Categoria: Pozzolengo

Rockstar Philosopy VS Plinio il Vecchio


E’ evidente. Viviamo in un momento di grandi possibilità, sia da un punto di vista tecnologico e sia dal punto di vista della comunicazione. Mai come ora si possono tenere in mano i fili di questo gioco.

Non solo registrare musica è diventata una cosa alla portata di tutti, ma a differenza di anni fa, in cui la procedura era obbligata, ora lo si puo’ fare in svariate maniere e personalmente vedo questo praticamente tutti i giorni. Stessa cosa per la comunicazione e la commercializzazione della musica: fine del monopolio dei meccanismi da parte delle case discografiche per come le abbiamo conosciute, e accesso a tutti, tramite web, alla comunicazione.
Anche di queste cose parlo in una intervista che la rivista InSound ha pubblicato questo mese e che postero’ piu’ avanti.
Sono cambiate le prospettive. Te ne accorgi iniziando la giornata con una notizia riportata dal Fatto Quotidiano – poi ritrovata su parecchi blog – riguardo l’ uscita di “The New Rockstar Philosophy“.

Il libro riassume le esperienze di due blogger canadesi, Hoover e Voyno, nel mondo della discografia attuale e cerca di dare consigli e di sfruttare le opportunità (…che sono infinite…) che il nuovo scenario post CD ci sta offrendo. Secondo l’articolo di Pasquale Rinaldis sembrerebbe “…un manuale da leggere, sottolineare e consultare per orientarsi nella vastità di mezzi e opportunità aperte dal nuovo scenario. L’idea alla base è che questo sia il miglior momento storico per essere un musicista indipendente, ma è necessario ripensare completamente l’approccio al mercato e alla costruzione della carriera musicale.”

Sicuramente parlero’ di questo libro appena uscirà (in ottobre) pubblicato da NDA PRESS e curato da Tommaso Colliva e Claudia Galal.
Oltre alle migliaia di possibilità (migliaia? milioni!) che il mercato e il web ci offrono adesso avremo anche la fortuna che qualcuno ci spiegherà come utilizzarle.
Noi italiani partiremo svantaggiati, i nostri colleghi canadesi avendo per primi letto questo manuale avranno già occupato i posti migliori, pazienza, ci sarà comunque da imparare.
Non so perchè ma dopo aver letto questa notizia continuo a fare un parallelo che sicuramente è eccessivo (ma non so che farci, il parallelo mi viene) con quei personaggi che spesso si vedono nelle televisioni locali, che per modiche cifre sono disposte a darti dei numeri da giocare al lotto con cui TU poi potrai vincere somme favolose. Lo so il parallelo è eccessivo e sono piu’ che sicuro che da questo libro avro’ da imparare, pero’…
Ma la giornata è finita con un’altra notizia. Piu’ che una notizia è una riflessione presa da Naturalis Historia di Plinio il Vecchio in cui si affrontano le differenze tra la pittura greca e quella romana. Mi ha fatto pensare molto a quando con veramente poco si faceva veramente tanto (le osservazioni di Alberto Callegari sono qui molto indicate) e ora, dopo queste riflessioni sulle mille opportunità di oggi, mi viene naturale riportarlo paro paro: “Con soli quattro colori compirono quelle opere immortali che tutti conoscono, i famosissimi pittori Apelles, Aetion, Melanthios, Nikomachos, quando uno solo dei loro quadri veniva acquistato colle entrate di tutta una città. (…) Tutte le cose migliori si ebbero allora, quando meno risorse v’erano. E cosi è, perché, come ho detto sopra, ora si apprezza il valore delle cose. non quello dell’animo.”

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Great Expectations e Indie Business, ma per chi?

Domenica ho passato un pomeriggio con Piero Chianura, il direttore della rivista InSound. Diversi punti di vista tra me e Piero coincidono e mi sono ritrovato, per l’ ennesima volta, ad avvertire che esistono persone che stanno guardando a questo momento come diverso , da un’altra angolazione, dandogli nuove opportunità, possibili visioni del futuro. 
Una delle considerazioni su cui abbiamo concordato: in questo momento esiste un’ “elité” di star molto in alto che dalla musica ha molti privilegi economici, e riesce, con essa, a far funzionare meccanismi spesso complicati e quasi mai accessibili ai piu’.

