Categoria: Riva

Bilancio Stagione Teatrale 2008-2009


Oltre 5.000 presenze, di cui poco meno di 2.800 solo per i sette spettacoli del cartellone rivano. Ma anche mille presenze ai due spettacoli in lingua originale per le scuole e quasi 800 alla rassegna per ragazzi «Teatro a gonfie vele». Il coordinamento unitario della stagione teatrale dei Comuni di Riva del Garda, Nago-Torbole e Arco archivia un’edizione di apprezzabile successo.
Dodici appuntamenti, sette a Riva del Garda, tre a Nago e due ad Arco, con spettacoli che hanno alternato classici quali Twain, Čechov e Moliere, e proposte diverse: partita il 18 novembre scorso, la stagione di prosa 2008-2009 (conclusa a inizio aprile) ha visto il «debutto» del Comune di Arco, per la prima volta partecipante al coordinamento unico, oltre che della nuova formula di «abbonamento esteso».

Fonte : Comune di Riva del Garda


Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://feedproxy.google.com/~r/EventiENotizieDellaltoGarda/~3/RpFIeRrloOQ/bilancio-stagione-teatrale-2008-2009.html

16° Sympatex BIKE Festival di Riva del Garda

16° Sympatex BIKE Festival di Riva del Garda
Da giovedì 30 aprile a domenica 3 maggio, a Riva del Garda

La manifestazione inaugura la stagione europea della mountain-bike si svolgera in quattro giornate, si aspettano a Riva più di 20000 spettatori che potranno visitare lo spazio epositivo dove troveranno più di 130 aziende e in serata ammirare le evoluzioni dei biker in salti acrobatici e spettacolari .

Marco B.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://gardapanorama.blogspot.com/2009/04/16-sympatex-bike-festival-di-riva-del.html

del porcellum si butta via poco

In questi giorni si è parlato, e si parlerà sempre di più, del referendum elettorale che ci sarà a fine Giugno; al di là della polemica sull’accorpamento o meno delle date elettorali e del risparmio vero o sovrastimato che ne sarebbe derivato (polemica che non vale la pena di sviscerare ora che tutto è deciso, ma che i ogni caso io chiuderei sempicemente rimandando a questo pezzo), è il caso di cominciare per tempo a capire bene di cosa si tratta, e quale sia la posta in gioco. Partiamo dal chiarire un aspetto che dovrebbe di per sè dare un po’ la misura di questa vicenda, ovvero il fatto che lo stesso Berlusconi abbia ammesso pubblicamente che voterà per il “si”; è disorientante? dovrebbe, dato che i promotori sostengono che sia un referendum in qualche maniera “contro” il famoso porcellum e in direzione di una maggiore democraticità, o quantomeno l’idea che viene più o meno veicolata pubblicamente è quella di un referendum che vada in direzione contraria; evidentemente, dato che il presidente del consiglio non è impazzito (e anzi, ha ragione a dire che è praticamente un regalo che gli viene fatto), non è del tutto vero. Qui il testo e qui il commento dei propositori, ora vediamo qualcosa più in dettaglio.

