisce che non utilizzera’ le cosiddette norma salva-processi e non si sbilancia quando gli chiedono se si avvarra’ del lodo Alfano. (fonte Adnkronos)

L’Italia è una Repubblica fondata sullo sfottò, ma a un certo punto si esagera. In ordine di comparizione:

1) i processi fino al 2000 in cui Berlusconi è imputato sono tutti finiti da tempo (per prescrizione, assoluzione con formula dubitativa, amnistia ecc…), dato che tutti quelli attualmente pendenti sono cominciati dopo (forse Silvio si riferiva a quelli per reati precedenti al 2000?)
2) il Lodo Alfano lo proteggo egualmente, anzi meglio, da quei processi
3) Se anche il Lodo Alfano verrà cancellato dalla Consulta (cosa probabile, checchè ne dica Napolitano), Silvio si potrà facilmente rimangiare questa dichiarazione, essendo, per l’occasione in cui è stata fatta, vincolata al Lodo

Allora ci prende in giro?. A proposito, sul lodo alfano credo di non aver ancora preso posizione, bene, lo faccio ora.

Il lodo Alfano è una cagata pazzesca

facile, no? si, è abbastanza facile, troppo facile (ecco perchè non avevo ancora preso posizione, mi annoia). Come è troppo facile ricordare le balle che stanno raccontanto questi giorni sulle presunte immunità alle alte cariche degli altri Stati, per questo vi rimando all’intervento di Travaglio di questo lunedì (a proposito, devo appuntarmi di scrivere un pezzo su Travaglio uno di questi giorni) e salto a piè pari la questione. Della questione “morale” ho già parlato, tanto per spiegare per quale motivo a mio parere un immunità del genere è dannosa anzichè “civile” come la vogliono spacciare, riassumendo per i pigri (quel pezzo è decisamente anti-pigro) lasciare che chi vada al potere non venga controllato è dannatamente ingenuo, denota una fiducia nella capacità di “transustansazione” da parte del voto popolare difficilmente spiegabile altrimenti che con la stupidità. Ecco, andiamo pure avanti con l’ingenuità che sembra un tema più fecondo:

Napolitano: Grillo dice che sonnecchia, dimostrando quanto poco capisce (o è interessato a capire) le persone che prende di mira. Non credo che i suoi strali siano vilipendi, ma a volte (questo caso è emblematico) manca clamorosamente il bersaglio. Napolitano non sonnecchia affatto, è solo convinto che Berlusconi in fondo punti solo ai suoi processi e tolti di mezzo quelli sia disposto quantomeno a occuparsi della grossa crisi in cui l’Italia si barcamena. Non si rende conto che Berlusconi ha tutta l’intenzione di cavalcarla, la crisi.

La Lega: Qualche elettore scontento c’è già, qualche segnale di rottura interna mi è parso di coglierlo (ma devo fare qualche ricerca), i motivi per essere incazzati con il partito (da parte dei loro elettori dico) ci sono tutti: in questi mesi gli uomini in verde non hanno ancora portato “a casa” niente, eccetto qualche polverone sui rom (che purtroppo sono gli unici ad aver pagato l’alleanza Lega-Pdl). Il federalismo fiscale viene continuamente rimandato (credo si stiano inventando qualcosa che ci assomigli abbastanza da poter essere spacciato per tale), il ministero dell’istruzione è in mano a una berlusconiana, la sicurezza nelle strade peggiorerà nonostante i proclami (e qualcuno se ne sta accogendo), persino il contentino Alitalia galleggia sempre peggio (e non sembra davvero che qualcuno sia interessato a salvarla), nel frattempo Berlusconi fa quello che vuole con la giustizia italiana. E loro? navigano a vista, con qualche sparata ogni tanto per rassicurare l’elettorato, pur se avrebbero la forza politica per imporre praticamente qualsiasi cosa al Cavaliere, dal quale però, ingenuamente, credono di poter ancora ottenere qualcosa.

Il Pd: …no dai, oggi non mi va di infierire sul Partito Democratico, che sta pure risalendo un poco la china (un poco) dal dialogo all’opposizione seria. Ingenui si, ma la base ha ancora qualche occasione di essere ascoltata (vedremo al congresso).

E in tutto questo Berlusconi non solo fa i comodi suoi avvantaggiato dalla pochezza intellettuale di chi lo “affronta”, ma sfotte pure. Per me non è educato, diteglielo se lo vedete.

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Trash Hotel

Una ridente località costiera italiana a fine Luglio ’08; mentre i turisti passeggiano per le strade impeccabili tra lo stuolo di faccendieri che con loro sbarca il lunario, un personaggio misterioso risponde al telefono.

“Pronto!”
“pronto carissimo…allora, com’è la situazione laggiù? ce la porto Mariangela a fare qualche bagno?”
“ehh, dottò, accà ci sta ancora da aspettare nu poco…”
“ma come! ho visto al telegiornale che è tutto pulito, lindo, impeccabile!”
“ehhh”
“e il presidente! il presidente ha detto che l’emergenza spazzatura è passata!
“vabbuò, in un certo senso l’emergenza è passata..dicimmo accussì”
“cosa intendi?”
“nel senso che sono ripresi gli affari, s’intende, quell’emergenza è passata”
“gli affari?”
“eh, gli affari…con tutto il rumore che si era fatto intorno alla faccenda non si riusciva più a lavorare, si rischiava di perdere la stagione, dottò!”
“la stagione?”
“la stagione! e invece con le vie del centro vuote e le chiacchiere in mondovisione del presidente stanno tornando i turisti”
“ma non ho capito, cosa c’è che non va ancora? perchè non posso venirci con la bimba?”
“perchè la munnezza non l’hanno mica levata, non avete ancora capito come funzionano queste cose?”
“perdonami..sono un po’ confuso”
“mo’ vi spiego…facciamo che tenete un hotel”
“un hotel?”
“è un esempio dottò, facciamo che tenete un hotel e un amico vostro vi chiede di tenergli certa roba..”
“roba?”
“roba, avete capito…ecco, l’amico vostro, che è un amico vero, vi paga pure…e vi da sempre più roba e sempre più soldi, finchè non dovete riempire le stanze dell’albergo..”
“ma così non posso affittarle ai clienti!”
“ma a un amico non si possono mica rifiutare certi favori, capite?”
“uh, credo di si..”
“ecco…e ora immaginate di aver quasi riempito tutte le stanze e che manchi poco a dover usare la hall…clienti ormai nun ce ne stanno chiù, ma si tira avanti coi soldi dell’amico, quindi alla fine ve la passereste bene…”
“hmm”
“…qualche lamentela dai vicini, ma ci stavano pure prima coi clienti chiassosi…”
“e poi che succede?”
“succede che cominciano a girare i poliziotti davanti all’hotel, compare gente strana a fare domande…insomma, anche l’amico capisce che è il caso di sistemare la faccenda…voi che fareste?”
“non so…mi sbarazzerei della roba?”
“ehh, la fate facile dottò, non è che si può muovere tutta quella roba così…vi spiego cosa dovreste fare”
“dimmi”
“nel caso capitasse, s’intende”
“s’intende”
“allora, per prima cosa vi dovreste assicurare l’appoggio del capo della polizia”
“ma..”
“non mi fate dire cose al telefono, e poi le mie sono solo supposizioni, sono un povero cristo io, no?”
“si si, scusa”
“ecco, dicevo…per prima cosa vi dovreste mettere daccordo con..con chi comanda, che conviene avere qualche appoggio più in alto della polizia”
“perchè?”
“perchè più in alto si va e più è facile trovare qualcuno a cui interessi un affare…”
“capisco”
“ecco, poi dovreste cominciare a far sparire la roba dalle stanze più spaziose e belle, e in fretta. Prima si chiude la questione prima la gente smette di curiosare”
“e poi?”
“e poi si dichiara che si, c’era qualcosa che non andava, in quell’hotel girava un po’ di roba, ma all’insaputa dal proprietario…e comunque è stato ripulito e ora è pronto a accogliervi, venite numerosi! e questo lo dovreste far annunciare dagli agganci in alto, così ha più visibilità”
“ma si presterebbero?”
“eccome! chilla è gente sempre pronta a prendersi qualche merito…ad ogni modo in questa maniera si può tenere la roba e i clienti assieme, e tutti sono felici”
“si…ma scusa, mi sono perso…e la spazzatura?”
“eh, se volevate capire avevate già capito…vabbuò, ve lo dico chiaro: la munnezza ancora qua sta
“ma..”
“solo che abbiamo ripulito bene bene le vie principali”
“ma come mai nessuno se ne accorge?”
“fondali di cartapesta”
“cosa?”
“fondali di cartapesta, abbiamo messo qualche mucchio di spazzatura finta nelle vie principali come attrazione turistica, i turisti ne vanno matti, ci fanno pure le foto e si portano via i sacchetti”
“non capisco..”
“così se si imbattono in qualche mucchio vero nelle viuzze secondarie lo spacciano per falso”
“e l’odore?”
“lo sapete che fama abbiamo noi napoletani, se gli diciamo che abbiamo ricostruito l’odore della spazzatura per fare una cosa più realistica ci credono”
“Ciro..”
“Mi dica dottò”
“la vostra fama…ve la meritate tutta”
“grazie dottò”