Per contro esiste un sottobosco fatto di musicisti, artisti, dilettanti che non solo non ha accesso alle alte sfere, ma che neppure puo’ immaginare di fare della musica un proprio lavoro, e che quasi non ha accesso alle informazioni base per cercare di accedervi.

E in mezzo a queste due realtà cosa c’è?

Una volta in mezzo si posizionavano tutti quelli che di musica vivevano pur non splendidamente, potevano rischiare, investire sperando di far funzionare le proprie idee, avere insomma la possibilità di provarci e, in molti casi, di riuscire.

In questo momento in questo “mezzo” non vedo niente del genere.Vedo si’ una zona zeppa di artisti, gruppi, saltimbanchi, che pero’ invece di essere quelli che dovrebbero creare l’economia attorno alla quale tutto dovrebbe girare, sono diventati improvvisamente i “clienti” di questo settore anzichè i protagonisti. Il miraggio di arrivare, di riuscire ad affermarsi nello show business li ha portati a riempire lo spazio che un tempo era adibito a chi si era, spesso faticosamente, guadagnato i numeri per provarci: sono come in un casting infinito che però li risospinge al ruolo di “clienti”: clienti di studi per produzioni autofinanziate, di corsi su come scrivere musica e testi, partecipanti a gare e concorsi, provetti videomaker. Adesso sono li’, senza produrre reddito reale, e qui la cosa diventa veramente interessante, a mantenere tutta una serie di servizi che spesso servono solo a tenere vivo il proprio sogno di affermazione. Non voglio generalizzare né tantomeno sembrare superficiale, ma troppo spesso vedo che pagando si possono avere possibilità apparenti: uffici stampa che offrono visibilità, aggregatori di servizi digitali che si impegnano a diffondere la tua musica, scuole di formazione per musicisti, fonici da studio e live ecc…. Il culmine della possibilità di sfruttare il sogno di emergere offrendo servizi l’ho visto quando ho saputo di un’agenzia di booking che per una spesa di qualche migliaio di euro garantiva un certo numero di concerti….Ci manca solo che ti affittino i fans.

L’elenco dei servizi a disposizione di band e artisti emergenti è ben nutrito e ad un’analisi anche superficiale si capisce subito che questi riescono soprattutto a perpetuarsi più che a creare business agli artisti.

Questo vedo in questo “mezzo”, e lo vedo anche attraverso i racconti degli artisti che passano puntualmente nel mio studio. C’è ancora chi fa discografia nel vero senso della parola?
I ragionamenti legati a questa considerazione che si possono fare sono parecchi. Se la discografia che investe non c’è piu’, e se gli artisti sono gli unici ad investire su loro stessi, che bagaglio di esperienze, capacità e anche denaro (sempre troppo poco) sarà a disposizione delle produzioni future? Credo che alla base di questo stia uno dei problemi della bassa qualità delle produzioni.

Fare tutto in casa non porta certo ad innalzare il tuo livello artistico , anzi la mancanza di confronto con realtà che ti possono “insegnare” e trasmettere esperienza e conoscenza è vitale. Quello che mi lascia perplesso è come tante strutture che dovrebbero essere preposte a scoprire talenti e a scovare nuove artisticità in realtà sono solo dei fornitori di servizi che TU paghi.

La foto a inizio articolo è di un album degli Element, Great Expectations. Cercavo la copertina del libro di Charles Dickens con il titolo omonimo ma questa mi sembrava piu’ adatta al caso…. 

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Domenica 10 Luglio: Camminata a Pozzolengo

Nella mattinata di domenica 10 luglio vi proponiamo una bella camminata tutti insieme a Pozzolengo. Ritrovo presso Bar “Fiorella” in viale Gramsci, 18 a Pozzolengo (BS) alle ore 8:45. Vi consigliamo di parcheggiare nei pressi della Scuola Ele…

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http://nordicwalkingdesenzano.blogspot.com/2011/07/domenica-10-luglio-camminata-pozzolengo.html

