Categoria: Riva

Spettacolo di Burattini a Riva del Garda

Lunedi 10 agosto alle ore 21.00, spettacolo di Burattini a Riva del Garda nel cortile della Rocca di Riva del Garda


Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://feedproxy.google.com/~r/EventiENotizieDellaltoGarda/~3/vEhYXif5__E/spettacolo-di-burattini-riva-del-garda.html

Concerto a Riva del Garda

Concerto Al Cinema con il Corpo Bandistico di Riva del Garda e il gruppo ” Bandus … i narratori”, Domenica 9 agosto alle ore 20.45 presso il Cortile interno della Rocca di Riva del Garda


Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://feedproxy.google.com/~r/EventiENotizieDellaltoGarda/~3/BxANWEBu-X0/concerto-riva-del-garda_09.html

Magdi Allam a Riva del Garda

Lo scrittore Magdi Cristiano Allam , vicedirettore del Corriere della Sera , Venerdi 7 Agosto presso l’Hotel Astoria a Riva del Garda alle ore 17.00, presenta il suo nuovo libro “Europa Cristiana Libera”.


Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://feedproxy.google.com/~r/EventiENotizieDellaltoGarda/~3/K1VC6JmtEnk/magdi-allam-riva-del-garda.html

Concerto a Riva del Garda

Concerto a Riva del Garda “Emozioni dal cinema”, alle ore 21.00 di Venerdì 7 agosto in piazza Erbe, in caso di pioggia nell’auditorium del Conservatorio. Saranno eseguite le più celebri melodie del cinema da parte del “Carlini Anderle duo” , Roberta Carlini (voce) e Lorenza Anderle (pianoforte).


Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://feedproxy.google.com/~r/EventiENotizieDellaltoGarda/~3/Str14j-h1ao/concerto-riva-del-garda.html

Fotografie Alpine

Le gite di questi giorni sui monti Trentini mi hanno permesso di scatenarmi con la fotografia.

Questi sono i risultati di due giorni, il primo sul gruppo di Brenta, nei pressi del rifugio Tuckett e Grostè, una lunga camminata ma senza fatica. 

Ho dato sfogo alla mia Nikon D90, scatti esclusivamente in NEF e piccolissimo lavoro in postproduzione con Adobe Photoshop CS4, leggera apertura delle ombre ed aggiunta delle scritte. Devo dire che fa molto APT…

Castelletto di Vallesinella, visto dal rifugio Tuckett, sopra Madonna di Campiglio.

castelletto_vallesinella

Le cime nei dintorni del rifugio Stoppani, sul Grostè.

brenta1

Questi altri scatti invece li ho fatti sulla salita che porta verso il Rifugio Carè Alto a partire da Borzago, in Val Rendena. E’ sorprendente vedere come nella stessa valle siano presenti due ambienti così diversi, il primo prettamente dolomitico-calcareo, alcuni paesaggi lunari ed una flora particolare, il secondo prettamente granitico (tonalite per l’esattezza) con una vegetazione diversa.

Gruppo dell’Adamello, visto dal gruppo di Brenta.

adamello

Flora all’altezza del ponte sul Rio Bedù

riobedu

Chiesa “dei Russi” costruita da prigionieri russi durante il primo conflitto mondiale, nei pressi del rifugio Carè Alto.

care_alto1

Una vista verso le cime vicine al Carè Alto, sul sentiero che porta alla bocca del cannone Skoda, fatto installare dalle truppe austroungariche per difendere la postazione. HDR formato da 7 esposizioni (prese manualmente ad intervalli di 1 ev).

busdelgat
 

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://carlonicolini.altervista.org/index.php/Fotografia/Galleria/fotografie-alpine.html

Manifestazione “Notte di Fiaba” a Riva del Garda

Manifestazione “Notte di Fiaba ” a Riva del Garda neel Centro Storico a partire da Giovedi 27 fino a Domenica 30 Agosto.
Sono previsti spettacoli, fiabe , musiche , animazioni con il fantastico spettacolo pirotecnico di Domenica sera.


Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://feedproxy.google.com/~r/EventiENotizieDellaltoGarda/~3/3DDkNCxglJQ/manifestazione-notte-di-fiaba-riva-del.html

Fuochi d’artificio a Riva del Garda

Spettacolo pirotecnico a Riva del Garda c/o Hotel Du Lac Giovedi 6 agosto a partire dalle ore 22.30, in caso di maltempo i fuochi saranno rinviati al giorno successivo.


Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://feedproxy.google.com/~r/EventiENotizieDellaltoGarda/~3/n9Q2jOSArgU/fuochi-dartificio-riva-del-garda.html

Video : Lago di Garda

Video da www.visittrentino.it , il portale istituzionale del Trentino , riprese del Garda Trentino ed in particolare Riva del Garda, Arco, Torbole sul Garda, Nago, Dro, Drena e Tenno.


Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://feedproxy.google.com/~r/EventiENotizieDellaltoGarda/~3/PtfjvIGUxw8/video-lago-di-garda.html

Opera “Rigoletto” a musicaRivafestival 2009

Sabato 1 agosto presso il Cortile della Rocca di Riva del Garda
OPERA – CONCERTO “RIGOLETTO” di G. VERDI
MARCO BOEMI – direttore
JUNGE PHILHARMONIE SALZBURG

BIGLIETTERIA:
Cortile della Rocca, 19.30 – 21.30, tutti i giorni dal 18/07/2009

PREVENDITA:
Sportelli delle Casse Rurali del Trentino aderenti al circuito “Primi alla Prima”

Fonte : musicaRivaFestival


Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://feedproxy.google.com/~r/EventiENotizieDellaltoGarda/~3/wO_7yURgmxM/opera-rigoletto-musicarivafestival-2009.html

SUPERCANI & THE BANKROBBERZampe in Alto! Questa è una rapina

Domenica 2 agosto alle 21.00, la rassegna Aperto per Ferie porta in Piazza cavour a Riva del Garda il concerto dei Supercanifradiciadespiaredosi e dei The Bankrobber. Dietro la sigla di Supercanifradiciadespiaredosi si celano le figure di Brodolfo Sgangan, Findut Poteidone e Granfranco Baffato. Esistono con questo nome dal 2002, ma suonano assieme da più di 10 […]

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://www.gardablog.it/?p=1225

GRAD QUARTETMusicaRivaFestival

Prosegue MusicaRivafestival stasera alle 21.30 nel Cortile della Rocca di Riva del Garda con il Grad Quartet, da Sanpietroburgo, con gli strumenti della tradizione russa. Il Grad Quartet ha già preso parte ad importanti appuntamenti dove si è distinto per le sue esecuzioni eccellenti e per il successo di pubblico. Tra l’altro si è esibito […]

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://www.gardablog.it/?p=1226

Wolfgang Köhler, un pioniere della moderna primatologia

Aver di meglio da fare durante la Grande Guerra

Il XX secolo, frenetico sotto molti aspetti, non mancò di esserlo nemmeno per le scienze naturali. Mentre nascevano la genetica, l’etologia, la psicologia e mentre personaggi del calibro di Julian Huxley, degno nipote di Thomas Huxley, fondavano quella che verrà chiamata Nuova Sintesi chiamando alla cooperazione specialisti sia di questi nuovi campi del sapere che di quelli più tradizionali, anche lo studio dei Primati aveva i suoi primi pionieri. In Giappone sorgeva la scuola di Imanishi, e verso la metà degli anni ’50 sarebbero state compiute le famose scoperte sui comportamenti culturali dei macachi dell’isola di Koshima, mentre in Occidente l’interesse fu rivolto soprattutto agli scimpanzé tenuti in cattività, e alle notevoli capacità latenti che dimostravano di poter sviluppare.

Allo scoppio della prima guerra mondiale, un giovane psicologo tedesco di nome Wolfgang Köhler rimase bloccato a Tenerife dove trovò una colonia di scimpanzé trasferitavisi per conto dell’Accademia Prussiana delle Scienze; fu così che decise di studiarne le capacità cognitive, producendo una lunga ricerca che è ormai un classico della psicologia comparata. Tra tutti quelli che si occuparono di questo tipo di ricerche in questo periodo, Köhler è probabilmente il più rilevante in quanto si può dire che abbia riscontrato praticamente ogni schema comportamentale sotteso ai comportamenti che verranno poi scoperti negli studi sul campo dopo gli anni ’60, e molti se non la totalità di quelli riscontrati in genere negli scimpanzé. Non fu solo un pioniere, fu anche uno di più abili primatologi di un’epoca in cui questa disciplina praticamente non esisteva ancora.

