Categoria: Pozzolengo

Alcune considerazioni di Giovanni Ferliga

Ho invitato Giovanni Ferliga, che ho il piacere di conoscere, a commentare alcuni passaggi dei post pubblicati. Giovanni è un giovane produttore, fonico e soprattutto musicista, componente degli Aucan, un gruppo che si sta distinguendo da un po’ di te…

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Alcune considerazioni di Giovanni Ferliga

Ho invitato Giovanni Ferliga, che ho il piacere di conoscere, a commentare alcuni passaggi dei post pubblicati. Giovanni è un giovane produttore, fonico e soprattutto musicista, componente degli Aucan, un gruppo che si sta distinguendo da un po’ di tempo sulla scena italiana e non solo. Questa non ha la presunzione di essere un’ intervista naturalmente….

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PRIMA CONSIDERAZIONE: si assiste sempre piu’ spesso all’ appoccio delle piccole produzioni dove la cosa piu’ importante non è piu’ la produzione musicale ma la promozione musicale, quando nel budget di una produzione la spesa alla musica è si e no di 1/3 è un successo, si preferisce investire in uffici stampa, video, ecc. Come la vedi tu?  
Penso a James Blake, un ragazzino di 21 anni che da un mese è in vetta alle classifiche europee. Ha registrato il disco nella sua cameretta e quando gli hanno proposto “quantomeno” di mixarlo ha detto, “no mi piace così e voglio che resti così”. Ha firmato un contratto con ATLAS/Universal. Di sicuro, senza di loro, quel disco sarebbe rimasto nella sua cameretta. I Verdena registrano mixano e masterizzano WOW nella loro sala prove: entrano al 2ndo posto della classifica ufficiale FMI. Sempre con Universal (Italia). Cos’è quindi che garantisce il successo? La qualità della registrazione, la promozione, il talento, la fortuna… il caso? 
SECONDA CONSIDERAZIONE: ho incontrato Daniele Grasso e abbiamo parlato per un pomeriggio. Siamo arrivti ad una conclusione possibile che è quella di riconoscere una categoria che abbia determinate caratteristiche di filosofia del lavoro per poter aver voce comune e non sentirsi isolati con i propri problemi.
Ti chiedo: ti sembra possa avere una logica salvaguardare questa categoria che porta come, caratteristiche principali, un rapporto “artigianale” e artistico? Naturalmente il tuo punto di vista potrebbe essere quello che a te non importa un picchio perchè per te lo studio è solo una macchina, ci sta anche questo….
Sono convinto che questo sia un lavoro anche “artigianale”, o almeno così lo è stato per me che mi sono occupato spesso di cablaggi, riparazioni e lavori sulla struttura dello studio (miglioramenti acustici eccetera). E’ di sicuro un lavoro che ha un aspetto manuale e manipolativo, e questo è il suo bello. I problemi legati a lavorare in studio sono gli stessi per tutti, ad esempio il rapporto psicologico e artistico che si instaura con le persone che stanno registrando. Spesso la vera fatica è trovare la propria soluzione ai problemi che si presentano durante la registrazione, ma questa è la sfida in cui ci si imbatte nel realizzare un disco!
TERZA CONSIDERAZIONE: Fabio Sechi fa paralleli tra il mercato discografico e quello del vino ricordando come, negli anni ’80, i produttori di vino per risparmiare usarono il metanolo per alzare la gradazione alcolica causando diversi decessi (forse tu non lo ricordi per motivi d’ eta..). Il mercato del vino cambiò politica diventndo l’ eccellenza che ora è. Vedi dei reali paralleli?
Non mi intendo né di vino né di mercato. Semplicemente con il digitale l’abbattimento dei costi ha permesso a chiunque di registrare un disco, così come di realizzare un set fotografico o un videoclip. Io resto del parere che se l’intuizione originaria è valida il supporto è secondario. Vidi un intervista ad Angus Young (AC DC) che faceva qualche riff di chitarra: il suono era strepitoso anche se registrato con il microfono della videocamera! Chiaramente i dischi non li registravano con la videocamera… Gli album che passano alla storia hanno però un lavoro di produzione e di progettazione sonora con cui è difficile competere da un home studio e che la maggior parte dei musicisti non può assolutamente affrontare.