Cercando una via alternativa

Max Lotti mi ha segnalato un resoconto pubblicato dall’ IFPI (International Federation of the Phonographic Industry) sul mercato digitale nel mondo. I dati sono molto dettagliati e pieni di particolari che dovrebbero servire per fare un quadro della situazione.
Il resoconto è pubblicato e tradotto in italiano dal FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) e lo si puo’ trovare in questa pagina. Tralascio le varie considerazioni e analisi di mercato. Le due cose che a me saltano agli occhi da questo resoconto sono: la pirateria ammazza la musica e solo i governi, legiferando, possono fare qualcosa per arginare il problema. Quindi il vero problema è di legalità? O di ineguatezza ad un nuovo sistema culturale?
Sia ben chiaro, io penso che se un autore/compositore/artista non mette esplicitamente a disposizione gratuitamente i propri brani non posso di certo essere io, con modalità non previste dal proprietario dell’opera, ad avere il diritto di appropiarmene.
Da qui ho passato alcuni giorni a pensare: ma se improvvisamente i governi riuscissero, in un qualche modo, ad avere un controllo effettivo sulla pirateria? Se nessuno avesse piu’ accesso al download illegale? Che mondo ne uscirebbe? Sarebbe un passo avanti verso un mercato piu’ libero e onesto, oppure un passo falso sulla strada per cercare di immaginare un nuovo modo di percepire e consumare la musica?
In compenso Google e Apple in questi giorni sembra che si stiano contendendo il mercato musicale del futuro che sembra essere quello della musica in streaming. Chissà che non avendo neppure l’ MP3 nel nostro iPod e riducendo cosi’ la musica a qualcosa di definitivamente inconsistente, possa essere d’aiuto per ritornare a vendere supporti fisici, CD, vinile…
L’ altra cosa che mi impressiona è che milioni di fruitori di musica siano in mano a dieci società che spesso hanno interessi in social net e cose analoghe. Non vorrei che questi 10 dettassero le regole del gioco…
Ma per fortuna, in questa valle di rassegnazione ho avuto uno spiraglio.
Gaetano Leotta, sul forum di Rockit, mi ha segnalato un video a dir poco entusiasmante. Si tratta di una conferenza di Larry Lessig in cui dà la sua visione del mondo. Se avete 20 minuti godetevela con tanto di sottotitoli in italiano (link al video). Quel che ne esce, come spesso accade, è che la verità sta nel centro e spesso il buonsenso ti dà la giusta visione delle cose. E forse è il momento di pensare che le vecchie regole sul diritto d’autore e la relativa gestione editoriale, create all’ inizio del 1800 da Ricordi,  non si possono piu’ applicare alla lettera e che forse è ora di pensare a cosa invece queste nuove possibilità digitali ci possono dare.
Per questo mi sto interessando a Creative Commons e vorrei capirne i meccanismi possibili per chi di musica deve vivere.
P.S. andate a vedere questa  pagina del FIMI in cui si elencano le operazioni antipirateria: sembra un bolletino di guerra…

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http://feedproxy.google.com/~r/LeBarriereDelSuono/~3/3Z2yBfOGVgY/cercando-una-via-alternativa.html

Cercando una via alternativa

Max Lotti mi ha segnalato un resoconto pubblicato dall’ IFPI (International Federation of the Phonographic Industry) sul mercato digitale nel mondo. I dati sono molto dettagliati e pieni di particolari che dovrebbero servire per fare un quadro della si…

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ADSL a San Felice – dichiarazioni di maggio 2011

Leggo oggi su QuiBrescia.it un interessante articolo sul tema del “digital divide”, cioè su quando (forse) arriverà davvero l’ADSL a San Felice e soprattutto come e grazie (si fa per dire) a chi. Leggendo l’articolo si capisce quante siano le “palle” che il nsotro Sindaco ci ha raccontato in campagna elettorale (ADSL entro 12 mesi!!! […]

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http://laltrasanfelicewp.wordpress.com/2011/05/04/adsl-a-san-felice-dichiarazioni-di-maggio-2011/

Di chi è questo problema?

Ho trovato questo articolo che mi conferma la notizia che già da un po’ girava tra gli addetti ai lavori: la chiusura dell’ Esagono Studio
Gazzetta di Reggio
Di chi è realmente questo problema? Dei proprietari dell’ Esagono o di tutti noi? Perchè non abbiamo piu’ bisogno di posti come questo?

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://feedproxy.google.com/~r/LeBarriereDelSuono/~3/zfpN3TZwSWo/di-chi-e-questo-problema.html

Di chi è questo problema?

Ho trovato questo articolo che mi conferma la notizia che già da un po’ girava tra gli addetti ai lavori: la chiusura dell’ Esagono Studio
Gazzetta di Reggio
Di chi è realmente questo problema? Dei proprietari dell’ Esagono o di tutti noi? Perchè no…

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EVVIVA! Oggi è il Record Store Day!