Gli esperimenti di Köhler coinvolgevano solitamente uno stimolo, un ostacolo e un potenziale strumento per eliminare l’ostacolo: nella sua forma tipica questo esperimento consisteva nel mettere del cibo subito fuori dalla portata di uno scimpanzé e consegnarli un bastone col quale, ben presto, questi imparava a recuperare il cibo. In alcuni di questi esperimenti gli scimpanzé dovevano riuscire a procurarsi un bastone abbastanza lungo utilizzandone uno più corto (oppure impilare l’una sopra l’altra due o più cassette per raggiungere una ricompensa posta in alto), e riuscendoci dimostravano di saper attuare un minimo di progettazione delle azioni future. Un altra serie classica di esperimenti, di cui Köhler porta numerosi esempi, è inoltre quella che riguarda la costruzione o modificazione di arnesi: svuotando cassette per poterle spostare, rompendo bastoni o pezzi di legno, togliendo turaccioli da bastoni cavi per poterli congiungere ad altri e via dicendo gli scimpanzé dimostravano un grado ancora maggiore di progettualità: la capacità di adattare lo strumento ai propri scopi.

Cosa concluse Köhler da questi studi? Innanzitutto c’è da ricordare che egli dovette sempre fare i conti con l’altra faccia della medaglia delle condizioni sperimentali: queste sono sicuramente più favorevoli a elaborare prove scientifiche delle proprie teorie, e soggetti come gli scimpanzé possono essere certamente difficili da studiare in natura, ma solo osservandoli nel loro ambiente ci si può rendere davvero conto di alcune loro capacità. Köhler, che diceva “la persona che veda una scimmia antropomorfa mentre fa preparativi per un esperimento previsto nel futuro, le cui condizioni di svolgimento non sono ancora visibili, sarebbe testimone di una conquista ancora più alta…” non immaginava la facilità con cui questo comportamento è osservabile in natura, ad esempio quando alcuni scimpanzé scelgono i sassi adatti con cui aprire le noci distanti. Per via di questa mancanza di informazioni, probabilmente, e per una parsimonia nel formulare ipotesi sulle scimmie antropomorfe che gli proveniva dall’epoca in cui si trovava a vivere, era convinto che i comportamenti di queste scimmie antropomorfe, per quanto flessibili e intelligenti, fossero dettati solamente dai loro impulsi e bisogni istintivi, e che non fossero “aperti al mondo” e capaci di “conoscerlo in quanto tale”.

Insomma, per lo psicologo tedesco questi non avevano varcato ancora la barriera che stava tra gli uomini e gli animali, una barriera che forse si era spostata da quando Cartesio riteneva questi ultimi poco più che automi, incapaci addirittura di provare dolore, ma che purtuttavia reggeva ancora stabile, condizionando l’interpretazione e la ricezione di ogni nuova scoperta.

In molti seguirono l’esempio di Köhler, conducendo ogni genere di esperimenti su scimpanzé, oranghi, gorilla e gibboni, ma anche su scimmie non antropomorfe di vario genere come macachi o cebi cappuccini. I risultati furono controversi, contrastanti e segnati spesso da scarsa comprensione dei soggetti sperimentali dato che di pari passo a questi studi sulle capacità cognitive ne venivano compiuti pochi o nessuno sull’organizzazione sociale e sulla vita emotiva, né all’epoca si sapeva quanto fosse importante assicurare agli scimpanzé condizioni di vita simili a quelle allo stato naturale per ottenere da loro prestazioni in linea con le loro reali capacità. Ciò nonostante, il terreno era ormai fertile per ricerche di questo tipo e per il diffondersi di idee nuove e rivoluzionarie, che arrivarono puntuali qualche decennio dopo.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://scienzology.blogspot.com/2009/07/wolfgang-kohler-un-pioniere-della.html

OBIETTIVO TRENTINO FOTOTREKKINGA Nago dal 1° agosto

Dopo il grande successo ottenuto a Riva del Garda e al Mart in ambito dell’evento Rovereto Immagini, sabato 1° agosto torna nel Garda Trentino la mostra Obiettivo Trentino Fototrekking nella suggestive sale del Forte Superiore del Comune di Nago-Torbole, aperta dal martedì alla domenica dalle ore 15.00 alle ore 21.00. In esposizione i migliori scatti […]

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://www.gardablog.it/?p=1217

Satiri e pigmei, le antropomorfe sbarcano in Europa

Troppo giovani per essere scimmie?