I primi due quesiti, per cominciare, rendono autosufficienti i due partiti maggiori e fondamentalmente inutili tutte le altre formazioni politiche, poichè impediscono il formarsi di coalizioni e assegnano a un solo partito il numero di seggi necessario ad averne la maggioranza assoluta anche qualora non si abbia che quella relativa. L’idea di base, proposta nel 2007 all’epoca delle grandi e caotiche coalizioni che ricordiamo tutti, era di portare un po’ di ordine e semplificazione all’interno dell’arco parlamentare, azzerando l’enorme e sproporzionato potere che tante volte nella storia repubblicana è toccato a piccoli partiti. Vi ricorda qualcosa? esatto, tutto questo è già successo, e per via politica. Inoltre, le due coalizioni che si sono formate mantengono al loro interno una certa dialettica e dei rapporti di potere: la Lega ad esempio ha influito parecchio sull’azione del governo, così come l’Idv ha mantenuto un certo peso nel dettare l’agenda dell’opposizione. Andare in direzione bipartitica, perchè anche all’opposizione conterebbe (e attirerebbe a sè il voto) solo il partito maggiormente in grado di puntare alla maggioranza relativa, significherebbe consegnare le chiavi del dibattito politico a due sole formazioni. Focalizzate la vostra attenzione su questo scenario futuro: da un lato il Pdl, che si è appena dotato di una struttura interna per la quale in pratica Berlusconi decide tutto, dall’altro il Pd, che se da un lato ha una vocazione partecipativa dal basso, dall’altro ha dimostrato di essere la creatura e l’espressione della volontà di un apparato sopravvissuto a decenni di riciclaggio politico, di fatto è come se ci fosse una barriera tra le realtà locali e le stesse vecchie faccie che prendono le decisioni importanti. Il bipartitismo vi suona ancora così affascinante e americano? senza contare che se da un lato porta a una teorica maggiore stabilità (a cui non credo troppo, ma è un discorso che farò un’altra volta) dall’altro diminuisce fortemente la rappresentatività del nostro sistema politico, che già ora vede al potere una maggioranza espressa, tenendo conto dell’astensione, dal 36% circa degli italiani. Scendere ancora porterebbe, in una nazione che ospita al suo interno le realtà più diverse dagli interessi e bisogni più variegati, a una democrazia quasi solo nominale.

Il terzo quesito invece appare più interessante: votando sì scomparirà la possibilità di candidature multiple, in pratica ogni politico potrà essere candidato in un solo seggio. Uno dei meccanismi che ha permesso ai partiti di decidere in pratica chi sarebbe stato eletto, difatti, si basava proprio su questa possibilità: candidando i personaggi più rilevanti in praticamente tutti i seggi si poteva poi, decidendo a quali seggi rinunciare e facendo risalire tra gli eletti i non votati, comporre a tavolino la lista dei parlamentari eletti, in pratica lasciando alla gente solo la scelta della lista. Peccato che l’altra metà, peraltro maggiormente cruciale, di questo meccanismo, ovvero la mancanza del voto di preferenza, non viene minimamente toccata dal referendum che diventa così più che altro una mezza soluzione al problema. Nemmeno questo terzo quesito, l’unico che comunque merita probabilmente di essere votato, è quella rottura radicale col passato e col sistema partitocratico che Guzzetta e Segni sostengono di voler combattere.

Da come sta partendo il dibattito mi sembra che l’enfasi sia posta sui primi due quesiti, effettivamente più rilevanti, accostandoli blandamente e senza troppa profondità a un fantomatico “sistema bipartitico sul modello americano”, il che è vero a metà (tecnicamente sarebbe molto simile, ma la realtà italiana lo renderebbe di fatto molto diverso nel suo funzionamento concreto). Vedremo se ancora una volta sarà l’astensione (attiva o passiva) a giocare il ruolo decisivo, in tal senso tutto dipenderà da come verrà venduto il referendum, e da quanto verrà fatto (ingiustamente) passare come la soluzione per ridare ai cittadini le chiavi della politica.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://paguropagano.blogspot.com/2009/04/del-porcellum-si-butta-via-poco.html

del porcellum si butta via poco

In questi giorni si è parlato, e si parlerà sempre di più, del referendum elettorale che ci sarà a fine Giugno; al di là della polemica sull’accorpamento o meno delle date elettorali e del risparmio vero o sovrastimato che ne sarebbe derivato (polemica che non vale la pena di sviscerare ora che tutto è deciso, ma che i ogni caso io chiuderei sempicemente rimandando a questo pezzo), è il caso di cominciare per tempo a capire bene di cosa si tratta, e quale sia la posta in gioco. Partiamo dal chiarire un aspetto che dovrebbe di per sè dare un po’ la misura di questa vicenda, ovvero il fatto che lo stesso Berlusconi abbia ammesso pubblicamente che voterà per il “si”; è disorientante? dovrebbe, dato che i promotori sostengono che sia un referendum in qualche maniera “contro” il famoso porcellum e in direzione di una maggiore democraticità, o quantomeno l’idea che viene più o meno veicolata pubblicamente è quella di un referendum che vada in direzione contraria; evidentemente, dato che il presidente del consiglio non è impazzito (e anzi, ha ragione a dire che è praticamente un regalo che gli viene fatto), non è del tutto vero. Qui il testo e qui il commento dei propositori, ora vediamo qualcosa più in dettaglio.