E’ una iniziativa americana (poteva essere altrimenti?) in cui per un giorno i negozi indipendenti di CD, vinile e quant’ altro, mettono a disposizione edizioni particolari pensate proprio per questo evento. Questo per semplificare, in realtà per poter partecipare ci sono regole che avvantaggiano i rivenditori “veri” e non catene di negozi o società quotate in borsa (letteralmente dal sito….). 

Questo mi piace.
Naturalmente pur essendo un’ idea americana, a cui aderiscono artisti americani, la cosa è condivisibile da tutto il mondo (ho visto che anche Paolo KANDINSKI che spesso interviene su questo blog, partecipa.  http://www.recordstoreday.com/Venue/5875 .

Sul web le informazioni si sprecano e vedo che anche le iniziative nei vari punti vendita non mancano. Negli States tra i padrini di questa iniziativa ci sono Ozzie Osbourne, Rem, Ben Harper e Bruce Springsteen che ha dichiarato: “Entrerò in un negozio di dischi e ne acquisterò per cinquecento dollari” (speriamo non solo dischi suoi…). Inoltre l’ elenco degli artisti che partecipano con edizioni strane, curiose e stravaganti è lunghissimo, un modo per combattere il download legale e non cercando di “affezionare” all’ oggetto musica qualcuno. Non sto a fare considerazioni sull’ effetto “nostalgia” o altro, resta comunque
una iniziativa interessante dove la creatività (anche dei discografici) è messa in gioco.

A questo punto mi chiedo come l’ Italia senta questo avvenimento. Il MEI con Zimbalam mette in download gratuito una compilation di gruppi emergenti italiani e “si augurano che scaricare tali tracce rappresenti un impulso a recarsi al più vicino negozio di dischi per richiedere l’intero album dell’artista preferito.” Nelle virgolette le testuali parole…
Stampare un vinile era troppo? Questi fornitori di servizi che sembrano delle opere di beneficenza mi lasciano un po’ perplesso, ma di questo vorrei parlare in un altro post. Quello che non sono riuscito a trovare in rete, a parte le iniziative di artisti emergenti che giustamente usano questa occasione per fare quadrato attorno ad un problema di mercato, è la partecipazione dei grandi nomi della musica italiana e delle majors, quelli che al vinile devono il loro successo e la loro ricchezza (e non sono pochi…), se qualcuno mi puo’ segnalare qualche partecipazione in questo senso ne sarei grato.

Non so come chiudere il post, sono un po’ in imbrazzo, sto ascoltando il terzo pezzo della compilation MEI/Zimbalam che non ho resistito a scaricare.
ll pezzo si intitola Sorelle d’Italia ed è cantato da Roberta Bonanno, mi permetto di postare il pezzo preso da YOUTUBE per poterlo condividere: ==VIDEO==

Non so perchè ma non mi fa venire l’ “impulso a recarmi al più vicino negozio di dischi per richiedere l’intero album dell’artista”

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http://feedproxy.google.com/~r/LeBarriereDelSuono/~3/tngs0f5GQFQ/evviva-oggi-e-il-record-store-day.html

EVVIVA! Oggi è il Record Store Day!

E’ una iniziativa americana (poteva essere altrimenti?) in cui per un giorno i negozi indipendenti di CD, vinile e quant’ altro, mettono a disposizione edizioni particolari pensate proprio per questo evento. Questo per semplificare, in realtà per pot…

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Alcune impressioni autorevoli da Antonio Aiazzi

Il tastierista dei Litfiba (…the original…), Antonio Aiazzi, che ho il piacere di conoscere, mi ha dato una sua visione della situazione attuale. 
Ci sono concetti che già sono stati detti in altri interventi, uno pero’ mi incuriosisce che è la visione ottimistica degli addetti ai lavori nei confronti di internet e delle sue immense potenzialità. Penso sia un argomento da approfondire…..