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Un altro incontro anche se telefonico

Ho appena telefonato ad Alberto Callegari, proprietario dell’ ELFO studio (http://www.elfostudio.com/) una realtà importante nei pressi di Piacenza. Alberto è una persona gentile e disponibile con un sacco di esperienza legata alla gestione di uno studio di registrazione.
Parlando con lui mi sono accorto che il problema della gestione del mio studio è anche un problema suo e mi ha confermato la tendenza che è in atto di confondere le varie realtà che esistono in questo settore per cui anche un ragazzino in garage puo’ diventare un concorrente temibile. Dobbiamo assolutamente cercare che questo patrimonio di conoscenze, cultura, esperienza e tecnica abbia il suo peso nella realtà musicale. Il ragazzino in garage non deve essere un nostro concorrente ma una risorsa per noi.  Nel 1990 o giu di li’ io avevo un piccolo studio a Pegognaga, sul confine tra Mantova e Reggio e spesso per curiosità andavo a visitare lo studio Maison Blanche di Modena. Un giorno vedo Umbi Maggi (il proprietario) che discute con un ragazzo sulla possibilità di realizzare un demo, ma Umbi contesta il fatto che il budget a disposizione era troppo basso, il passo successivo di Umbi fu di convincere (dico convincere…) questo ragazzo a venire nel mio piccolo studio. Questo è quello che dovremmo vedere in tutte quelle realtà piccole, ridottte come mezzi e esperienza, e che comunque sono importanti, non diventare concorrenti, sarebbe una battaglia persa. Come dice il mio amico Gigi. c’è sempre uno piu’ morto di fame di te…Le piccole strutture sono fondamentali per la formazione  artistica e musicale di nuove realtà musicali, non dobbiamo credere pero’ che avendo sul monitor del computer la stessa schermata del computer degli Air studio di Londra (http://www.airstudios.com/studios/studio1.aspx) avremo gli stessi risultati.
Per la cronaca il ragazzo da Umbi era Luciano Ligabue.

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Un altro incontro anche se telefonico

Ho appena telefonato ad Alberto Callegari, proprietario dell’ ELFO studio (http://www.elfostudio.com/) una realtà importante nei pressi di Piacenza. Alberto è una persona gentile e disponibile con un sacco di esperienza legata alla gestione di uno st…

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E’ sempre una questione di soldi…..PARTE 2


Riporto un bell’ intervento di Fabio Sechi sempre su questo argomento che nel frattempo è stato discusso anche sulla mia pagina di Facebook. Un parallelo interessante tra il mercato del vino (!!) e quello discografico:

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Ciao a tutti, sono un chitarrista che pratica la sua arte nel tempo libero. Io vorrei suggerire un parallelo tra il mondo musicale e il mondo del vino… Negli anni ’80 il settore vinicolo era in piena crisi e a forza di risparmiare e di vendere sottocosto si arrivò sino al vino al metanolo… Il mondo vinicolo di allora si interrogò su come si fosse arrivati sin lì. Praticamente la clientela a cui essenzialmente si erano sempre rivolti era fatta da persone ormai anziane che cercavano di risparmiare al massimo senza valutare la qualità, si trattava di forti consumatori votati al solo risparmio. Un’analisi più approfondita del mercato rivelò tutta una serie di consumatori che invece non erano mai stati abituati al consumo di vini (soprattutto giovani e donne). Con un grande sforzo il mercato vinicolo si è così modificato radicalmente in questi anni e ha dato la possibilità di lavoro a tanti piccoli produttori che si sono ritagliati un nuovo mercato specializzandosi in alcune produzioni particolari. Ma cosa c’entra tutto ciò con la musica. Probabilmente nulla ma è solo per portarvi a ragionare in termini razionali sull’argomento senza farvi prendere troppo dall’emotività o dal disfattismo. Oggi, nel mondo musicale, abbiamo dei fortissimi consumatori nei giovani, consumatori che però sono diseducati (un po’ come i vecchietti del vino…) e quindi anche loro hanno il ”braccino corto” e se possono scaricare il “metanolo musicale” lo fanno volentieri al posto del disco. Ci sono invece una serie di consumatori a cui il mondo musicale non si rivolge o meglio presta scarsa attenzione. Ad esempio la mia generazione (sono del ’60) ha vissuto un periodo di grandi cambiamenti nel mondo musicale e pur apprezzando anche alcuni brani odierni, rimane comunque attaccata a quel substrato che l’ha nutrita e cresciuta. Ma è una generazione molto interessante dal punto di vista economico, è una generazione che è in grado di apprezzare un buon lavoro da uno scadente e ha la possibilità di spendere anche per un buon disco. Per chiudere, arrivando al sodo, io credo che la specializzazione anche nel settore musicale sia vincente e soprattutto bisogna avere più coraggio e scegliere quei settori che possono fornire più reddito. Dobbiamo anche fare più “cultura musicale” nei confronti di tutti quelli con cui entriamo in contatto. Ad esempio, per gli studi di registrazione, io farei dei wokshop per gruppi e per musicisti in genere, dove spiegare e sentire dal punto di vista pratico la differenza tra una buona incisione, un buon arrangiamento, e un buon mixaggio… Le orecchie le abbiamo tutti per sentire e cogliere le differenze ma se non c’è nessun esperto che le fa notare al singolo, questo continuerà a comperare il solito “struppa-struppa” da ascoltare a tutta manetta, o meglio, non lo compra nemmeno perchè lo scarica direttamente dalla rete, “tanto è uguale”. Un’ultima riflessione sul CD. CD, come mp3, è ormai sinonimo di alta qualità a bassissimo costo, ma che vuol dire? Cosa c’è dentro questa alta qualità? C’è qualcuno che è in grado di spiegarlo alla gente? Vogliamo prenderci carico di fare cultura anche su questi sciocchi luoghi comuni? Auguro a tutti Buona Musica.

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E’ sempre una questione di soldi…..PARTE 2

Riporto un bell’ intervento di Fabio Sechi sempre su questo argomento che nel frattempo è stato discusso anche sulla mia pagina di Facebook. Un parallelo interessante tra il mercato del vino (!!) e quello discografico:

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Un bell’ incontro

Ieri mi è venuto a trovare in studio Daniele Grasso accompagnato dalla brava Samuela Schiliro’, un’ artista interessante che tra breve uscirà con un lavoro prodotto assieme a Daniele (http://www.myspace.com/samuelaschiliro).
Daniele è una persona poliedrica: musicista, fonico, produttore e lo si trova al fianco di importanti produzioni  italiane, non sto qui ad esporre il suo curriculum, basta dare un’ occhiata sul web. A questo link  si puo’ leggere un’ intervista a Daniele che, se anche non recente, illustra la filosofia del suo lavoro (http://www.impattosonoro.it/2008/06/16/interviste/intervista-a-daniele-grasso/). Devo dire che è stato un incontro costruttivo, le conoscenze e la sensibilità di Daniele vanno ben oltre le sue qualifiche e malgrado le nostre differenze stilistiche, ho trovato una grande assonanza di idee e, da ieri, di progetti.
Abbiamo pensato alcune azioni possibili per collegare diverse realtà del mondo musicale italiano per riuscire a dare voce ad aspetti del nostro lavoro che sembrano assopiti e di cui si ha l’ impressione  (come ci ha segnalato Samuela con qualche decina d’ anni meno di noi…) ci sia un lieve risveglio. Quello che ho personalmente percepito è che al di sopra di una serie di lamentazioni che spesso sentiamo  (e ci scambiamo) ci sia un mondo di passione e professionalità che riesce a vivere, malgrado tutto, in questo momento. Credo che il grosso del lavoro sia nel collegare, fare rete, con queste realtà.
 A breve aggiornamenti.

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Un bell’ incontro

Ieri mi è venuto a trovare in studio Daniele Grasso accompagnato dalla brava Samuela Schiliro’, un’ artista interessante che tra breve uscirà con un lavoro prodotto assieme a Daniele (http://www.myspace.com/samuelaschiliro).
Daniele è una persona po…

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E’ sempre una questione di soldi….