I primi due quesiti, per cominciare, rendono autosufficienti i due partiti maggiori e fondamentalmente inutili tutte le altre formazioni politiche, poichè impediscono il formarsi di coalizioni e assegnano a un solo partito il numero di seggi necessario ad averne la maggioranza assoluta anche qualora non si abbia che quella relativa. L’idea di base, proposta nel 2007 all’epoca delle grandi e caotiche coalizioni che ricordiamo tutti, era di portare un po’ di ordine e semplificazione all’interno dell’arco parlamentare, azzerando l’enorme e sproporzionato potere che tante volte nella storia repubblicana è toccato a piccoli partiti. Vi ricorda qualcosa? esatto, tutto questo è già successo, e per via politica. Inoltre, le due coalizioni che si sono formate mantengono al loro interno una certa dialettica e dei rapporti di potere: la Lega ad esempio ha influito parecchio sull’azione del governo, così come l’Idv ha mantenuto un certo peso nel dettare l’agenda dell’opposizione. Andare in direzione bipartitica, perchè anche all’opposizione conterebbe (e attirerebbe a sè il voto) solo il partito maggiormente in grado di puntare alla maggioranza relativa, significherebbe consegnare le chiavi del dibattito politico a due sole formazioni. Focalizzate la vostra attenzione su questo scenario futuro: da un lato il Pdl, che si è appena dotato di una struttura interna per la quale in pratica Berlusconi decide tutto, dall’altro il Pd, che se da un lato ha una vocazione partecipativa dal basso, dall’altro ha dimostrato di essere la creatura e l’espressione della volontà di un apparato sopravvissuto a decenni di riciclaggio politico, di fatto è come se ci fosse una barriera tra le realtà locali e le stesse vecchie faccie che prendono le decisioni importanti. Il bipartitismo vi suona ancora così affascinante e americano? senza contare che se da un lato porta a una teorica maggiore stabilità (a cui non credo troppo, ma è un discorso che farò un’altra volta) dall’altro diminuisce fortemente la rappresentatività del nostro sistema politico, che già ora vede al potere una maggioranza espressa, tenendo conto dell’astensione, dal 36% circa degli italiani. Scendere ancora porterebbe, in una nazione che ospita al suo interno le realtà più diverse dagli interessi e bisogni più variegati, a una democrazia quasi solo nominale.

Il terzo quesito invece appare più interessante: votando sì scomparirà la possibilità di candidature multiple, in pratica ogni politico potrà essere candidato in un solo seggio. Uno dei meccanismi che ha permesso ai partiti di decidere in pratica chi sarebbe stato eletto, difatti, si basava proprio su questa possibilità: candidando i personaggi più rilevanti in praticamente tutti i seggi si poteva poi, decidendo a quali seggi rinunciare e facendo risalire tra gli eletti i non votati, comporre a tavolino la lista dei parlamentari eletti, in pratica lasciando alla gente solo la scelta della lista. Peccato che l’altra metà, peraltro maggiormente cruciale, di questo meccanismo, ovvero la mancanza del voto di preferenza, non viene minimamente toccata dal referendum che diventa così più che altro una mezza soluzione al problema. Nemmeno questo terzo quesito, l’unico che comunque merita probabilmente di essere votato, è quella rottura radicale col passato e col sistema partitocratico che Guzzetta e Segni sostengono di voler combattere.