Da Antonio Aiazzi

Ho dato un’occhiata al tuo blog e ho letto l’intervista di Francesco Caprini . Direi che mi trovo abbastanza in linea con lui per quello che è successo e sta succedendo.
Ho più dubbi, sul fatto che la trasformazione che sta avvenendo nel modo di usufruire oggi un prodotto musicale, arrivi ad un qualcosa di nuovo e positivo.  Lo scaricamento pirata in Italia ha dato una mazzata al mercato, questo problema si trova anche all’estero ma con effetti molto ridotti. Oggi pretendiamo di fare 5 cose contemporaneamente, e a tutte diamo la stessa importanza . Vedo un film mentre sto parlando al telefono, mangiando un panino, bevendo una coca e in sottofondo mi sono scaricato illegalmente da internet un CD. Un esempio di una mia amica, che prima era una persona che girava nei siti musicali per informarsi e scoprire nuove band e la loro musica. Da 4 anni che ha imparato a scaricarsi la musica illegalmente, ha degli hard disk pieni ma non ha il tempo di ascoltarla. Quindi abbiamo popolarizzato la musica, come molti desideravano e adesso non ha più nessun valore. Come un bambino con una stanza piena di giocattoli, che ha solo il desiderio di avere ma non di possedere. 
Nel Settembre 2009 ascoltai una trasmissione ” Novalab24″ su radio 24, c’erano alcuni ospiti fra cui il presidente della manifestazione delle etichette indipendenti , dove si faceva un gran parlare dello sviluppo nel mondo musicale e i nuovi sistemi di diffusione tecnologica. Sembrava un film di fantascienza” era tutto fantastico”. Mah io vedo molti amici che non sanno come tirare avanti e altri che hanno cambiato lavoro. Anche artisti importanti si stanno facendo delle domande sul ruolo delle Major, del loro lavoro e della mancanza di iniziative e idee per cambiare lo stato delle cose …

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http://feedproxy.google.com/~r/LeBarriereDelSuono/~3/Q22yCaQuUNE/alcune-impressioni-autorevoli-da.html

Alcune impressioni autorevoli da Antonio Aiazzi

Il tastierista dei Litfiba (…the original…), Antonio Aiazzi, che ho il piacere di conoscere, mi ha dato una sua visione della situazione attuale. Ci sono concetti che già sono stati detti in altri interventi, uno pero’ mi incuriosisce che è la v…

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Tramonto con dedica

Sono stato all’inaugurazione della mostra di fotografia di Luciana Mulas a Pozzolengo (molto ben allestita in un negozio di mobili che ha fatto le cose davvero con buon gusto) e ho incotrato molti amici e chiacchierato amabilmente con persone che non vedevo da tempo. Nel tornare a casa avevo il…

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http://blog.gigitaly.it/2011/04/tramonto-con-dedica.html

E’ arrivata posta!!!

Un paio di giorni fa ho segnalato al sig Francesco Caprini di Rock Targato Italia, in merito al post precedente. Mi ha gentilmente risposto e vorrei postarvi pari-pari il  piccolo epistolario che ne è nato.

Ho scritto anche al sig. Omar Pedrini chissà che non mi risponda anche lui….

Tenere un blog sta diventando un mestiere…

IO

Gentile sig. Caprini,
mi chiamo Stefano Castagna e gestisco uno studio di registrazione in provincia di Brescia.
Su segnalazione di un mio amico ho ascoltato la trasmissione condotta da Omar Pedrini, Rock e i suoi fratelli, in cui lei risponde a delle domande sulla differenza della produzione musicale nell’ Italia attuale e quella di vent’ anni fa.

Non sono d’accordo su alcune cose che Lei dice e avendo io un blog in cui tratto di argomenti “sensibili” ai suoi discorsi, http://lebarrieredelsuono.blogspot.com/

mi sono permesso di citarla. Mi è sembrato logico avvisarla, per quanto il mio blog non abbia migliaia di visite. Se lei ritiene opportuno intervenire io ne sarei solo felice. Grazie e buona serata. Stefano Castagna