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Eluana Englaro è il suo corpo

Il caso della Englaro (mi rifiuto di chiamarla per nome, e per fortuna Engly suona troppo male o l’avrebbero usato, manco fosse la cara amica di sempre o, peggio, il cagnolino) si presta a molteplici riflessioni, ma soprattutto richiede che qualcuno getti secchiate di realtà in faccia ai numerosi commentatori che, come sempre in queste occasioni, si buttano a pesce sull’argomento carichi dei propri interessi. Andiamo per gradi.

Per venire incontro alle necessità di molti tra voi non voglio escludere che da qualche parte noi si abbia un’anima (purtroppo non viene mai nelle foto, per rubare una battuta a Denis). Vi vengo ulteriormente incontro credendo a quella storia del Paradiso e dell’Inferno, pertanto: a patto che a voi freghi qualcosa del dove finisrà l’anima della Englaro, sicuramente non passerebbe per suicida, no? quindi sta decisamente per fare il salto di qualità, lasciatela andare.

Bene, sistemati i cattolici più ortodossi (e sinceri) andiamo avanti e cominciamo con le secchiate di realtà: la Englaro ha la corteccia cerebrale narcotizzata. Sapete cosa significa? vuol dire che praticamente non ha più un cervello. Se vi stupite del fatto che apra gli occhi, possa mangiare se assistita eccetera, sappiate che questo non è incompatibile con la perdita totale della coscienza. Totale e senza ritorno, a meno di miracoli divini (ma se non sbaglio nel menù c’è anche la resurrezioneche, ed è persino più scenografica), non ci potrà mai essere una cura, tranne forse la sostituzione cerebrale o un massiccio impiego di (ops!) cellule staminali (sto facendo fantascienza, sia chiaro). A che giova tenerla in vita? Non sta nemmeno vivendo, in realtà, semmai si sta godendo una non so quanto piacevole escursione nel regno vegetale (a proposito, lo dico in anticipo: io non ci tengo). O considerate vivere il ritrovarsi senza coscienza di sè, senza la capacità di riportare alla mente ricordi o elaborarne di nuovi e senza la possibilità di operare delle scelte riguardo al proprio agire? Perchè tutto questo sta “vivendo” Eluana Englaro, e in molti mi date l’impressione di non tenerne conto.

La prima riflessione che questo caso e i suoi commentatori mi impongono è che prima di decidere della vita o della sopravvivenza di qualcuno dovrei sempre conoscere a fondo la sua situazione, per rendermi conto di quello che sto per fare. Chi si prodiga per tenere in vita la Englaro (ho letto di manifestazioni di persone che portavano in giro bottigliette d’acqua) mi da l’impressione di non sapere davvero di starsi battendo per la sopravvivenza di un corpo, e non più di una persona. Un’altra considerazione prima di andare avanti: molti dicono “si, in un momento di debolezza uno decide che non vorrebbe vivere così…ma poi trovandosi in quella situazione…”, ma dicono una scemata, perchè in questa situazione non ci si trova, non si ha più coscienza, se va bene (si fa per dire) si riesce a percepire un po’ di dolore, sicuramente non ad elaborare pensieri e desideri.

E passiamo a fare qualche nome:

Cossiga e Schifani, non hanno niente di meglio da fare che rendersi ridicoli. Sollevare un conflitto di attribuzione se la Corte d’Appello, in mancanza di una legge specifica, interpreta la Costutuzione Italiana è un’azione difficilmente spiegabile, forse un segnale al Papa? ogni tanto questo governo, orfano di una vera e propria presenza cristiana, ha bisogno di far vedere a Benedetto XVI quanto sia cattolicissimo (il baciamano di Mr B, la norma per cui per indagare un prete si deve avvisare il suo vescovo ecc…). Probabilmente sapevano benissimo (perlomeno Schifani, Cossiga si era solo stufato dell’ombra in cui è finito da un po’, credo) di non approdare a nulla di concreto, ma non è che Benedetto sottilizzi troppo in fondo.

il Foglio ha riunito una serie di esperti di diritto penale per sostenere che 1)idratazione e alimentazione non dovrebbero essere considerati accanimento terapeutico, nel caso in cui il corpo sia in gradi di assimilarle sono infatti considerate parte del trattamento palliativo ai malati terminali, quindi 2)in questa maniera si rende lecita una specie di “eutanasia omissiva”, che non ha radici giuridiche, oltre tutto in base alla ricostruzione del consenso su basi indiziarie. In conclusione, dato inoltre che non sembra sia una condizione dolorosa per la paziente, perlomeno il principio di precauzione dovrebbe farla tenere in vita. Tutto questo è molto intelligente e denota grande competenza, ma ci dice solo che la legge è palesemente inadeguata a tutelare le vere vittime della situazione, ovvero familiari e amici della Englaro. Forse è il caso di ricordarsi che, anche dentro a un dibattito giurisprudenziale di alto livello, si sta sempre parlando di una persona in coma e della sua sfera affettiva.

Per quanto riguarda la Chiesa mi limito a riportare le parole di Bagnasco: “Togliere idratazione e nutrimento nel caso specifico è come togliere da mangiare e da bere a una persona che ne ha bisogno, come ne ha bisogno ognuno di noi”. Cosa resta da aggiungere? ah, già, vorrei chiedere a Bagnasco se la stessa cosa valeva nel caso di Karol Wojtyla.

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Ma sarà poi così morale, la questione?

“è come mettere Dracula presidente dell’Avis” (anonimo)

Se la chiamassimo “questione legale?” oppure “questione non si ruba”? quel morale là suona un po’ da anziano nonnino rintronato che bacchetta i suoi nipoti se tornano tardi, e a me fa tornare in mente più che altro condotte assolutamente personali che credo dovrebbero, quelle si, interessare poco agli elettori (preferenze e pratiche sessuali, assunzione di droghe legali, alcolismo fuori servizio ecc…). Con “questione morale” s’intende, solitamente, il pretendere che chi fa il politico sia più “pulito” dei propri elettori, e questo per una questione di principio: a governare devono essere i migliori tra di noi. Suona un po’ platonico, non trovate? Ecco, io invece preferisco Aristotele (e mi rendo conto di far parte di una fazione in questo, ma tantè, credo sia la fazione giusta).

Ve li ricordate Platone e Aristotele? per chi di voi abbia visto la celebre “Scuola di Atene” di Raffaello sono i due personaggi centrali, che non a caso occupano una posizione da protagonisti nell’affresco: da loro in avanti buona parte della storia culturale dell’occidente può essere iscritta senza troppi sforzi (anche se, ovviamente, si fa per semplificare) in una dialettica tra aristotelici e platonici. Prima che qualche collega mi accusi di uccidere la Filosofia (vedo già le vostre dita fremere) preciso che sto solo parlando di una questione di metodo, della maniera in cui si organizza la propria ricerca a prescindere dagli esiti (in quel caso dividere la storia del pensiero occidentale in queste due fazioni si rivela un po’ più pretenzioso). Ma torniamo ai nostri due capoccioni, cosa li rende così speciali? Dopotutto la storia della filosofia greca si articola quasi sempre in rivalità tra personaggi e scuole (cinici/cirenaici, Socrate/Gorgia, stoici/epicurei ecc…) eppure è la loro dicotomia a farsi sentire anche negli autori di epoche successive (e difatti saranno loro i due grandi Maestri del Medioevo).

