La Banca d’Italia ha recentemente annunciato la chiusura della sua filiale di Brescia, situata in Corso Martiri della Libertà, attualmente occupata da 32 dipendenti. La notizia è emersa durante un incontro tra la direzione e le organizzazioni sindacali, nel quale è stato illustrato il piano di riorganizzazione dell’istituto, reso noto già all’inizio del mese. Il sindacato Falbi (Federazione autonoma lavoratori Banca centrale e Autorità) ha espresso preoccupazione per il contenuto del piano: “Ci attendevamo di capire in cosa consistesse l’annunciato rafforzamento della rete, ma dalla lettura del documento si evincevano solo chiusure e ridimensionamenti”.
Secondo quanto emerso, oltre alla chiusura della filiale di Brescia e di quella di Livorno, il piano prevede la cessazione della gestione del contante per l’utenza professionale in altre cinque sedi. Inoltre, in 16 filiali l’ufficio di segreteria verrà accorpato con la divisione Gsp, e altre quattro filiali smetteranno di svolgere l’attività di vigilanza. Nonostante l’annunciato rafforzamento della rete, il sindacato Falbi ha criticato il piano, ritenendolo invece un preludio a ulteriori tagli futuri: “Nulla, se non enunciazioni prive di riscontro, è stato affermato circa la presunta azione di rafforzamento delle filiali”.
Il sindacato Falbi ha espresso una ferma opposizione al piano di riorganizzazione, sottolineando che “resta evidente l’intento della Banca di ritirarsi dal territorio, indebolendo numerose filiali”. In seguito all’incontro, il sindacato ha convocato un’assemblea per discutere le azioni da intraprendere. Falbi ha inoltre dichiarato che formalizzerà il suo dissenso all’amministrazione della Banca d’Italia e, in caso di mancanza di risposte soddisfacenti, si è dichiarato pronto a intraprendere un “conflitto aspro”. Il sindacato ha anche auspicato un’azione comune con le altre organizzazioni sindacali, invitandole a contrastare il piano piuttosto che negoziarne i termini.
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