Da come sta partendo il dibattito mi sembra che l’enfasi sia posta sui primi due quesiti, effettivamente più rilevanti, accostandoli blandamente e senza troppa profondità a un fantomatico “sistema bipartitico sul modello americano”, il che è vero a metà (tecnicamente sarebbe molto simile, ma la realtà italiana lo renderebbe di fatto molto diverso nel suo funzionamento concreto). Vedremo se ancora una volta sarà l’astensione (attiva o passiva) a giocare il ruolo decisivo, in tal senso tutto dipenderà da come verrà venduto il referendum, e da quanto verrà fatto (ingiustamente) passare come la soluzione per ridare ai cittadini le chiavi della politica.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://paguropagano.blogspot.com/2009/04/del-porcellum-si-butta-via-poco.html

del porcellum si butta via poco

In questi giorni si è parlato, e si parlerà sempre di più, del referendum elettorale che ci sarà a fine Giugno; al di là della polemica sull’accorpamento o meno delle date elettorali e del risparmio vero o sovrastimato che ne sarebbe derivato (pol…

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://paguropagano.blogspot.com/2009/04/del-porcellum-si-butta-via-poco.html

del porcellum si butta via poco

In questi giorni si è parlato, e si parlerà sempre di più, del referendum elettorale che ci sarà a fine Giugno; al di là della polemica sull’accorpamento o meno delle date elettorali e del risparmio vero o sovrastimato che ne sarebbe derivato (polemica che non vale la pena di sviscerare ora che tutto è deciso, ma che i ogni caso io chiuderei sempicemente rimandando a questo pezzo), è il caso di cominciare per tempo a capire bene di cosa si tratta, e quale sia la posta in gioco. Partiamo dal chiarire un aspetto che dovrebbe di per sè dare un po’ la misura di questa vicenda, ovvero il fatto che lo stesso Berlusconi abbia ammesso pubblicamente che voterà per il “si”; è disorientante? dovrebbe, dato che i promotori sostengono che sia un referendum in qualche maniera “contro” il famoso porcellum e in direzione di una maggiore democraticità, o quantomeno l’idea che viene più o meno veicolata pubblicamente è quella di un referendum che vada in direzione contraria; evidentemente, dato che il presidente del consiglio non è impazzito (e anzi, ha ragione a dire che è praticamente un regalo che gli viene fatto), non è del tutto vero. Qui il testo e qui il commento dei propositori, ora vediamo qualcosa più in dettaglio.

I primi due quesiti, per cominciare, rendono autosufficienti i due partiti maggiori e fondamentalmente inutili tutte le altre formazioni politiche, poichè impediscono il formarsi di coalizioni e assegnano a un solo partito il numero di seggi necessario ad averne la maggioranza assoluta anche qualora non si abbia che quella relativa. L’idea di base, proposta nel 2007 all’epoca delle grandi e caotiche coalizioni che ricordiamo tutti, era di portare un po’ di ordine e semplificazione all’interno dell’arco parlamentare, azzerando l’enorme e sproporzionato potere che tante volte nella storia repubblicana è toccato a piccoli partiti. Vi ricorda qualcosa? esatto, tutto questo è già successo, e per via politica. Inoltre, le due coalizioni che si sono formate mantengono al loro interno una certa dialettica e dei rapporti di potere: la Lega ad esempio ha influito parecchio sull’azione del governo, così come l’Idv ha mantenuto un certo peso nel dettare l’agenda dell’opposizione. Andare in direzione bipartitica, perchè anche all’opposizione conterebbe (e attirerebbe a sè il voto) solo il partito maggiormente in grado di puntare alla maggioranza relativa, significherebbe consegnare le chiavi del dibattito politico a due sole formazioni. Focalizzate la vostra attenzione su questo scenario futuro: da un lato il Pdl, che si è appena dotato di una struttura interna per la quale in pratica Berlusconi decide tutto, dall’altro il Pd, che se da un lato ha una vocazione partecipativa dal basso, dall’altro ha dimostrato di essere la creatura e l’espressione della volontà di un apparato sopravvissuto a decenni di riciclaggio politico, di fatto è come se ci fosse una barriera tra le realtà locali e le stesse vecchie faccie che prendono le decisioni importanti. Il bipartitismo vi suona ancora così affascinante e americano? senza contare che se da un lato porta a una teorica maggiore stabilità (a cui non credo troppo, ma è un discorso che farò un’altra volta) dall’altro diminuisce fortemente la rappresentatività del nostro sistema politico, che già ora vede al potere una maggioranza espressa, tenendo conto dell’astensione, dal 36% circa degli italiani. Scendere ancora porterebbe, in una nazione che ospita al suo interno le realtà più diverse dagli interessi e bisogni più variegati, a una democrazia quasi solo nominale.