Partiamo dal quadro e dall’osservazione più classica che viene fatta: quello a sinistra, Platone, indica il cielo mentre quello a destra, Aristotele, fa cenno di rimanere per terra. Ciò che poi si capisce leggendo questi due autori non è che uno si interessi delle cose celesti e l’altro delle cose terrene, ma che interessandosi entrambi delle stesse materie si dotano di strumenti diversi per risolvere i problemi che trovano sulla strada: l’uno (Platone) parte da concetti puri che poi applica al reale, deducendo il mondo migliore che l’uomo può realizzare partendo dai concetti puri migliori che riesce a trovare, l’altro (Aristotele) cataloga il reale per trovarne le regole già esistenti e una volta compresone il funzionamento cerca di delimitare lo spazio di azione umano migliore possibile. Per questo nella riflessione politica, in parole povere, Platone ne fa una questione di principio, e quindi nella sua Repubblica devono governare i migliori e i più saggi perchè sono i più adatti, mentre Aristotele si prende la briga di analizzare le forme di governo già esistenti e di comprenderne il funzionamento e le ragioni, oltre che la possibile deriva.

Torniamo alla “questione morale” e al perchè non mi piace questo nome (e i nomi sono importanti, perchè in una certa misura determinano il significato). Se la questione è: “perchè ci dovrebbe interessare la caratura morale dei nostri politici?” non so davvero cosa rispondere, e questo perchè la parola “morale” evoca in me temi che riguardano tutto tranne l’amministrazione pubblica. Semmai proprio il contrario, dato che morale è un termine che rimanda decisamente alla sfera privata. E della sfera privata degli altri, a me, cosa dovrebbe importare? niente, appunto, a me degli altri (affetti esclusi, s’intende) interessa solo la sfera pubblica (altrimenti si scade nel gossip, che è precisamente l’interessarsi della sfera pubblica altrui). Ragionando da aristotelico non riesco a vedere la questione di principio che ad alcuni sembra un macigno insormontabile, perchè sto ragionando su come si governa un Paese, e nei politici vedo solo dei funzionari, non delle persone. Facendo un salto ulteriore mi renderei conto che ciò che è essenziale è che chi comanda non sia una persona che userà il potere cedutogli dagli elettori (ebbene si, democrazia è anche cedere un bel po’ del nostro potere decisionale a dei rappresentanti) per compiere dei reati o coprire quelli che ha commesso (e assicurarsi l’impunità): non perchè sarebbe scorretto in linea di principio, bensì perchè ogni reato prevede una vittima, e decidendo che alcune vittime non possano essere tutelate io sto trasformando la democrazia in qualcosa d’altro. Oltre a ciò permetterei che alcune persone fossero avvantaggiate nella propria personale vicenda umana, potendo compiere reati preclusi alle altre persone, il che risulta ancora più incompatibile con la democrazia. Questo non vuol dire che non possa essere necessario talvolta assicurare a qualcuno un’impunità, ma sicuramente può esserlo solo in vista di un bene comune (e non del conto in banca di qualcuno).

Per questo io cambierei quel termine, perchè ciò che è imprescindibile è l’immacolatezza della sfera pubblica di chi mi rappresenta in politica, ovvero l’onestà non tanto per una questione di immagine (che potrebbe anche essere vista come parte della sfera privata, in alcuni casi) ma per evitare che acceda alle leve del potere chi è interessato a sfruttarle per i propri fraudolenti interessi personali. Non devo provare gratificazione nel sapere “pulito” chi mi rappresenta, devo invece sentirmi rassicurato da una cosa del genere, perchè non posso pretendere che il voto della maggioranza degli italiani trasformi chiunque in un disinteressato fautore del bene pubblico, nè che alle cariche politiche aspirino solo onesti idealisti intenzionati a salvare la Patria.

Facciamo “questione etica”?.

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Il web e io

Post veloce veloce solo per aggiornarvi sulle mie ultime fatiche da internauta: a destra nella colonnina noterete (a proposito, la guardate la colonnina?) difatti il nuovo spazio “Altre forme di vita” dove raccolgo tutti gli ulteriori contributi del sottoscritto al mondo web. Ovviamente la “fatica” (si fa per dire) non è il nuovo spazio bensì i due contenuti nuovi nuovi che fanno bella mostra di sè la dentro.

uno è il mio spazio Flickr, dove man mano caricherò i frutti del mio secondo hobby: fotografare le persone quando non stanno guardando. Non sto scherzando, fotografo dei perfetti sconosciuti e cerco pure di non farmi notare (per ora con buoni risultati) nella speranza di raccogliere le foto che si incontrano ogni giorno senza turbarne la naturalità. Oltre a questo, faccio pure qualche foto meno spontanea, ma vengono peggio. La lentezza nell’apparire di nuove foto è dovuta al fatto che uso una vecchia Nikkomat che viene direttamente dagli anni 70, per cui ogni foto va scansionata (e non ho scanner a Bologna, ma solo a casa mia a Riva del Garda o dalla mia ragazza a Como) e poi caricata, una faticaccia (ma sempre meglio che lavorare).

Il secondo è il mio tumblr, che non ho ancora capito bene cosa sia, ma sembra una maniera agile e carina per condividere battute, citazioni e in generale quei pensieri troppo brevi per essere post e che normalmente vanno perduti (o perlomeno non scagliati in mezzo al rumore di fondo del web). Per ora ci trovate solo una specie di introduzione fotografica, ma ne vedrete delle…belle? speriamo.

vi risparmio il mio profilo Facebook, che non ho ancora capito a cosa dovrebbe servire, il mio username su twitter è invece PaguroPagano, ma non mi ricordo mai di postare.

And that’s all, folks!

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Vai avanti tu che a me vien da ridere

Passi che hai chiamato la tua paracorrente “i Coraggiosi”

Passi che hai perso con Alemanno (sic!) l’elezione a sindaco di Roma

Passi che da giovane eri radicale e oggi fai il cattolico di sinistra (anzi, da un po’ di tempo nemmeno più di sinistra)

Ma l’alleanza con l’UDC no, questo è decisamente troppo. A Bologna poi? ma ti sei bevuto il cervello? stai chiedendo ai bolognesi di votare un sindaco che si presenti con una lista PD+UDC? Rutelli, chi ti paga per spararle così grosse?

Intendiamoci, io non sono così refrattario ad avere un ala più cattolica nel PD, idealmente ne farei anche a meno, ma volendo governare si deve tenere conto anche di quella fetta di popolazione italiana, e volendo fare un partito di sinistra si deve tenere conto anche di quella fetta di elettorato di sinistra (se si vuole un Grande partito). Solo, punterei a un elettorato cattolico più spiccatamente riformista, in rotta di collisione col Papa magari, e disposto a mettere tra parentesi la propria fede per legiferare etsi Deus non daretur, come se Dio non ci fosse. Altrimenti, mi dispiace, non stiamo giocando con le stesse regole.

Ma pure se volessimo allearci con quella fetta di elettorato cattolico che tradizionalmente vota a destra, proprio l’UDC? Rutelli, hai presente cos’è l’UDC? io lo so che tu in teoria rappresenti l’ala mancina dell’ex DC, e Cuffaro, Cesa e Casini sono sicuramente più vicini a te di D’Alema, ma non fai prima ad andarci te con tutti i compari tuoi? Non ce la prenderemo, anzi! saremo alla stazione col fazzoletto bianco, verseremo magari due lacrime e poi ci si sentirà a Natale e Pasqua per sapere come va, come non va, come sta Camillo…insomma, amici come prima ma ognuno per la sua strada, non vuoi?

