Quel progetto non s’ha da fare. Così come è stata pensata dalla Regione la Ciclovia del Garda, nel tratto fra Desenzano e Toscolano Maderno, è una ferita ambientale. Lo pensa un migliaio di cittadini che ha firmato la petizione pubblicata sulla piattaforma digitale internazionale change.org.
Fra le adesioni ci sono Rossana Bettinelli, presidente delle sezione bresciana di Italia Nostra, Paolo Bonsignori, presidente di Legambiente Garda, Emilio Crosato, presidente del comitato promotore Parco Colline Moreniche del Garda. Ma contro quel progetto finanziato dal Pnrr, presentato a dicembre dalla Regione, si sono già espressi anche sindaci, commercianti, albergatori.
Gli architetti
La petizione è stata redatta e lanciata dagli architetti Monica Tessarolo, gardonese, e Alberta Cazzani, docente al Politecnico di Milano. «Nessun intento politico, ma la volontà di salvaguardare il nostro lago», spiega subito Tessarolo. Martedì 20 marzo, in Regione a Milano, è convocata una Conferenza di servizi con i sindaci per analizzare le tante richieste di revisione del progetto avanzate (c’è tempo fino al 14 per le osservazioni).
La petizione firmata da oltre mille cittadini non si limita a formulare critiche specifiche: boccia in toto la filosofia del progetto, «elaborato – si legge – in maniera frettolosa, senza considerare un territorio così fragile da tutelare a valorizzare», redatto «senza ascoltare le esigenze della collettività». Per questo si chiede di rivedere interamente il progetto, «creando un tavolo di lavoro condiviso di progettazione partecipata» aperto a comitati e associazioni.
Turismo di qualità
La premessa è che il Garda non ha bisogno di attrarre più turisti, rischiando il collasso, ma di conservare le sue bellezze per un turismo di qualità. Basso lago. Tante le criticità rilevate dal documento. Nella parte bassa, fra Desenzano e Salò, il progetto «ripercorre poco più in prossimità del lago il percorso ciclopedonale già esistente realizzato dalla Provincia». Si tratta, secondo i firmatari, «di un inutile doppione»; inoltre si prevede di pavimentare sentieri sterrati, abbattere alberi, rimodellare rogge e canali. «Basterebbe sistemare meglio il percorso attuale», suggerisce la petizione.
Il nodo Salò
EMBED [Il tracciato della Ciclovia del Garda passerebbe nel centro di Salò]
Ma è sul tratto fra Salò e Toscolano Maderno che, per i contrari, si addensano le criticità maggiori. La Ciclovia, fra Salò e Gardone, entra nei centri storici: il passaggio dei ciclisti risulterebbe «di grande disturbo a negozi, bar, farmacie, uffici», con possibile danno per le attività. C’è poi il tema della pericolosità. Per alcuni tratti la Ciclovia corre lungo la 45bis, che verrebbe ristretta. Non solo. Fra Barbarano e Fasano sono previsti sette attraversamenti della statale, senza considerare il passaggio di auto e ambulanze nei pressi della clinica di Barbarano.
«Scempio a Gardone»
Altro punto contestato: lo stravolgimento del percorso pedonale alberato e sopraelevato dal Grand Hotel di Gardone al Grand Hotel di Fasano, realizzato alla fine dell’Ottocento come arredo urbano e per la passeggiata degli ospiti. Secondo il progetto, una parte (3,5 metri almeno) va destinata alla Ciclovia, eliminando anche gli alberi. Un elemento importante della città-giardino, «inestimabile patrimonio collettivo», verrebbe eliminato.
C’è poi la questione passerelle. Per un tratto a Fasano «viene prevista – si legge – una passerella a lago di fronte a hotel e ville di pregio: l’impatto paesaggistico è elevatissimo e comporta un danno enorme all’economia locale perché, privi di privacy, i clienti di quegli hotel si ridurranno». Villa Paradiso, ad esempio.
La passerella, inoltre, passerebbe davanti all’ex ospedale Santa Corona, mettendo a rischio il suo possibile recupero ad albergo. Tuttavia, è l’idea stessa della passerella come strada di transito che viene bocciata per i problemi paesaggistici e ambientali che comporta. Oltreché per i costi di costruzione e manutenzione.
Criticità a Maderno
Anche nel tratto tra Fasano e Maderno la Ciclovia si sovrappone alla storica passeggiata pedonale alberata. Si prevede di allargarla e trasformarla: «La Gardesana – rileva la petizione – risulterà pericolosamente ristretta dall’affiancamento della pista ciclopedonale e perderà una consistente porzione di arredi vegetali». Entrando poi in Maderno, l’attuale passerella verrebbe sostituita da un’altra ancorata a muro, più larga e di maggiore impatto paesaggistico.
Il progetto oltre Toscolano Maderno non c’è ancora, ma vista la ristrettezza della 45bis è facile pensare ancora alla soluzione delle passerelle. In questo tratto, oltre alle osservazioni già fatte, si aggiungono «le criticità date dalla ripidità e dalla franosità dei versanti». Italia Nostra, Legambiente, Comitato promotore Parco delle Colline Moreniche condividono la protesta e le motivazioni. Il progetto, sostengono, «presenta punti molto discutibili dal punto di vista fruitivo e paesaggistico che rendono la Ciclovia opera del tutto incongruente e insostenibile». Si tratterebbe «di un ulteriore e inaccettabile consumo di suolo, nonché di spreco di denaro pubblico».
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