Più controlli e un intervento immediato della magistratura. Quando inizia a parlare del caso delle discariche e dei fanghi di Calcinato che potrebbero arrivare da Porto Marghera, il comitato Ambiente futuro Lombardia, capitanato da Imma Lascialfari, non usa mezzi termini: «Adesso basta, ci si deve fermare e si devono trovare delle soluzioni. L’unico punto d’appoggio che abbiamo e che ci fa ben sperare è l’impegno evidente dell’Arpa, ora che il dipartimento di Brescia è guidato da Fabio Cambielli. Per il resto…». Per il resto il vuoto.
Il comitato punta il dito contro gli amministratori politici: «Devono darsi una mossa e farsi un esame di coscienza, perché i cittadini stanno facendo il lavoro al loro posto e lo stanno facendo per salvare il territorio. Anziché appiopparci etichette canzonatorie, si mettessero a fare il lavoro per il quale sono pagati». La stoccata è rivolta al ministro dell’Ambiente Roberto Cingolani, che aveva parlato di «ambientalisti radical chic». Le aspettative tradite sono lunghe anni. «Pensavo che il mondo politico saltasse sulla sedia, invece nessuno ha speso una parola né si è preoccupato di informare i cittadini o di capire quale sia il reale stato di salute della falda. Questo silenzio non è normale, eppure è stata l’unica reazione comune a tutti i partiti e gruppi politici: il nulla. Forse perché non vogliono sentirsi dire che è ora di finirla di rilasciare autorizzazioni a destra e a manca».
EMBED [Leggi anche]Oltre alla richiesta di stop a nuovi impianti, una proposta c’è? Certo. «Bisogna avere più uomini a disposizione per i controlli sul territorio: implementare le posizioni di controllo è, infatti, l’unica soluzione possibile, oltre al blocco di altre autorizzazioni. La gente delinque perché sa bene che riuscirà a farla franca, ne ridono addirittura. Ormai, con il meccanismo attuale, prima che la macchina istituzionale si metta in moto trascorrono anni. E chi vuole fare il furbo a spese della salute dell’ambiente e dei cittadini lo sa bene. Ha ragione Greta, i “bla bla bla” non sono più sopportabili. Dire che non c’è più tempo per aspettare a prenderci cura del nostro territorio non è sufficiente. Bisogna anche dimostrarlo e agire. Ma il primo passo è ascoltare i cittadini che da anni denunciano disastri che sono solo da vedere» incalza la presidente Lascialfari.
Dalla discarica colma di rifiuti «misteriosi» riemersa durante gli scavi per la Tav alle molte ex cave riempite di scarti pericolosi, il corridoio che va da Calcinato a Guidizzolo, passando per Montichiari, è letteralmente martoriato. «Se ci ascoltassero, se venissero a vedere con i loro occhi, forse, i politici si renderebbero finalmente conto…». Forse sì.
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