Non vuole. Questo partito democratico non è più di sinistra, e vabbè, non è più “laicista” (qualsiasi cosa significhi) e vabbè, non è più antiberlusconiano, e vabbè…ma perlomeno è rimasto riformista? perlomeno nelle intenzioni lo è ancora, mi pare. Ora, al di là delle belle parole, riformismo significa fare delle riforme per migliorare la società e renderla più giusta ed equa, no? Rutelli cosa dovrebbe centrare in tutto questo? e, a proposito, quanti voti porta Rutelli? Quanti ne fa perdere? ecco, spiegatemi perchè è ancora lì e cerca addirittura di dettare la linea, specialmente dopo il disastro di Roma.

“Ci dobbiamo occupare – ha aggiunto – dei grandi temi del nostro tempo”, in primo luogo ambiente, sicurezza, potere di acquisto del ceto medio, e “se c’è questa agenda penso che in poco tempo il Pd diventerà maggioranza”

Se ci sarà questa agenda il pd diventerà maggioranza, certo, perchè entrerà nel centro-destra. Il che se si puntasse solo a stare dalla parte de vincitori per dire “io c’ero” e dispensare favori alle clientele che seguono dappresso i partiti sarebbe anche un bel risultato, ma in quel caso ditelo che noi ci si comincia a organizzare diversamente.

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Riformisti coi baffi

“Le riforme ci vogliono, le riforme!”

Io non avevo voglia di discutere stamattina, con un esame da preparare e il caro vecchio sonno arretrato a pulsare dietro le tempie, ma guarda te se in fila alla macchinetta del caffè uno deve sentirsi i comizi.

“Perchè la gente si aspetta quelle, le abbiamo promesse e ora non ci possiamo tirare indietro solo perchè Berlusoconi si sistema un paio di processi, questa è una legislatura costituente!”
“Ma non si dovrebbero giudicare alla fine, le legislature?”

Boccaccia mia che non sa stare zitta.

“Come, prego?”
“Voglio dire, se non c’è l’opportunità di fare riforme serie forse è il caso di, chessò, preparare il terreno mentre si combatte per evitare che Lui sfasci tutto?”
“Questo è un discorso da disfattista, la Storia recente insegna come si possa dialogare anche con Berlusconi, non serve a niente demonizzarlo, se non a perdere”
“Guardi, lo so che quello furbo tra noi due è lei, ma la storia recente è la bicamerale e…”
“Appunto, il grande esperimento della bicamerale, finito male per quei quattro disfattisti come lei che non capivano la necessità di fare qualche concessione a Berlusconi”
“…”
“E poi mi scusi, ma cosa vuol dire riforme serie? c’è forse un riformismo giusto e un riformismo sbagliato? questo modo di pensare è antico, appartiene a un passato che disconosciamo”
“Si, vabbè, ma non è che si possono avvallare riforme che..”
“E poi si deve tenere conto della volontà degli italiani, che hanno scelto Berlusconi come interlocutore, lei vuole per caso delegittimare la volontà popolare?”
“Chi, io? no no, figurarsi, ma credo che il popolo abbia diritto a un’informazione migliore prima di..”
“Oh, questa storia dell’informazione, diciamoci la verità: se hanno votato Berlusconi è perchè sapevano benissimo a cosa andavano incontro, e sta a noi tenerne conto e agire di conseguenza”
“E il conflitto di interessi?”
“Quello è un falso problema, non a caso noi come Grande Partito Riformista non abbiamo mai fatto niente in proposito. Cos’è, non si fida di noi?”
“Beh..”
“Senta, lo vuole un consiglio? lei si rimetta a studiare e lasci fare a noi che facciamo questo lavoro da un sacco di tempo e sappiamo come si risolvono queste situazioni.”
“Sicuro?”
“Sicuro, sicuro, anzi guardi, le pago pure il caffè perchè mi sta simpatico, arrivederci!”
“Arrivederci, arrivederci…ma quand’è che se ne va per sempre?”
“Come, prego? non ho sentito..”
“Niente, niente, arrivederci e buona fortuna!”
“A lei”
Bah, almeno ci ho guadagnato un caffè, anche se il mal di testa è peggiorato. Lui e i suoi dannati baffetti, mi sa che per oggi lascio stare la politica e mi riposo un poco.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://paguropagano.blogspot.com/2008/07/riformisti-coi-baffi.html

Accosta un attimo

Magari qualcuno si aspetta che io mi metta a parlare della manifestazione di Roma, considerato che come un po’ si temeva è stata buttata in caciara sul finire da Grillo. Nemmeno troppo dai, lui e la Guzzanti hanno usato parole un po’ forti, ma importa davvero qualcosa? c’era tanta gente (e questo è positivo), sul palco c’è stato spazio per tutti e non credo dovrebbe importare se qualcuno ha alzato il tono un po’ oltre la buona educazione, io per esempio mi sono un po’ stufato di essere educato (ma poi di fronte a una folla, e alla mamma davanti alla televisione, tornerei un ragazzo a modo non crediate). Ad ogni modo io a Roma non c’ero (gli ultimi esami mi trattengono a Bologna) e di farvi il commentino di quello che si legge in giro, stasera, non mi va.

Oggi volevo scrivere un po’ di questo blog, che circa tre mesi fa ho cominciato ad aggiornare con costanza nonostante la pagina fosse stata creata già qualche mese prima (c’erano un paio di post di prova, ora cancellati). Volevo, ma mi sono reso conto che sarebbe a) noioso per voi b) noioso per me c) Franco d) in controtendenza rispetto a come ho deciso di impostare il blog, e lì per lì non mi sembrava più il caso, finchè non mi sono reso conto di starmi prendendo troppo sul serio. Non so voi, ma a me l’idea di prendermi troppo sul serio (checché ne dica il mio coinquilino, che mi ha esortato a prendere questo blog perlappunto maggiormente sul serio) non piace per niente, sarà per via delle mie origini trentine ma mi sembra di sentire qualcuno che mi urla dietro “vèi zò dal figher!” (“vieni giù dal fico”, per chi non capisse), riportandomi coi piedi ben saldati al terreno. E quindi, ricapitolando, devo parlare del blog. Credo.

Divagazione n.1

Voi ve lo ricordate quando sono usciti i primi blog? ecco, bravi, io no. Ricordo vagamente che mentre a casa mia arrivava l’adsl flat (e finivano le bollette salatissime del 56k) qualcuno ogni tanto tirava fuori questa storia che c’erano i famosi blogger, gente scaltrissima che faceva tremare tutti nelle direzioni dei Grandi Giornali (in Trentino no, se vai da un trentino e gli dici che ci sta gente scaltra che fa tremare i Grandi Giornali quello ti lancia lo sguardo che si riserva ai pazzi e poi riprende a leggere l'”Adige”), ma non si sapeva bene chi fossero, o perlomeno io e i miei amici eravamo troppo occupati a passare da Napster a WinMx, da WinMx a Kazaa e da Kazaa a eMule per preoccuparcene. La rete allora era solo una grande banca dati, e io non avevo ancora la fame di informazioni che mi sarebbe venuta dopo.

Crescendo e passando di classe in classe cominciavo a diventare più colto, i miei voti salivano (non di tanto) ed essendo da sempre portato per le materie umanistiche (anche se con un professore di Scienze che non avesse fatto per buona parte Chimica forse sarei finito a Biologia) saliva in me anche la voglia di scrivere e di tenere uno dei famosi blog (che nel frattempo erano sempre più famosi, parlo del 2002-2003 circa). Il problema però era (è?) che mi mancavano sia gli argomenti sia la capacità di scrivere in maniera piacevole da leggere, e capirete che non sono due cose da niente, perciò il progetto naufragò…una mezza dozzina di volte. Eppure sembrava così facile per gli altri blogger! loro si mettevano alla tastiera e raccontavano le loro vite, apparentemente così interessanti ma a guardar bene molto ordinarie, e io che avevo una vita scoppiettante (a paragone di alcuni di loro, perlomeno), non riuscivo ad aprirmi o a scrivere qualcosa. Più tardi trovai uno sfogo per la voglia di scrivere (un gioco di ruolo testuale on line che mi tenne occupato quasi 3 anni, più un paio di forum connessi, ma è un’altra storia), ma questa cosa del blog che non riuscivo a scrivere mi rimase dentro, come quelle vesciche che si formano in bocca: a un certo punto ti dimentichi di averle, ma prima o poi la lingua ci passa sopra ricordandoti il fastidio che provocano.