Ho fatto la cosa che mi sembra la piu’ semplice nell’ era di internet 2.0: ho contattato alcune persone potenzialmente interessate al problema trattato in questo blog. La sensazione che ho è che ci sia una sorta di rassegnazione legata all’andamento di questo mondo.  Le persone che ho sentito lamentano principalmente un problema (e ci mancherebbe altro..) economico.  La cosa strana è che apparentemente, e soprattutto su internet, questo sia un mondo che “gira”: decine di uffici di promozione, svariate etichette discografiche, migliaia di artisti che propongono l’ultimo disco, il proprio video, locali a go-go con programmazioni esuberanti,  insomma grandi vetrine in cui vendere il proprio prodotto (non tanti anni fa ci saremmo vergognati di usare questa parola per l’arte…).
Ma quanto vale e, soprattutto, quanto costa tutto questo movimento? 
Mi piacerebbe capire bene quanto di questa spesa va effettivamente investita nella musica. La mia impressione che la musica stia diventanto sempre piu’ povera a patto che i costi per imporla aumentino: piu’ promozione, meno produzione, meno produzione, meno ricerca, qualità chiamiamola come vi pare. Un mio amico del settore (sicuramente se legge questo post si riconoscerà) mi disse che è inutile investire troppo nel “prodotto”, è meglio investire sulla promozione. Il ragionamento mio finiva pensando che se devi promuovere una cosa MAL fatta sarà piu’ difficile convincere il pubblico che è una cosa BEN fatta, e poi, ma cosa stiamo qui a fare? 
A corredo un video esplicativo su quanto vale la nostra musica. Un video prodotto con 27,00 euro, immagino non sia compreso il costo delle ore di chi l’ ha realizzato…. Anche a loro comunque mi piacerebbe fare i conti in tasca….
Kitsch – Poetimprenditori prodotti da Diego Galeri per Prismopaco
http://www.prismopaco.com/

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E’ sempre una questione di soldi….

Ho fatto la cosa che mi sembra la piu’ semplice nell’ era di internet 2.0: ho contattato alcune persone potenzialmente interessate al problema trattato in questo blog. La sensazione che ho è che ci sia una sorta di rassegnazione legata all’andamento d…

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Il perchè di questo blog

Oltre alla dichiarazione di intenti che sta in calce al titolo, sento l’esigenza di confrontarmi con persone che fanno il mio stesso lavoro per capire quale puo’ essere lo sviluppo, in termini di businnes e di collocazione sociale, degli studi di regis…

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Il perchè di questo blog

Oltre alla dichiarazione di intenti che sta in calce al titolo, sento l’esigenza di confrontarmi con persone che fanno il mio stesso lavoro per capire quale puo’ essere lo sviluppo, in termini di businnes e di collocazione sociale, degli studi di regis…

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Antica Locanda del Contrabbandiere – Pozzolengo

Nome locale:
Antica Locanda del Contrabbandiere

Categoria:
Ristorante

Indirizzo:
Localita’ Martelosio Sopra, 1

Località:
Pozzolengo (BS)

Telefono:
030918151

Em@il:
info@locandadelcontrabbandiere.com

Sito web:
http://www.locandadelcontrabbandiere.com/

Specialità:
n.d.

Valutazione:
4.5 out of 5 stars

Prezzo Medio:
€ 35/40

Ultima Visita:
febbraio 2010

Numero sulla mappa:
n.d.

Ragazzi che scoperta! Ambiente accogliente, un po’ particolare, “oste” simpatico e disponibile, menu di tutto rispetto (se trovate il “patè” di fegatini su letto di cipolle … beh, prendene 3 piatti!!!).
Ci siamo stati da qche […]

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Banda Larga (su cavo) anche a San Felice

Arriva la banda larga in Provincia di Brescia grazie ad un investimento di cinque milioni e 300mila euro. La fibra ottica raggiungerà 24 comuni della provincia grazie agli interventi di Infratel: si prevede l’installazione di 25 centrali: 15 entro la fine del 2010 e 10 nel 2011.
I Comuni interessati dal prossimo intervento sono: Collio, Mura, Lodrino Pezzaze, […]

Nel paese dei balocchi

Luca Formentini, oltre che fare dell’ottimo vino, ha come me la passione per allacciare i fili tra le persone sapendo che prima o poi si accenderanno delle lampadine, fatte di idee, di sperimentazione, di novità. Oggi mi ha portato a pochi chilometri dalle nostre case per incontrare Stefano Castagna, un…