Il terzo quesito invece appare più interessante: votando sì scomparirà la possibilità di candidature multiple, in pratica ogni politico potrà essere candidato in un solo seggio. Uno dei meccanismi che ha permesso ai partiti di decidere in pratica chi sarebbe stato eletto, difatti, si basava proprio su questa possibilità: candidando i personaggi più rilevanti in praticamente tutti i seggi si poteva poi, decidendo a quali seggi rinunciare e facendo risalire tra gli eletti i non votati, comporre a tavolino la lista dei parlamentari eletti, in pratica lasciando alla gente solo la scelta della lista. Peccato che l’altra metà, peraltro maggiormente cruciale, di questo meccanismo, ovvero la mancanza del voto di preferenza, non viene minimamente toccata dal referendum che diventa così più che altro una mezza soluzione al problema. Nemmeno questo terzo quesito, l’unico che comunque merita probabilmente di essere votato, è quella rottura radicale col passato e col sistema partitocratico che Guzzetta e Segni sostengono di voler combattere.

Da come sta partendo il dibattito mi sembra che l’enfasi sia posta sui primi due quesiti, effettivamente più rilevanti, accostandoli blandamente e senza troppa profondità a un fantomatico “sistema bipartitico sul modello americano”, il che è vero a metà (tecnicamente sarebbe molto simile, ma la realtà italiana lo renderebbe di fatto molto diverso nel suo funzionamento concreto). Vedremo se ancora una volta sarà l’astensione (attiva o passiva) a giocare il ruolo decisivo, in tal senso tutto dipenderà da come verrà venduto il referendum, e da quanto verrà fatto (ingiustamente) passare come la soluzione per ridare ai cittadini le chiavi della politica.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://paguropagano.blogspot.com/2009/04/del-porcellum-si-butta-via-poco.html

Bike Festival a Riva del Garda


Bike Festival dal 30 aprile al 3 maggio 2009 a Riva del Garda. Sono presenti più di 120 espositori del mondo della mountain bike a questa manifestazione che nel corso del tempo è diventata la piú grande d´Europa.
Gli espositori saranno presenti nell’area davanti al Palazzo Congressi e nel parcheggio ex-Tiffany con numerosi stand, esposizioni, prove sul campo e altri eventi per presentare le tutte le novitá del settore.

Per maggiori informazioni : Bikefestval


Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://feedproxy.google.com/~r/EventiENotizieDellaltoGarda/~3/XJvjetepAJc/bike-festival-riva-del-garda.html

Santificare le feste oggi

È passata davvero una vita ormai, più di sessantanni, da una guerra che ha lasciato segni profondi nella Storia e nell’immaginario dell’Italia e degli italiani, e ogni anno di questi tempi si festeggia il giorno in cui tutto è finito e l’Italia è stata libera di ricominciare, di percorrere una strada nuova; fin qui, tutto bene. Peccato che ogni anno arrivi immancabile anche la stessa trita polemica sul significato politico di quel periodo burrascoso che precedette la liberazione, e ovviamente sulla memoria che se ne tramanda. Volete sapere qual è questo famoso significato politico? facciamo un passo indietro, perchè ci sono almeno due ordini di considerazioni da fare.
Innanzitutto bisogna ricordare cosa successe l’8 Settembre del ’43, quando il nuovo capo del governo, Pietro Badoglio, lesse alla radio questo messaggio:

Il governo italiano, riconosciuta l’impossibilità di continuare l’impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower comandante in capo delle forze alleate anglo-americane.

La richiesta è stata accolta.

Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza

Dal caos che si formò subito dopo, con la Germania che prese possesso della penisola mentre i Reali e il governo scappavano al Sud, uscirono due entità: la Repubblica Sociale Italiana (fondata da Mussolini a Salò ma in pratica controllata dai nazisti) e la multiforme massa di persone chiamata collettivamente col nome di Resistenza, che se anche dovette passare attraverso contrasti e diatribe interne seppe coadiuvare gli Alleati nella dura lotta di liberazione del territorio italiano, e dare un’impronta democratica, libertaria e antifascista alla Costituzione qualche anno più tardi. Questo movimento era come un’idra, tante teste per un corpo solo nel bene e nel male (e sul male che fecero alcuni partigiani ormai si scrive da tempo, anche se Pansa è convinto di dissotterrare in continuazione lo stesso cadavere fresco), e se anche qualcuno aveva sogni sovietici ed antidemocratici ebbe la buona creanza di accantonarli, e combattere per una nazione che aveva bisogno di pace. Per questo la festa del 25 Aprile celebra chi stava da quella parte là, quella di chi voleva la Liberazione dell’Italia dalle truppe nazifasciste, e non è semplicemente la festa dei caduti della guerra.

Un’altra considerazione da fare è che la Resistenza non è un semplice fatto storico, circoscritto a un certo periodo di tempo e dotato di un significato univoco: è invece il mito fondante della nostra Repubblica. Mi spiego meglio, ogni nazione ha alla sua origine un processo di mitopoiesi, come Roma aveva il viaggio di Enea e Atene il dono della Legge da parte della dea omonima, dai miti uno stato trae la sua legittimità, perlomeno nell’immaginario collettivo (e non va mai sottovalutata l’importanza dell’immaginario collettivo). Berlusconi, che proprio lavorando sulle immagini degli italiani si è fatto una carriera politica, si è da un lato prestato all’eterna battaglia della destra (non parlo della democrazia cristiana ma degli ex missini), ovvero far perdere di significato alla Resistenza e rendere nebulose le origine della Repubblica così da potersi infilare senza compromessi nel gioco politico (leggi: senza rinnegare, nemmeno pubblicamente, le loro origini fasciste), dall’altro lato ha portato un know how mistificatorio di livello decisamente superiore. In fondo lavora coi messaggi da più di vent’anni, è una materia che sa maneggiare molto bene.

Cambiare il nome da festa della Liberazione a festa della Libertà, invocare rispetto e pietà per i combattenti della parte avversa, instillare dubbi sulla sincerità delle intenzioni di una parte (quella peggio digerita) del movimento partigiano, sono tutti trucchi, tecniche che mirano non tanto a screditare la festa del 25 Aprile quanto a cambiarla di significato. L’idea di Berlusconi, e di tutta la galassia che ruota attorno alla sua personalità politica, è quella di costruire una sorta di immagine istituzionale che a loro è finora un po’ mancata per certi versi, ma come per la Costituzione che invece di essere rispettata si cerca di adeguare ai propri canoni di rispettabilità, così anche per la Storia e i valori della nostra Repubblica l’approccio è dal lato sbagliato: invece di andare loro incontro, si resta fermi e si pretende che siano loro ad adattarsi.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://paguropagano.blogspot.com/2009/04/santificare-le-feste-oggi.html

Santificare le feste oggi

È passata davvero una vita ormai, più di sessantanni, da una guerra che ha lasciato segni profondi nella Storia e nell’immaginario dell’Italia e degli italiani, e ogni anno di questi tempi si festeggia il giorno in cui tutto è finito e l’Italia è stata libera di ricominciare, di percorrere una strada nuova; fin qui, tutto bene. Peccato che ogni anno arrivi immancabile anche la stessa trita polemica sul significato politico di quel periodo burrascoso che precedette la liberazione, e ovviamente sulla memoria che se ne tramanda. Volete sapere qual è questo famoso significato politico? facciamo un passo indietro, perchè ci sono almeno due ordini di considerazioni da fare.
Innanzitutto bisogna ricordare cosa successe l’8 Settembre del ’43, quando il nuovo capo del governo, Pietro Badoglio, lesse alla radio questo messaggio:

Il governo italiano, riconosciuta l’impossibilità di continuare l’impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower comandante in capo delle forze alleate anglo-americane.