FC
Non ho visto il programma, ma la mia intervista durava 20 minuti!!ma provo a sintetizzare….la musica tempo fa si ascoltava su impianti casalinghi molto esigenti si stava attento ai diffusori acustici, al piatto, all’amplificatore e gli album erano veri e propri film, o libri da ascoltare  ed ogni canzone era una storia importante e gli artisti …non sto a fare nomi ….ma mi potrei ubriacare tra litfiba, noir desir, simply red, nirvana, manonegra,pearl jam…. etc etc,
Oggi è cambiata la filosofia ……l’industria punta al biznezz …sui singoli e su CD con diverse canzoni ma solo un paio (forse) degne di nota. La gente al contrario (nella maggior parte dei casi) non ha più il prodotto importante fatto di sensibilità artistica degna di nota.  il prodotto è diverso,  cosi come è diverso il modo di ascolto (in alcuni casi senza sapere neppure il titolo dei brani, ma la canzone n, 1 la canzone n.3 e cosi via) si ascolta su mp3, i pod, Iphone,  etc etc si ascolta  in treno, mentre si fa ginnastica, da internet con supporti di ultima generazione (attenzione non è un dogma) ma una considerazione reale.  Tra l’altro la musica è entrata in campi meno rigidi  quindi non solo televisivi e radiofonici che hanno dei parametri canonici per trasmettere canzoni, ma attraverso sistemi mediatici che ho appena citato e la qualità di ascolto che rende (direi inutile) mortificante e frustrante  il lavoro certosino dei fonici fatto nei diversi studi di registrazione proiettati a dare il massimo della loro professionalità. Arrivano i barbari, la democrazia trova la sua affermazione! Certamente è una conferma di un imbarbarimento e di una democrazia che permette a tutti di realizzare un sogno. ma questo non significa avere oggi un prodotto di grande professionalità. D’altronde spesso sento dire dai Diggei quando vanno a  fare una serata la mitica frase “Stasera vado a suonare”. Un brivido mi attraversa la schiena. Siamo all’orrore Ciao

IO
Questi sono i miracoli del montaggio!!
Quello che ne esce dalla sua intervista televisiva è l’ accettazione ammirata e passiva di uno stato di cose, causa, tra l’ altro, di parte dell’ imbarbarimento di cui lei accenna. Mi chiedo pero’: c’è qualcuno che puo’ fare qualcosa in questa situazione? Premetto di essere un disilluso e di non avere intenzione (e neppure le capacità) di cambiare il mondo, ma se non siamo noi a cercare di cambiare lo stato delle cose, le cose non cambieranno mai, questo mondo l’ abbiamo creato anche noi che di anni non ne abbiamo piu’ venti e siamo solo capaci di guardare il presente ricordandoci  di come fosse “fulgido” il nostro passato. E poi: l’industria punterà al “biznezz” ma in definitiva (e soprattutto in Italia) che “biznezz” riesce a fare?
Comunque l’ iniziativa che ho intrapreso con l’ apertura di questo blog vorrebbe arrivare a ridefinire l’ importanza del fare musica attraverso meccanismi  produttivi piu’ artistici e meno di consumo. A breve spero di poter organizzare un incontro con persone del settore per poterci confrontare. Non ho ancora trovato una persona (UNA!)  che non si sia lamentata della situazione attuale, produttori, fonici, artisti e manager, e allora ?
Avrei voluto per correttezza contattare anche il sig Omar Pedrini ma non sono riuscito a trovare la sua mail, credo che una trasmissione su chi con la musica cerca di operare tutti i giorni la potrebbe fare….
Comunque grazie per la sua cortese risposta, mi chiedevo se potevo postarla nel mio blog.
In bocca al lupo con le sue cose e a presto.
Stefano Castagna
FC
Grande è la confusione sotto il cielo la condizione è eccellente!
Attenzione per me non si tratta di imbarbarimento inteso come povertà ma l’arrivo del barbaro è inteso, in termini filosofici, come la diversità e la novità rispetto al conosciuto all’ esistente.  Uno stato di cose che ormai conosciamo cosi talmente bene, al punto massimo di saturazione  non più in grado di sorprendere ed incapace di inventarsi nuovi linguaggi è alla fine.
La musica intesa  anche come economia (non deve essere un tabù, infatti per molti è lavoro)  è necessariamente alla ricerca ed il superamento dello stato presente (asfittico) deve sperimentare deve inventarsi  un progetto che in futuro sappia darsi una nuova efficace organizzazione.
Nel caos, quindi la figura del barbaro (dello straniero) delle novità tecnologiche e di coloro che le stanno usando (talvolta ancora in modo rozzo) sono avvantaggiati. È fisiologico
Chi ha fame chi ha sogni chi ha linguaggi nuovi oggi ha maggiori opportunità di affermazione
Quindi sono molto positivo sulla attuale condizione del mondo musicale, cambieranno gli asset, l’organizzazione, la comunicazione, etc etc parte della trasformazione è gia in atto.

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E’ arrivata posta!!!

Un paio di giorni fa ho segnalato al sig Francesco Caprini di Rock Targato Italia, in merito al post precedente. Mi ha gentilmente risposto e vorrei postarvi pari-pari il  piccolo epistolario che ne è nato.

Ho scritto anche al sig. Omar Pedrini chis…

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
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