Non so quanti di voi abbiano mai visto uno scimpanzé, un gorilla o un orango dal vivo, chi lo ha fatto probabilmente non ne sarà uscito illeso, e non intendo fisicamente (a meno che non sia stato un po’ troppo imprudente), parlo dello sgomento che sale nel vedere animali così simili a noi. Potete immaginare che effetto dovessero fare a uomini digiuni di evoluzionismo e imbevuti di religiosità?

È durante la prima metà del XVII secolo che i confusi e pittoreschi racconti che i marinai narravano da tempo su uomini selvaggi simili a bestie che si diceva abitassero le foreste remote cominciano a prendere forma concreta, sbarcando fisicamente sulle coste europee e in particolare in Inghilterra e in Olanda, due nazioni che non a caso avevano frequenti commerci con le Indie Orientali e con l’Africa. I primi esemplari furono perlopiù individui giovani (e quindi più resistenti a un lungo viaggio per mare oltre che più facili da catturare) e facevano parte di due generi soltanto, ovvero oranghi e scimpanzé (di entrambe le specie, scimpanzé comuni e bonobo), e vennero considerati per lungo tempo appartenenti a una sola specie. Questi animali presero presto il nome di ourang-outang, il nome che un medico olandese di ritorno dalle Indie Orientali aveva riferito fosse utilizzato dalla popolazione indigena per la rossiccia antropomorfa locale (ovvero l’orango, e non lo scimpanzé che invece abita l’Africa tropicale), traducibile con “uomo dei boschi”. Questa confusione tra le specie di scimmie antropomorfe sarebbe stata comune per qualche decennio ancora, anche in ambito scientifico.

Inizialmente una stramberia per nobili, questi animali erano accompagnati da fantasiosi resoconti delle loro abilità, che arrivavano a comprendere ad esempio la capacità di parlare (si aggiungeva però che di norma se ne stavano zitti per non essere costretti a lavorare, i furboni). Oltre alle fantasie di marinai ed esploratori però c’era del vero nel vedere in loro abilità straordinarie per degli animali, e se forse l’affermazione di Samuel Pepys per il quale a uno scimpanzé “si poteva insegnare a parlare e a fare segni” va presa con le pinze di certo scimpanzé e oranghi stupirono chiunque li incontrasse per la loro somiglianza con la nostra specie.

Finalmente, nel 1641 viene pubblicata la prima descrizione ufficiale da parte di uno scienziato, il medico olandese Nicolaas Tulp, di quello che oggi si ritiene fosse stato uno scimpanzé o un bonobo proveniente dal serraglio dello statolder Frederic Henry, principe d’Orange. L’esame condotto da Tulp e le conclusioni a cui arrivò furono probabilmente viziati da una serie di elementi contingenti: sicuramente favole e dicerie lo seguirono passo passo nel suo studio (ad esempio non riuscì a rendersi conto che l’animale non era in grado di camminare completamente eretto), ma un ruolo importante lo giocò l’età dell’esemplare, troppo giovane per rendersi del tutto conto delle differenze tra antropomorfe e umani. Cosa c’entra l’età in tutto questo? Come descritto tra gli altri da S.J. Gould in un indimenticabile saggio sull’evoluzione della raffigurazione di Mickey Mouse nei fumetti Disney negli anni (lo trovate in “Il pollice del Panda“, edito in Italia da svariate case editrici nel corso degli anni), alcune specie presentano quelli che vengono chiamati caratteri neotenici, ovvero simili a quelli presenti negli individui giovani di altre specie venute in precedenza nella successione evolutiva. Qui a destra si nota molto bene la differenza tra uno scimpanzé giovane e uno adulto (attenzione però, lo scimpanzé non è un nostro antenato diretto! è però presumibilmente molto simile ai nostri “nonni”), e se ben ricordate lo scimpanzé sezionato da Tulp assomigliava molto più all’immagine di sinistra che a quella di destra: si capisce facilmente cosa lo portò a sovrastimare le somiglianze tra quell’antropomorfa e noi.