La richiesta è stata accolta.

Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza

Dal caos che si formò subito dopo, con la Germania che prese possesso della penisola mentre i Reali e il governo scappavano al Sud, uscirono due entità: la Repubblica Sociale Italiana (fondata da Mussolini a Salò ma in pratica controllata dai nazisti) e la multiforme massa di persone chiamata collettivamente col nome di Resistenza, che se anche dovette passare attraverso contrasti e diatribe interne seppe coadiuvare gli Alleati nella dura lotta di liberazione del territorio italiano, e dare un’impronta democratica, libertaria e antifascista alla Costituzione qualche anno più tardi. Questo movimento era come un’idra, tante teste per un corpo solo nel bene e nel male (e sul male che fecero alcuni partigiani ormai si scrive da tempo, anche se Pansa è convinto di dissotterrare in continuazione lo stesso cadavere fresco), e se anche qualcuno aveva sogni sovietici ed antidemocratici ebbe la buona creanza di accantonarli, e combattere per una nazione che aveva bisogno di pace. Per questo la festa del 25 Aprile celebra chi stava da quella parte là, quella di chi voleva la Liberazione dell’Italia dalle truppe nazifasciste, e non è semplicemente la festa dei caduti della guerra.

Un’altra considerazione da fare è che la Resistenza non è un semplice fatto storico, circoscritto a un certo periodo di tempo e dotato di un significato univoco: è invece il mito fondante della nostra Repubblica. Mi spiego meglio, ogni nazione ha alla sua origine un processo di mitopoiesi, come Roma aveva il viaggio di Enea e Atene il dono della Legge da parte della dea omonima, dai miti uno stato trae la sua legittimità, perlomeno nell’immaginario collettivo (e non va mai sottovalutata l’importanza dell’immaginario collettivo). Berlusconi, che proprio lavorando sulle immagini degli italiani si è fatto una carriera politica, si è da un lato prestato all’eterna battaglia della destra (non parlo della democrazia cristiana ma degli ex missini), ovvero far perdere di significato alla Resistenza e rendere nebulose le origine della Repubblica così da potersi infilare senza compromessi nel gioco politico (leggi: senza rinnegare, nemmeno pubblicamente, le loro origini fasciste), dall’altro lato ha portato un know how mistificatorio di livello decisamente superiore. In fondo lavora coi messaggi da più di vent’anni, è una materia che sa maneggiare molto bene.

Cambiare il nome da festa della Liberazione a festa della Libertà, invocare rispetto e pietà per i combattenti della parte avversa, instillare dubbi sulla sincerità delle intenzioni di una parte (quella peggio digerita) del movimento partigiano, sono tutti trucchi, tecniche che mirano non tanto a screditare la festa del 25 Aprile quanto a cambiarla di significato. L’idea di Berlusconi, e di tutta la galassia che ruota attorno alla sua personalità politica, è quella di costruire una sorta di immagine istituzionale che a loro è finora un po’ mancata per certi versi, ma come per la Costituzione che invece di essere rispettata si cerca di adeguare ai propri canoni di rispettabilità, così anche per la Storia e i valori della nostra Repubblica l’approccio è dal lato sbagliato: invece di andare loro incontro, si resta fermi e si pretende che siano loro ad adattarsi.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://paguropagano.blogspot.com/2009/04/santificare-le-feste-oggi.html

Santificare le feste oggi

È passata davvero una vita ormai, più di sessantanni, da una guerra che ha lasciato segni profondi nella Storia e nell’immaginario dell’Italia e degli italiani, e ogni anno di questi tempi si festeggia il giorno in cui tutto è finito e l’Italia è s…

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://paguropagano.blogspot.com/2009/04/santificare-le-feste-oggi.html

Domenica 26 Aprile, “Pontìne e Polenta” a Riva del Garda

Domenica prossima 26 Aprile, alle ore 17.00 presso la sede del Circolo Pensionati di Riva del Garda, a fianco della piazza Terme Romane, distribuzione di “Pontìne e Polenta”. Le offerte raccolte durante la giornata saranno devolute ai terremotati dell’Abruzzo.


Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://feedproxy.google.com/~r/EventiENotizieDellaltoGarda/~3/9W3a0kSAX80/domenica-26-aprile-pontine-e-polenta.html

Settimana della Cultura, Visita al Castello di Arco

Nell’ambito della “Settimana della Cultura” a cui i Comuni di Arco e di Riva del Garda hanno aderito :

Visita al castello di Arco
Una visita alla scoperta del castello di Arco, con iniziative speciali dedicate ai bambini. Ingresso al castello a pagamento (biglietto intero euro 2,50; tariffe agevolate segnalate in biglietteria), visita guidata gratuita per un massimo di 25 partecipanti adulti e 20 bambini.
Castello di Arco (biglietteria), Domenica 26 aprile 2009, ore 10.30

Fonte : Sito del Comune di Riva del Garda


Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://feedproxy.google.com/~r/EventiENotizieDellaltoGarda/~3/gIXxZMp39ao/settimana-della-cultura-visita-al_25.html

Settimana della Cultura, Matinée Musicali a Riva del Garda

Nell’ambito della “Settimana della Cultura” a cui i Comuni di Arco e di Riva del Garda hanno aderito :

Matinée Musicali
Concerti musicali per la città organizzati dalla Scuola civica Musicale di Riva del Garda nel centro storico di Riva.
Domenica 26 aprile 2009, ore 11.00, ingresso gratuito

Fonte : Sito del Comune di Riva del Garda


Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://feedproxy.google.com/~r/EventiENotizieDellaltoGarda/~3/SnpXg79IPmc/settimana-della-cultura-matinee_25.html

Da Riva del Garda in Abruzzo per salvare una ragazza dalle macerie

Dieci mezzi della ditta “Zampedri Andrea e C.” sono partiti per l’Abruzzo Lunedì 6 aprile 2009 per portare opera di aiuto alle popolazioni colpite dalla terribile calamità naturale che ha devastato la regione.

In questa operazione di soccorso sono impiegate le attrezzature della ditta ed in particolare due escavatori cingolati (attrezzati con martelli demolitori, pinze frantumatrici e cesoie per il taglio del ferro), quattro camion per il trasporto dei mezzi e la rimozione in loco delle macerie, e quattro auto di scorta.

Un grandissimo risultato è stato il salvataggio di una studentessa riminese , Eleonora Calesini , che è rimasta intrappolata per 42 ore sotto i detriti della Casa dello Studente in centro a L’Aquila.

In questo video pubblicato su YouTube è possibile vedere l’intervista ad Andrea Zampedri di 36 anni che racconta il salvataggio di Eleonora e del grande sforzo e sacrificio per la rimozione dei detriti in condizioni che definire difficili è riduttivo.

Un grazie a queste persone che hanno dedicato il loro tempo per questo grandissimo gesto di solidarietà !


Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://feedproxy.google.com/~r/EventiENotizieDellaltoGarda/~3/VmPrXblyvTA/da-riva-del-garda-in-abruzzo-per.html

Giornata del Software Libero a Riva del Garda


Sabato 25 Aprile dalle ore 14.00 alle ore 18.00 , presso la sede del GNUcchi Lab ( Ex Colonia Sabbioni ) a Riva del Garda, si svolgerà la sesta edizione della festa del Patrono del Software Libero.

Sarà possibile provare installazioni Live del sistema operativo Linux, dimostrazioni pratiche e utili consigli per neofiti e utenti esperti.

Presentazioni in programma :

  • Progetto So.Di.Linux , progetto Piano Giovani per le scuole.
  • Linux per il software libero a scuola, Lavagna multimediale a basso costo.
  • Wordpress, scrivere un blog e non solo con il software libero.
  • Openstreetmap.org, le mappe geografiche finalmente libere.


Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://feedproxy.google.com/~r/EventiENotizieDellaltoGarda/~3/k7S9hkelRRM/giornata-del-software-libero-riva-del.html