Intermezzo

C’è da dire che ho cominciato a seguire seriamente alcuni blog solo da qualche mese, ovvero da quando ho cominciato a seguire quello di un mio ormai ex coinquilino, riscoprendo sia il piacere un po’ morboso di entrare per un poco nella vita degli altri in loro assenza sia quello di crearsi il proprio bar raccogliendo qua e là qualche fonte di dati e opinioni. E poi in tutto questo tempo (i 3 anni di prima) sono cresciuto, ho cominciato a diventare più consapevole del mondo in cui vivo e per il quale posso lottare, ho cominciato e ormai quasi finito l’università. Era forse così banale il problema? mi bastava accumulare qualche nozione e affinare un poco il senso critico? non lo so, ma ha funzionato.

Divagazione n.2

La colpa è di Berlusconi. Voglio dire, da quello che ho capito c’è una generazione che più o meno lo odia, gli attuali trentenni, una che più o meno lo ama, i ragazzini d’oggi, e io sto nel mezzo. Non nel senso che non lo odi, anche se forse lo faccio un po’ più freddamente, ma nel senso che il rapporto che la mia generazione ha con Berlusconi mi è sempre sembrato più complicato. Credo non ci pensi mai nessuno, ma la mia è la prima generazione che ha avuto sempre davanti Berlusconi e che in qualche maniera è cresciuta con lui, ma allo stesso tempo l’ultima che ha ha un vivo ricordo di Mani Pulite e delle monetine a Craxi, della Democrazia Cristiana universalmente riconosciuta come ladra e mafiosa (oggi tira aria di riabilitazione) e con un po’ di sforzo anche della caduta del Muro. In qualche maniera noi abbiamo sempre saputo che Berlusconi è un’anomalia, ma spesso ci sembra un’anomalia tutto sommato inevitabile, è un rapporto strano, che per molti non si risolverà mai in un giudizio vero e proprio.

Cresciuto in un ambiente un po’ ovattato, la mia presa di coscienza politica è avvenuta a scoppio ritardato e alla fine gira che ti rigira sempre perchè Berlusconi stava davvero esagerando, forse un po’ lo dovete ringraziare se vi piace questo blog (ma non fatelo con troppa convinzione). Col tempo ho studiato anche un po’ di teoria politica, e sono arrivato al punto da comprarmi storie del pensiero politico come quella di Chevalier per il solo fatto di averla trovata a metà prezzo (e non costa poco nemmeno scontata), oltre a volumi e volumi di storia e di attualità. Forse sto pure cominciando a entrare nell’età dell’attivismo, vedremo, sarebbe quasi ora. Insomma, da un’entrata nel “mondo degli argomenti da grandi” impulsiva, dettata dal midollo spinale, ora riesco pure a sostenere conversazioni interessanti, credo.

Cosa dovrebbe uscire da tutto ciò?

Confesso che mi sono un po’ perso, dov’ero rimasto? ah si, cosa vuole questo blog dal mondo (o più semplicemente da me). Beh, alla fine mi sono reso conto che non erano le nozioni e la capacità di scrivere a mancarmi, o mancavano ma non era importante perchè quello che mancava era la voglia di mettere la propria vita in rete. Me ne sono reso conto, perlappunto, quando mi sono fermato la prima volta che volevo parlare del blog (e quindi di me), ed è per questo che alla fine mi sono sforzato di fare oggi quello che non sono mai riuscito a fare, forse in una maniera che non avevo mai provato. Fateci caso, questo post parla di me ma non sembra davvero importante, e questo perchè ha anche altro da dire, dietro quella patina personale che sembra avvolgerlo. Per questo credo supererò il “complesso” che finora mi aveva fatto scrivere come se fossi un giornalista stipendiato da qualche testata un po’ faceta, e comincerò a metterci anche un po’ di me in questo blog. Anche per umanizzare una pagina che ha il difetto di sembrare, a volte, un po’ “artefatta”, freddina e forse un po’ legnosa.

Dove voglio arrivare? da nessuna parte in particolare, ma credo che aumentare gli accessi sia sempre piacevole, soprattutto per chi scrive pezzi destinati, idealmente, a essere letti da altre persone. Per questo, forse, ultimamente mi sta prendendo la sindrome da blogger novellino. Ma passerà, passano sempre queste manie, l’importante è che io non perda la voglia di scrivere, perché quello serve soprattutto a me per mettere in ordine i pensieri e costringermi a riflettere su quello che accade, racimolando pazientemente i dati necessari a inventarsi una spiegazione soddisfacente. Ed è una cosa che viene meglio se si ha anche un pubblico, reale o immaginario, da soddisfare.

post scriptum

Siete arrivati fino in fondo? secondo il contatore sono 8524 caratteri, complimenti! io, per esempio, non ho voglia di ricontrollare quello che ho scritto.

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http://paguropagano.blogspot.com/2008/07/accosta-un-attimo.html

Qualcuno pensi ai bambini

“Basta, ora dobbiamo dire due parole ai gestori di internet perchè forse è meglio chiuderla” (Maurizio Costanzo)

La libertà che accompagna da sempre internet potrebbe anche essere un problema, e in parte lo è, ma forse un disegno di legge per cercare di bloccare la pornografia non è davvero una soluzione. Bloccare la pornografia? e come si fa? non si fa, appunto, e allora stupisce che venga preparato un disegno di legge che sanzioni anche abbastanza pesantemente (fino a 5 anni di detenzione) chiunque voglia pubblicare una scena di sesso esplicito su internet. Più precisamente la legge vieta, curiosamente nello stesso capitolo (come se fossero la stessa cosa), sia la pubblicazione di materiale pornografico che la diffusione di messaggi volti ad adescare minori di 18 anni:

Art.1

1. E vietato istituire siti nella rete INTERNET i cui contenuti siano finalizzati, direttamente o indirettamente:
a) alla istigazione al consumo, alla produzione o allo spaccio di sostanze stupefacenti;
b) alla istigazione alla violenza e alla consumazione di reati;
c) alla divulgazione o alla pubblicizzazione di materiale pornografico o di notizie o di messaggi pubblicitari diretti all’adescamento o allo sfruttamento sessuale di minori di anni diciotto.
2. Chiunque viola i divieti di cui al comma 1 è punito con la reclusione da uno
a cinque anni e con la multa da 2.500 euro a 50.000 euro.

Io credevo fossero già quasi tutte vietate quelle attività, quanto tempo mi rimane secondo voi? l’articolo 2 è ad ogni modo più interessante ancora:

Art. 2.

1. Il servizio di polizia delle telecomunicazioni […] vigila sulla liceita e sulla moralita del contenuto dei siti della rete INTERNET accessibili al pubblico, dandone comunicazione all’autorita giudiziaria.
[…] `
3. L’autorita giudiziaria dispone l’oscuramento dei siti della rete INTERNET i cui contenuti sono palesemente illeciti o offensivi del buon costume o tali da attentare all’ordine pubblico.

A me quel “palesemente illeciti o offensivi del buon costume” spaventa un poco. Voglio dire, non intendo essere illecito o offensivo del buon costume per un sacco di tempo ancora, ma sono convinto che il primo passo verso la censura possa anche essere un passo piccolissimo, ma sufficente a cominciare il cammino. Nell’articolo 3 il colpo di scena: l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni può autorizzare la diffusione di siti della rete INTERNET i cui contenuti siano parzialmente simili a quelli vietati ai sensi dell’articolo 1, purche tali siti siano protetti da appositi codici di accesso, e così via nei capitoli successivi che promettono supporto attivo (corsi e assistenza di vario tipo) a chi volesse “mettersi in regola”, apparentemente gratis e senza modificare i contenuti. A meno che quel parzialmente simili non nasconda un invito a modificare i propri contenuti finchè non diventano autorizzabili, e mi pare plausibile che sia così (se le parole hanno un peso e se conosco i miei polli).

