Seguo con attenzione stupita quello che succede in Libia dopo quanto già accaduto in Tunisia e in Egitto.
Non capisco se compiacermi per la caduta di regimi totalitari o preoccuparmi per l'avvento di "ismi" di cui temere ancor più la portata. Questo scoprire di saperne troppo poco della vita di milioni di persone che vivono non lontano da noi mi turba, mi domando se anche io, in fondo, non sia vittima di quella sottile intossicazione che per nascondere l'oscenità del quotidiano acceca tutti rispetto al mondo.
Ripenso alla vergogna del servilismo nei confronti di Geddafi giustificata dalla sua forza e dal suo potere economico e ora la voce della sua fuga ingloriosa come del leader tunisino che lascia forzieri di ricchezze sottratte alla sua gente e chissà quante altre ne ha al sicuro altrove.
Un'intera area del mondo si muove come un terremoto e non capisco cosa stia realmente succedendo. Vorrei avere un ministro degli esteri che spiega e agisce, vorrei avere un governo che si muove con la comunità internazionale per far sì che questo incendio non diventi una furia incontrollata ma bruci solo la sterpaglia.
Vorrei un paese che più di tutti alza la bandiera dei valori, della libertà, della democrazia, con voce più forte perchè siamo nel cuore di questo Mediterraneo che è culla di civiltà e che ora racconta di stragi e di possibili guerre.
Con voce più alta perchè siamo giovani, di storia recente, con una Costituzione che ha fatto tesoro di tutto ciò che l'uomo ha imparato sul diritto, la dignità e la libertà dall'antica Grecia fino alla rivoluzione francese e a quella americana.
E invece ci si vergogna quasi di celebrare i nostri 150 anni, si tace di fronte a un puttaniere che bacia le mani insanguinate e che offende ogni giorno tutti i nostri valori più sacri.
Ho deciso. Come un garofano del Primo Maggio io il 17 marzo metterò la coccarda tricolore.
Non per orgoglio patrio, non sono un nazionalista, ma la porterò per dire con forza che quei valori nati proprio sotto i miei piedi, qui, tra Solferino e San Martino, non servono solo a me ma servono per guidare chi potrebbe non trovare la strada in mezzo al fumo degli incendi o sotto le fucilate delle milizie.
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