La Blue Tongue, nota anche come “lingua blu”, è una malattia virale che colpisce principalmente i ruminanti e non rappresenta un pericolo per l’uomo. Tuttavia, la sua diffusione sta destando preoccupazione tra gli allevatori italiani. Vediamo di cosa si tratta e quali misure sono state adottate per contenerla.
La Blue Tongue viene trasmessa ai ruminanti attraverso la puntura di un insetto, il moscerino del genere Culicoides, come spiegato da Coldiretti Brescia. Sebbene la malattia non abbia effetti sull’uomo né comprometta la sicurezza del latte e della carne, può causare gravi danni agli animali infetti, portandoli fino alla morte. Questo comporta una riduzione della produzione di latte e carne e blocca la movimentazione degli animali, con significativi impatti economici per le aziende agricole.
È recente la notizia che la Regione Lombardia ha ampliato la cosiddetta “zona rossa” di contenimento della Blue Tongue, includendo nove comuni della provincia di Brescia. I comuni interessati sono:
- Adro
- Capriolo
- Cologne
- Corte Franca
- Erbusco
- Iseo
- Palazzolo sull’Oglio
- Paratico
- Pontoglio
In questi comuni non è stato ancora riscontrato alcun caso di Blue Tongue, ma l’area è stata delimitata come misura precauzionale per monitorare e prevenire eventuali contagi.
Per proteggere gli allevamenti italiani, Coldiretti sottolinea l’importanza di intensificare i controlli sulle importazioni di animali vivi provenienti dall’estero, in particolare dal Nord Europa, dove la Blue Tongue si sta diffondendo. In aggiunta ai controlli, viene raccomandato l’uso di stalle di sosta e repellenti per gli insetti, al fine di limitare la propagazione della malattia.
La Blue Tongue non deve essere motivo di allarme per i consumatori, ma è essenziale che le autorità competenti e gli allevatori collaborino per mantenere sotto controllo la situazione, proteggendo così il patrimonio zootecnico nazionale.
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