Quindi, questo decreto sarebbe espressione di un bigottismo di ritorno con una spruzzatina di velleità censorie? c’è un’altra possibile interpretazione di questa legge, e vale la pena di tenerla a mente. Forse non tutti tra di voi lo sanno, ma in questo momento state leggendo un sito internet americano. Chiaro, io sono italiano e scrivo (perlopiù) dell’Italia in italiano, tuttavia questo sito è fisicamente in America: in pratica sto gestendo il mio hobby a un oceano di distanza. Faccio l’esempio di questo sito perchè Blogger è lampante per facilità di accesso e flessibilità d’utilizzo, e quindi? quindi questa norma, con tutta probabilità, non farà cancellare nessun sito internet, poichè data la facilità con cui oggi si può ottenere un dominio straniero si tratterà semplicemente di spostare i siti (peraltro forse penalizzando le concessionario di spazio web italiane, ma qui non saprei espormi perchè non conosco bene la situazione). Senza contare la marea di siti stranieri dedicati alla pornografia che sicuramente non verranno toccati da questa norma.

A onor del vero gli articoli successivi parlano anche di corsi per studenti delle superiori e sgravi fiscali ai tenutari di siti culturali, artistici o riguardanti materie di esami o concorsi, ma l’impianto generale della legge serve a poco più che a sparare in aria sperando di far venire giù il cielo. Il motivo? aspettate che arrivi il momento di discutere questa legge e vedrete che bel polverone mediatico si solleverà, e che bella figura farà questo governo con la Chiesa e chi gli ronza intorno, bigotti o opportunisti che siano (senza contare i litigi interni al Pd che si scateneranno).

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Lode ai semplici

Io vorrei fare dei ringraziamenti ai leghisti. Davvero, ai leghisti. Sono un solido scoglio a cui aggrapparsi nell’infuriare della tempesta più cupa, o più prosaicamente una solida catena che ti ancora al terreno e ricordandoti che è li che vanno poggiati i piedi. E dire che ne ho dette parecchie contro di loro, cosa ci posso trovare di buono? ebbene, prendete le dichiarazioni odierne di Calderoli:

La mia proposta di sostituire, nel decreto sicurezza, la sospensione dei processi con la sospensione dei processi solo per le quattro più alte cariche dello Stato va in questa direzione: faccio quindi appello a Berlusconi e Veltroni, quali leader di maggioranza e opposizione, perché colgano questa mia proposta, figlia solo dal buon senso

Sono fatti così i leghisti, tu gli dai in mano un ministero inedito come quello della semplificazione legislativa e loro si inventano un know how che prima non esisteva, mettendoci sincero impegno. Se ci pensate è sublime: da una parte ci si incazza perchè Berlusconi vuole risolvere i suoi problemi invece di pensare a quelli dell’Italia senza preoccuparsi di causare danni irreparabili nel tentativo, dall’altra si risponde con strepiti indignati, negando che ci siano di mezzo gli interessi del Cavaliere e anzi prospettando scenari apocalittici di assalti togati al palazzo; Calderoli cosa fa? risponde come il più pratico e disincantato dei baristi, burbero e un po’ alticcio ma sempre pronto a frenare i voli pindarici degli avventori con un granitico (e un po’ ottuso) senso pratico.

“Ecco, tutti a dirmi che voglio sistemare gli affari miei sulla loro pelle! ma che sfacciati, toghe rosse! toghe rosse! ah, ma se pensano di sovvertire il voto degli italiani con questa…”
“Oh, abbassa il volume che io qui ho un bar da mandare avanti e se continui a fare chiasso qualcuno chiama i carabinieri…non puoi smetterla di trascinare tutti nei tuoi casini? e fatti una legge che blocca solo i tuoi processi, cosa ti costa? dai che tra mezzora chiudo e non abbiamo ancora sistemato i conti del mese”
“No! è importante per tutti gli italiani che vengano bloccati tutti quei processi che..che..”
“Dicevi?”
“Niente, spinamene un’altra e dimmi quanto ti devo”

Chiamare le cose col proprio nome, attività cui i berlusconiani sono storicamente poco avezzi e che forse porta loro qualche fastidio (basti pensare all’ormai patologica propensione alla bugia del Cavaliere).

Nel frattempo nemmeno Bossi si è negato un exploit da barista. Presente ad una festa della Lega (a proposito, io davvero ci vorrei andare a una festa della lega, per me ci si diverte un mondo se si è estimatori del trash) è andato dietro a Veltroni il quale al congresso socialista (stendiamo un velo pietoso sull’opportunità di andare a dare retta ai socialisti italiani) ha fatto la sparata: “questo governo non durerà 5 anni!”. Bossi, qui dovete immaginarlo col quarto grappino della serata in mano, ha subito replicato: “con ‘sto bordello che sta venendo fuori non duriamo no, Dio boia!” (non sono proprio le parole esatte, ma il senso è quello). Berlusconi può minimizzare quanto vuole (oggi ha detto che Bossi ogni tanto ama divertirsi), ma sembra sempre più evidente che la Lega in realtà lo tiene per le palle, il che non ho ancora capito se è un bene o un male.

Per me, se non si inventano in fretta qualcosa per spacciare il federalismo fiscale come fatto, il governo non dico crolla, ma passa perlomeno un brutto periodo. Ora che ci penso pure la proposta di Calderoli suona come un ultimatum: “facciamo che hai un anno di tempo per sistemare il federalismo fiscale, gli immigrati…insomma, le cose che servono a noi padani. Se ce la fai bene, si va avanti e ti sistemiamo i casini, sennò ciccia”. Non trovate? Sarà fantapolitica, ma a me i leghisti danno l’impressione di potere (e volere) essere letti come un libro aperto.

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http://paguropagano.blogspot.com/2008/07/lode-ai-semplici.html

Figli di un doh! minore

Questo post è incredibilmente lungo…ma coraggio, ce la potete fare!

Chi ha visto gli anni ’90 e i 2000 non può aver fatto a meno di notare il fenomeno dei cartoni satirici americani, i “figli dei Simpson”, per capirci meglio. Io sono dell’84, quindi potrebbe essermi sfuggito qualcosa, ma non ricordo nessun cartone precedente che si proponesse come scopo non tanto raccontare storie quanto impegnarsi in una critica a più livelli della società contemporanea. Dite che fanno ridere? ma certo che fanno ridere, il ridicolo è uno degli espedienti più efficaci per far risaltare qualcosa, e i tre cartoni meglio riusciti di questo filone sono conosciuti soprattutto per come riescono a rappresentare il ridicolo; mi riferisco a “i Simpson”, “i Griffin” e “South Park”. Ora, credo che la diatriba su quale di questi cartoni sia il migliore risulti un po’ sterile (e forse, a suo modo, la preferenza per uno di questi tre è indicativa di qualcosa), tuttavia cogliere le differenze tra i tre è piuttosto facile. “I Simpson” è venuto per primo, e sconta più degli altri due la vicinanza alle vecchie tipologie di cartone animato (anche se è stato rivoluzionario), la satira è abbozzata ma mai troppo sviluppata (non si va molto al di là dei personaggi stereotipati) e il vero succo di ogni puntata è il suo svolgimento (battute, gag, dipanarsi dell’intreccio…); rimane in memoria più una frase tipica che la trama di una puntata. “I Griffin” si discosta molto dal suo “padre”, puntando sul surrealismo spinto; gli stessi personaggi non sono più quell’accenno di grottesco (velato troppo frequentemente di spessore umano) che erano nei Simpson, ma decisamente surreali. La satira, nei Griffin, è demandata a battute caustiche e all’immancabile utilizzo degli stereotipi, e nel cambio surreale per grottesco se va persa un po’ dell’efficacia critica si guadagna però in comicità, e “i Griffin” è probabilmente il più divertente dei tre.