Per tutti questi motivi arrivò a dire che tra uomo e ourang-outang le differenze fossero minime, e assegnò a questa specie il nome scientifico di Satyrus indicus credendo di aver trovato in questo animale all’apparenza troppo umano addirittura il mitologico satiro, tralaltro già descritto come reale più di un millennio prima da Plinio il Vecchio. Questa scelta, che può apparire curiosa per un uomo di scienza agli occhi del lettore contemporaneo, poggiava su un nutrito immaginario popolare che già in epoca medievale pullulava di raffigurazioni fantasiose e grottesche di uomini selvaggi simili a scimmie, dotati peraltro spesso di turpi abitudini sessuali (come peraltro il satiro della leggenda).

Qualche decennio dopo, nel 1699, è il turno di un altro medico, l’inglese Edward Tyson, di compendiare le notizie sull’ourang-outang con una meticolosa dissezione di un esemplare adolescente, probabilmente un bonobo, giunto a Londra con una nave proveniente dall’Africa nel 1698 e morto quasi subito a causa di un infezione (lo scheletro è ancora visibile al museo di Storia Naturale di Londra, e lo trovate fotografato da me stesso medesimo all’inizio di questo post). Più accurato dell’esame di Tulp, quello di Tyson mise a paragone svariate caratteristiche morfologiche dell’ourang-outang con quelle dell’uomo e di altre specie di scimmie conosciute all’epoca e individuò 48 dettagli anatomici dell’ourang-outang che assomigliavano più ai corrispondenti umani e 34 che invece ricordavano maggiormente i corrispondenti scimmieschi, tanto che Tyson chiamò l’ourang-outang “pigmeo”, una mitologica razza di nani che autori antichi e medievali volevano abitanti dell’Africa. State cominciando a pensare che dare agli animali nomi di esseri fantastici fosse una stravaganza dell’epoca? non avete tutti i torti, ma a ben guardare se qualche decennio più tardi Linneo potè classificare (solo sulla base di racconti, ovviamente) tutta una serie di creature scimmiesche fittizie nel genere Homo da lui coniato, forse tanto “fantastici” all’epoca non erano considerati.

Ad ogni modo Tyson contribuiva col suo lavoro a consolidare l’immagine dell’ourang-outang come forma di vita intermedia tra l’uomo e gli altri animali. Dove però riconosceva vicinanze notevoli dal punto di vista anatomico, Tyson precisava (sulla scorta di Descartes, autore che ebbe molta influenza sul pensiero occidentale anche in questo ambito) che come tutte le creature viventi eccettuato l’uomo l’ourang-outang non possedeva un’anima razionale, ed era quindi una specie di “automa naturale” guidato a comportamenti meccanici da impulsi e risposte istintive. L’anima razionale quindi, e non qualche tipo di differenza fisica, distingueva l’uomo dagli altri animali e in questa maniera veniva sottolineata anche l’importanza che rivestiva per questi autori la volontà divina nel decretare cosa fosse la natura umana.

Sia Tyson che Tulp, con il loro operato, diedero nuovo materiale a una tradizione già ben avviata in ambito filosofico e in via di affermazione in quello naturalistico che voleva gli esseri viventi ordinati in una vera e propria scala naturae, nella quale ognuno avesse il suo posto stabilito in una progressione crescente verso la
maggiore complessità. Questa idea, che resistette in varie forme per lungo tempo, si impose per la prima volta nella comunità dei naturalisti con Charles Bonnet e in un certo senso alcune sue implicazioni furono sempre sottintese, anche dopo la scomparsa della sua versione più letterale dal dibattito, nei numerosi autori che partirono in seguito da una concezione antropocentrica del mondo, in opposizione agli autori tesi invece a lavorare su un’ipotesi di continuità, più o meno accentuata, tra esseri umani e mondo naturale. Fatte le debite proporzioni, molta della scienza
biologica successiva si può in ultima analisi ascrivere a un confronto tra queste due fazioni.

Anche molti autori guidati da sincero spirito naturalistico e determinati ad abbandonare concezioni predeterminate e fuorvianti come quella di scala naturae non riuscirono però a rinunciare davvero all’idea che l’uomo fosse qualcosa di altro dal mondo naturale, e anche dopo la comparsa provvidenziale (anche se fa un po’ ridere questo aggettivo messo qui) di Darwin e Wallace ci volle del tempo perché questa idea si facesse strada. Una strada però, è bene sottolinearlo, che se non fu aperta fu sicuramente spianata dalla comparsa di questi strani scimmioni ostinati a stupirci.

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://scienzology.blogspot.com/2009/07/satiri-o-pigmei-le-antropomorfe.html