Vi ricordate il vecchio motto della famosa pubblicità di Arbore “Birra e sai cosa bevi”? Ecco se in Italia è ancora così sembra diversa l’antifona in Islanda dove questa bevanda viene prodotta utilizzando, tra le altre materie prime, anche la carne di balena. Non citeremo la marca che la produce per non fare, anche indirettamente, pubblicità ad una ditta che va contro i nostri ideali di rispetto e salvaguardia per questi mammiferi e troviamo assurdo e stupido che uno per sentirsi “un vero vichingo figlio di Thor” debba sciropparsi questa bevanda posto che forse i veri vichinghi in passato preferissero bere vera birra e mangiare carne di balena.
A far maggiormente indignare è che pur avendo ripreso la caccia ai cetacei, il consumo di carne di balena in Islanda, in questi ultimi anni, è nettamente in calo e il cacciato spesso finisce a far da aggiunta al cibo per cani in scatoletta (fonte: Wdc – Whale and Dolphin Conservation). Un controsenso questo che fa ancor di più indignare chi si oppone a questa pratica di pesca così cruenta.
L’unica magra consolazione è apprendere che la produzione di questa birra speciale al cetaceo sarà limitata al solo periodo dell’anno compreso tra il 24 gennaio e il 22 febbraio, lasso di tempo questo che coincide con le festività legate al mito del Dio Thor ed il commercio ed il consumo sarà limitato alla sola Islanda non essendone prevista l’esportazione.
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