E veniamo finalmente all’oggetto di questo post, ovvero South Park (come si sarà capito, il mio preferito dei tre cartoni animati). La prima cosa che si nota è l’assenza totale di freni inibitori da parte degli autori, sia nel linguaggio (che in Italia nelle prime serie è stato censurato con eufemismi vari, come “figlio di sultana” “fatevi un clistere” ecc…), che nei temi trattati e nella maniera in cui vengono trattati, trattati male s’intende. Non ce n’è per nessuno in South Park, è una gigantesca operazione di messa in ridicolo del mondo a partire da una serie di personaggi uno più grottesco dell’altro, e gli stessi stereotipi sono in realtà la trasfigurazione grottesca di loro stessi poichè vengono caricati oltre il consueto, ed esplodono a contatto con gli altri elementi della storia in deflagrazioni che gli altri due cartoni si sognano. Non c’è spazio di redenzione in questa serie, nessuno impara mai niente dai propri errori o da quelli altrui (la morale di fine puntata è farsesca, una presa in giro anche abbastanza esplicita), nè sembra mai esserci qualcosa da imparare dalle vicende degli abitanti di South Park. Ed è proprio eliminando questa idea della conclusione didattica di ogni storia (di cui i Simpson abusano spesso) che la serie si permette di giocare non tanto sullo svolgimento della trama, quanto sulla trama stessa. Solo in South Park si può irridere la Chiesa Cattolica rappresentando un prete che, preoccupato dalla pedofilia diffusa tra i pastori, arriva in Vaticano e scopre che in un antico codice vaticano la pedofilia è prescritta, una delle delegazioni cattoliche viene da un pianeta alieno e tutti in realtà adorano una grande regina ragno. Solo in South Park a un certo punto i neri della città (ovvero Will Smith e altre celebrità invitate a vivere lì dall’unico bambino nero, e ricco, della scuola) vengono “discriminati” in quanto ricchi e costretti a sedere sui posti in prima classe degli autobus (nel finale rocambolesco gli abitanti di South Park, per scacciarli, si vestiranno con dei costumi da fantasma identici alle divise del Ku Klux Klan). Solo in South Park il maestro Garrison può diventare (in più puntate) prima gay, poi donna, poi lesbica e infine di nuovo uomo. È la trama stessa, in South Park, a essere il nodo centrale della puntata, e lo svolgimento il pretesto per raccontarla.

Questo non vuol dire però che non ci siano state delle scene memorabili completamente slegate da necessità di trama, anzi, ma queste sono fruibili da un pubblico più ristretto rispetto agli altri due cartoni. Per questo forse è più adatto a un pubblico adulto, non tanto per la volgarità (non credo che possa davvero insegnare qualcosa che i ragazzi non sappiano già), ma perchè il linguaggio e l’umorismo sono di stampo decisamente satirico, complesso da apprezzare appieno. Questo significa rimandi costanti alla corporeità (uno dei personaggi più azzeccati in questo senso è Mr Hankey, la cacchina di natale, un’escremento che porta i doni a chi ha una dieta ricca di fibre), assoluta mancanza di rispetto, libertà totale nel deformare la realtà (memorabile la puntata in cui l’attore Christopher Reeve recupera l’uso del proprio corpo grazie alle cellule staminali, assimilate succhiando feti) e via dicendo. Ci vuole stomaco, a volte, e più spesso semplicemente capacità di prendere alla leggera le proprie credenze (è impossibile non essere uno dei bersagli del cartone, prima o poi tocca).

E veniamo ai personaggi. I quattro personaggi principali sono Stan, Kyle, Eric e Kenny, a loro si aggiungono via via altri ragazzi e da subito sono presenti tutti gli altri abitanti di South Park, alcuni dei quali rappresentanti di una categoria (il poliziotto gonzo, il sindaco arrivista, il ristoratore cinese tuttofare), altri maggiormente dotati di una propria individualità (come l’incredibile Chef, tombeur de femmes e grande cantante, una specie di padre spirituale dei ragazzini). Il mio preferito è Kenny, non tanto perchè muore ad ogni puntata (fino alla quinta serie) o perchè è il più sboccato di tutti (nella sigla iniziale, mentre gli altri cantano parole di benvenuto nella cittadina, ci delizia con un “A me piacciono le ragazze con la vagina grande e le tette grosse”), quanto per il suo inarrivabile cinismo. Kenny è un bambino di 8 anni che quando la madre di Kyle spiega ai ragazzi come funziona una sindrome piuttosto impressionante di cui soffre l’infermiera scolastica, ovvero l’avere un gemello siamese nato morto attaccato alla guancia sinistra, mentre tutti gli altri se ne vanno disgustati dalle immagini presenti sull’enciclopedia medica lui la indica e ride!. Kenny è un bambino povero, figlio di un alcolizzato e di una madre violenta, e muore ogni puntata (e ad ogni puntata è consapevole che deve morire, tanto che esulta alla fine dell’unica della prima serie dove questo non succede); e come reagisce? mettendo in ridicolo il mondo! per questo è un personaggio incredibile, ed è probabilmente l’elemento più potenzialmente distruttivo, più dissacrante del cartone.

Degli altri personaggi ci sarebbe da parlare per ore ma forse sto già scrivendo troppo, meglio stringere. Stan e Kyle sono i protagonisti, e in qualche maniera ne sono la deriva grottesca. Sono i due personaggi più intelligenti e logici, spesso servono a tradurre nella semplicità tipicamente fanciullesca le complesse istanze del mondo adulto, ma il più delle volte questo porta a una banalizzazione che è il rovescio della realtà, il suo lato comico (il comico è il tragico visto da lontano, spesso). Eric, la nemesi di Kyle e a ben guardare anche di Stan, è invece il cattivo per eccellenza messo da questa parte della barricata. Mosso unicamente dai propri interessi anche nello scegliere le amicizie, Eric è il prototipo del Grande Cattivo hollywoodiano, e tuttavia nel mondo di South Park è dalla nostra parte (e anzi, spesso ci troviamo a parteggiare per lui), il messaggio se ci pensate è abbastanza chiaro. C’è poi, come già detto, una lunghissima schiera di personaggi secondari, semiprincipali, comparse ricorrenti e comparsate una tantum che meriterebbero un trattato e non un solo post. Ma credo che per ora, se siete arrivati fino a qui, posso smetterla e lasciarvi guardare in pace qualche puntata.

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I want to believe (in nothing)

“Cavaliere, ma dove li prende tutti questi numeri?” “Da questo foglietto qui” (Daniele Luttazzi)

C’ero rimasto un po’ male venendo a sapere che Lui a Matrix non ci voleva più andare, “sarà colpa di Mentana”, ho pensato. In fondo anche a me sta antipatico Mentana, con quel ghigno ebete (credo sia l’unica persona del mondo a saper ghignare in maniera ebete) e quella propensione a spacciarsi per giornalista imparziale. A Mediaset. Sul serio, non mi piacciono quelli che le sparano grosse. A parte Lui, s’intende, che le spara talmente grosse da fare il giro completo e farle sembrare nuovamente frasi sensate. Voglio dire, per rispondere al bisogno di leader spirituali che ci portiamo dietro da quando abbiamo visto cadere il primo fulmine nella savana, centinaia di migliaia di anni fa, ci vuole uno che le sappia sparare abbastanza grosse per cui crederci non costi troppa fatica. Pensateci bene:

“va che roba lassu!”
“credo sia una scarica elettrica di grandi dimensioni che si libera nell’atmosfera, dev’essere perchè le nuvole e il suolo hanno una grande differenza di potenziale elettrico”
“scarica che? ma va a ciapà i ratt…”
“sarà qualcosa di molto incazzato che viene giù e chiede sacrifici umani per non abbrustolirci allora!”
“ehi, e tu come lo sai? riesci a parlarci?”

