Caos scuole a Brescia: docenti a rischio, tempo pieno compromesso

La situazione delle scuole bresciane si trova nuovamente sull’orlo del collasso a causa di nomine in ruolo non ancora concluse e supplenze in sospeso. La settimana prossima potrebbe portare a uno stallo nelle assegnazioni, come segnalato in una recente comunicazione dall’Ufficio Scolastico Territoriale. L’ente ha dichiarato di aver completato tutte le procedure preliminari per lo scorrimento delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS), ma per procedere con le assegnazioni è necessario attendere il completamento delle operazioni di reclutamento legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) da parte dell’Ufficio Regionale, previsto per la prossima settimana.

Nonostante le rassicurazioni dell’UST, che promette di procedere tempestivamente con le nomine una volta ultimate le procedure regionali, la situazione rimane critica. A poche settimane dall’inizio dell’anno scolastico, e con la scuola dell’infanzia già operativa dal 5 settembre, molti istituti non hanno ancora un organico stabile, e si prospettano ulteriori cambiamenti di personale. Questo potrebbe comportare la necessità di spostare docenti già assegnati per fare spazio a quelli che entreranno in ruolo, lasciando temporaneamente scoperti alcuni posti chiave. Il problema è particolarmente sentito negli istituti comprensivi, che offrono un servizio essenziale alla comunità basato spesso sul tempo pieno, il quale rischia di essere compromesso a causa delle nomine ancora in sospeso.

Dirigenti e docenti in allarme

La reazione da parte dei dirigenti scolastici non si è fatta attendere. Vanda Mainardi, dirigente dell’Istituto Comprensivo di Leno, ha espresso il suo disappunto per la situazione: “È incredibile che ogni anno ci troviamo a dover affrontare queste difficoltà nel completare l’organico prima dell’inizio delle lezioni. Abbiamo progetti innovativi, ma ci sembra di dover lottare contro l’amministrazione per poterli realizzare”. L’istituto guidato dalla professoressa Mainardi, che conta sette plessi scolastici e circa 1.500 studenti, rappresenta un modello di eccellenza, anche a livello internazionale, grazie all’adozione del modello educativo “senza zaino”.

La situazione è critica anche in altri istituti del territorio. Alcune scuole, come quella di Ghedi, hanno già sospeso l’avvio del tempo pieno, e altre potrebbero seguirne l’esempio. “Mi trovo con una ventina di insegnanti mancanti nella scuola primaria”, ha spiegato la dirigente, evidenziando l’urgenza di trovare soluzioni immediate. “Non possiamo neanche nominare insegnanti sui posti annuali fino alla conferma delle nuove nomine”.

Un problema di sistema

La problematica è stata segnalata anche da Luisa Treccani, segretaria della Cisl Scuola, che ha evidenziato come la situazione sia resa ancora più complessa dalle recenti norme che impongono ai docenti già assunti da GPS e destinati al ruolo di cambiare sede per svolgere l’anno di prova. Questo comporterà inevitabilmente una serie di spostamenti che potrebbe coinvolgere centinaia di insegnanti, soprattutto nella scuola primaria.

In un clima di grande incertezza, i dirigenti scolastici hanno risposto all’Ufficio Scolastico Territoriale sottolineando “la gravità della situazione” e manifestando preoccupazione per l’imminente avvio del tempo pieno, che potrebbe trasformarsi in un “tempo vuoto” a causa della mancanza di personale. Una situazione che, ancora una volta, mette in luce la necessità di una maggiore chiarezza e di interventi tempestivi per garantire il regolare svolgimento dell’attività scolastica.

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