non si vive solo di [inserire il tuo cibo preferito]
pezzo originalmente pubblicato su Pikaia
Una caratteristica particolarmente diffusa all’interno dell’ordine dei primati è la varietà della alimentazione, anche all’interno della dieta di molte specie che fanno proprio di questa particolare flessibilità uno dei loro punti di forza. Specie onnivore come la nostra sono difatti tendenzialmente suscettibili alla monotonia della dieta e necessitano di assumere alimenti di vario tipo, senza concentrarsi in maniera esclusiva su alcuni. La domanda che un gruppo di ricerca dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR di Roma si è posto è se anche altre specie oltre alla nostra cerchino attivamente la varietà nella dieta, preferendola alla possibilità di consumare solo il proprio cibo preferito; i risultati sono stati poi pubblicati sulla rivista Behavioural Processes. Soggetti di questo studio un gruppo di cebi dai cornetti (Cebus apella) che abitano il laboratorio di ricerca romano ormai da anni, e dei quali si conoscono quindi alla perfezione preferenze ed idiosincrasie alimentari, si tratta inoltre di una specie onnivora molto suscettibile alla monotonia alimentare, particolarmente adatta quindi per questo genere di esperimenti.
Tutti i soggetti sperimentali hanno imparato da tempo a utilizzare i token, oggetti di per sé senza valore che possono essere scambiati con altri oggetti o porzioni di cibo durante i vari esperimenti. In questo caso si proponeva loro la scelta tra un token “monotonia”, che consentiva l’accesso sempre e solo a una porzione del proprio cibo preferito (condizione A), e un token “varietà” che permetteva di scegliere tra una serie variegata di dieci cibi diversi, più precisamente tra una serie di cibi mediamente apprezzati (condizione B) in una prima fase dell’esperimento o una serie di cibi poco apprezzati in un secondo momento (condizione C). I risultati sono stati quelli attesi: in generale i cebi hanno preferito le due condizioni di “varietà” contro la condizione di “monotonia”, scegliendo un maggior numero di volte B o C contro A. Un altro risultato atteso e puntualmente osservato è stata la maggiore preferenza accordata a B contro A rispetto a C contro A, ma in ogni caso il cibo scelto tra il ventaglio di quelli resi disponibili dal token “varietà” non era costantemente il preferito tra i dieci, a dimostrazione che i cebi ricercavano proprio la varietà e non sceglievano il token per puro caso.
É interessante notare che anche dopo aver concluso l’esperimento le preferenze alimentari dei soggetti sperimentali non sono cambiate sensibilmente, a indicare come durante l’esperimento stesso i cebi non si comportassero guidati da un nuovo gusto in fatto di cibo ma scegliessero invece cibi meno appetibili, per loro, di altri immediatamente disponibili. Cercare la varietà nell’ambiente ha sicuramente numerosi vantaggi da un punto di vista evolutivo, vantaggi che superano di gran lunga i rischi associati: basti pensare alla possibilità di espandere la propria dieta per far fronte a periodi in cui i cibi abituali scarseggino, o a quella di scoprire nuove fonti di cibo più nutrienti e di facile accesso. Non c’è da stupirsi, quindi, se i cebi (ma non solo) condividono con noi questa necessità di una dieta varia, sia che tale somiglianze siano omologie segno di una tipologia di alimentazione profondamente radicata nella storia naturale dell’uomo e dei suoi simili, come suggeriscono gli autori e come sembra probabile, sia che si tratti di convergenze evolutive, percorsi diversi arrivati a soluzioni simili per sopravvivere più facilmente.
Riferimenti:
Addessi E, Mancini A, Crescimbene L, Ariely D, Visalberghi E. “How to spend a token? Trade-offs between food variety and food preference in tufted capuchin monkeys (Cebus apella).” Behavioural Processes. 2010 Mar;83(3):267-75. Epub 2009 Dec 21.
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Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://scienzology.blogspot.com/2010/05/ai-cebi-piace-variare.html