Fatto sta che Matrix alla fine no, ma il suo show non ce l’ha negato (l’avranno riempito di richieste, e lui non si tira mai indietro davanti al suo pubblico), anzi, volete mettere un bel monologo come quello di ieri? altro che Mentana (e il suo ghigno). Oddio, il repertorio sta cominciando a essere sempre quello, ma da un pubblico che continua a vedere Zelig stagione dopo stagione (io ho visto Zelig solo nel 2003 e nel 2004, poi ho smesso perchè a vedere repliche mi annoio) non è che potete aspettarvi una grande passione per le novità. A proposito di novità, mi è tornato in mente che nell’ultimo fuoco d’artificio di campagna elettorale aveva promesso di levare il bollo! devo segnarmelo che sennò me lo dimentico di nuovo, sapete se ha fatto qualcosa a proposito? sul serio, sono abbastanza curioso (anche se non ho una macchina). A proposito, ieri me n’è venuta in mente un’altra da sparare, nel caso qualcuno in alto stesse leggendo questo blog (mi rivolgo a te, misterioso personaggio che accedi dalla sezione admin del sito di Paolo Guzzanti) suggerisca: si potrebbe far eleggere i giudici dal popolo, o meglio ancora istituirli in quota ai partiti eletti (tot giudici Pdl, tot giudici Pd, tot giudici Lega ecc…), tanto per arricchire i monologhi sulla magistratura con qualche battuta nuova. Per me qualcuno che vi segue lo trovate (chiedete a Ferrara magari, è un po’ che non si presta a qualche battaglia).

Tornando seri, la notizia non è tanto la ridda di invettive che come al solito il Cavaliere estrae dal cilindro ogni tanto, ma che il suo consenso nonostante tutto (decreti visibilmente pro domo sua, bufale come la robin hood tax, cartoline dal ventennio in materia di immigrazione) non diminuisca. Come faccio a saperlo? Per una volta ho dato retta ai suoi sondaggi. E voi direte, ma non l’hai ancora capita? quello i sondaggi se li fa fare dagli amici suoi, sai come sono fatti i sondaggi, figurati se sono attendibili. Eppure questa volta mi sa che lo sono, per il semplice fatto che, invece delle solite esagerazioni, Mr B ha sparato un misero 0,3% di aumento nei consensi. Roba che in confronto io dovrei offrire da bere a tutto il paese per i minimi incrementi di accessi al blog di questo mese (a proposito, grazie). A questo punto cosa ci resta da fare? io non sono uno di quelli che pontifica su quanto siano scemi gli italiani a seguirlo (anche se talvolta, mea culpa, mi capita di pensarlo), ma continuo a credere che sia grave se una parte sempre più consistente degli italiani inverte il trend negativo che Forza Italia aveva imboccato qualche anno fa.

Non credo che la soluzione sia smettere di demonizzare Berlusconi, voglio dire, ammesso che lo si sia mai fatto. Ha una bella faccia tosta Dalema a sostenere che Berlusconi è solo un sintomo e che con lui si deve dialogare sulle riforme per ovviare alla situazione, visto che lui col suo dialogo finora non ha fatto altro che peggiorare questo sintomo che, lasciatemelo dire, è un po’ troppo grosso per sperare di poter essere curato agendo sulle cause che l’hanno creato. È come se dopo aver contratto una brutta malattia per non aver usato il preservativo noi cominciassimo a fare solo sesso protetto: tutto ok, ma se non ti curi la malattia muori lo stesso. Per questo la manifestazione dell’8 luglio (salvo autosputtanamenti dell’ultima ora) è un momento irrinunciabile (io purtroppo ho un esame proprio quel giorno), perchè hai voglia a impegnarsi su temi più “essenziali” (in un ottica di cacciatori-raccoglitori), se non si cura il cancro che affligge informazione e giustizia (e che, mi spiace per Dalema, si chiama Silvio Berlusconi) non si puo sperare di ottenere niente. Nemmeno un dialogo efficace, che richiede necessariamente la parità degli interlocutori.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://paguropagano.blogspot.com/2008/07/i-want-to-believe-in-nothing.html

Nel blu dipinto di rosso

ROMA, 30 GIU – Alitalia ed AirOne insieme per dar vita ad una sola compagnia piu’ snella, alleggerita dagli esuberi – i 4-5 mila di cui si e’ parlato potrebbero arrivare, secondo alcune ipotesi, anche fino a quota 7.000 – pronta per essere consegnata ad un partner straniero. (fonte Ansa.it)

Oggi il management di Alitalia si riunisce per incontrare le parti sindacali e professionali, non dopo aver appreso di essere il management di Alitalia, cosa che non darei con certezza come già avvenuta data la confusione che ha attorniato la vicenda. Qua sopra ho riportato un pezzo dell’articolo Ansa con le previsioni realistiche di cosa dovrebbe uscire dal tunnel delle varie trattative e cotrotrattative, tunnel del quale, forse, si comincia a intravedere non dico la luce ma almeno il cartello con la distanza che rimane da percorrere. Facciamo un gioco, vi ricordate qual era l’offerta inaccettabile, per il Cavaliere, in periodo elettorale? vi lascio una riga bianca per pensarci.

Rieccoci! ve lo siete ricordato? ad ogni modo era di 2.120 esuberi, (e altri 3.300 circa sarebbero rimasti in Az Servizi sotto Fintecna), nella migliore delle ipotesi la metà di quelli che si faranno. Vabbè, uno dice “l’AirFrance era straniera!”, ma se avete letto bene il pezzo in ex ergo l’Alitalia finirà ad ogni modo nelle mani di un partner straniero, e qualche tempo fa girava proprio la voce AirFrance (sempre meglio dell’AirFlot, ma saremmo davvero al punto di dover considerare i Vanzina dei registi neorealisti). l’unico risultato ottenuto da Berlusconi in questa vicenda è stato, a quanto pare, quello di ottenere un bel po’ di voti.

E nel frattempo, dopo i 300 milioni di prestito ponte (che se ho capito bene non sono nemmeno un prestito ma un regalo dello Stato ad Alitalia), vengono bruciati in debito che si accumula 3 milioni di euro al giorno. In soldoni, se non ci si sbriga a trovare qualche gonzo che si accolli la patata bollente senza fare troppe domande (e più gonzi dei francesi non so chi ci sia sul mercato, sinceramente) serviranno altri soldi o si dovrà far chiudere baracca e burattini a un’azienda che qualcuno è ancora convinto sia (o sia stato) un orgoglio italico. A proposito, ma a che serve l’Alitalia? qui ammetto la mia ignoranza (d’altra parte la questione centrale del post è un’altra), ma non potremmo farne bellamente a meno? ora, io ho una teoria a proposito (ma non ne sono sicuro, quindi in caso fatemi qualche dovuta pernacchia): Alitalia serve alla Lega per conservare una ragione di vita a Malpensa, che a sua volta serve a mantenere in vita traffici di vario genere (danaro, posti dirigenziali e influenze politiche..cose di questo genere). In pratica se i Rom sono il contentino per l’elettorato leghista, Alitalia (e Malpensa) sono il vero prezzo che il Pdl deve pagare per mantenere la presa su 70 parlamentari tradizionalmente bizzosi. Di qui anche il basso profilo mediatico, dopotutto la Lega non è così cristallina con la sua base come vuol farci credere e di fronte agli sprechi e alle idiozie che stanno succedendosi nella vicenda nemmeno l’orgoglio lumbard più verace potrebbe ancora difendere quel buco nero che è ormai il binomio Alitalia-Malpensa.

Oppure sto un po’ esagerando ed è solo una delle tante promesse elettorali di Berlusconi, buone per fare parco voti e poi abbandonate come cani (a proposito, visto che è stagione, non fate gli stronzi!). Intendiamoci, questa parte della verità sulla questione è indubitabile, dopotutto alla faccia Berlusconi ancora un po’ ci tiene e il basso profilo è spiegabile anche solo in questa maniera, ma non rinuncio a credere che un boomerang come questo (a disastro avvenuto il Cavaliere non potrà più fare finta di niente) possa essere stato lanciato solo con la complicità della Lega Nord.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://paguropagano.blogspot.com/2008/07/nel-blu-dipinto-di-rosso.html