Trenta carcasse di gabbiani. Sono quelle che in questi giorni sono state raccolte sulle spiagge del lago di Garda, da San Felice a Sirmione, destando non poca preoccupazione tra gli abitanti della zona. Specie se si considera che la morte è stata provocata dal virus dell’influenza aviaria.
«Sono tante o poche?» si chiede Antonio Vitali, direttore del dipartimento veterinario Ats Brescia. Certo sarebbe un numero da raffrontare con la popolazione volatile complessiva, per avere la proporzione del fenomeno, in ogni caso «si tratta dei soli gabbiani e il trend è in diminuzione». Ciò a cui si deve piuttosto prestare attenzione è che il virus non arrivi a infettare i grandi allevamenti avicoli della zona, dove, naturalmente, sono contentrati centinaia di animali. «Non siamo, comunque, nella situazione in cui il virus possa minacciare gli allevamenti» rassicurano ancora da Ats.
Proprio per mantenere il fenomeno circoscritto è necessario rispettare le misure di bio sicurezza. Nel caso si venisse in contatto con le carcasse di gabbiani è bene sapere che si deve chiamare la Polizia provinciale (030 374 8011) o Ats (030.38381). «La logica – sottolinea ancora Vitali – è non venire in contatto con le carcasse: c’è del personale apposito che è stato incaricato di svolgere questo lavoro». Per quanto riguarda il rischio per la persona Vitali ancora una volta tranquillizza: «Potenzialmente potrebbero esserci dei salti di specie, ma nelle condizioni in cui ci troviamo a Brescia è molto difficile, perché stiamo parlando di situazioni all’aria aperta dove già il virus si disperde»
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