Autore: Daniel_Colm

Servizi di networking light e heavy

Stamattina mi stavo documentando un po’ su Facebook Connector. Intanto mi pare di capire che, come avevo già verificato appena uscito, per la piattaforma Blogger ancora non è disponibile. Speriamo che arrivi presto. Ieri poi è stata pubblicata la notizia su questo blog che FB stia lanciando l’opzione “Like”, come su Friendfeed, per gli elementi pubblicati sulla propria pagina. Indubbiamente FB sta moltiplicando i servizi offerti. Quali sono i vantaggi per gli utenti?

Facebook al momento ha moltissimi vantaggi, ma ci sono cose che non può offrire. Per capire i pro e i contra di FB bisogna metterlo a confronto con gli altri servizi gratuiti di social networking.

Ci sono servizi che possiamo definire light e altri invece che sono heavy. Con questo intendo indicare il peso di informazioni personali che richiede e che mette in gioco un dato servizio.
Twitter, ad esempio, richiede appena un indirizzo email e uno Username che ci si può tranquillamente inventare. Poi chiaramente dipende dalle informazioni che pubblichiamo, ma direi che è un servizio decisamente leggero. Possiamo utilizzarlo senza problemi con uno pseudonimo senza essere rintracciabili ai più.
Alla stessa maniera sono light YouTube, Flickr, Tumblr, Anobii, Del.icio.us, forum, wiki e così via. O almeno lo possono essere se non ci sbilanciamo troppo sui contenuti personali.

Heavy è invece Facebook, in cui si compare con nome, cognome, città di residenza, età, foto. Certo, possiamo mascherarci e inserire dati a caso e agire come se fossimo qualcun altro, ma a quel punto serve a poco un account su FB. Lo stesso vale per tutti gli altri social network. Per certi versi potremmo definire pesante anche Brightkite, che ci rende rintracciabili geograficamente. Metterei anche Friendfeed in questa categoria, perché aggregando così tanti servizi, qualche errore ci scappa sempre laddove ci sentiamo protetti e tra amici.

Poi ci sono blog, che però sono strumenti così versatili che difficilmente si possono definre univocamente come light o heavy.

Per concludere, servizi heavy offrono moltissimi strumenti di comunicazione. Molto del lavoro va in automatico o può essere in qualche maniera delegato agli amici (come i tag nelle foto). Tutto questo va a discapito della privacy nei confronti di chi ci segue e di chi ci ospita sui suoi server (di cosa la gente abbia più paura ancora non l’ho capito).
I servizi light forse sono un po’ più da geek, vanno conosciuti e ogni volta bisogna creare il proprio network intorno al proprio account o inserirsi in altri già presenti. Permettono un maggiore controllo dei dati personali e una più capillare distinzione dei gradi di “amicizia” laddove entrano in gioco i nostri dati sensibili.

Mi verrebbe da fare qualche osservazione sulla diversa diffusione delle due diverse categorie di servizi, ma forse conviene che si plachi un attimo la tempesta intorno a Facebook.

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http://danielcolm.blogspot.com/2009/01/servizi-di-networking-light-e-heavy.html

Südtiroler Deutsch

Uno sceglie di andare a Bolzano perché pensa: “Così ci imparo sia l’itagliano che il tedesco”. Oltre che aver formulato un pensiero errato in grammatica, ortografia e quelle robe lì, sbaglia pure nei contenuti. Illuso! Forse italiano ancorancora sì, dipende dove vai, ma il tedesco te lo puoi dimenticare. Qui si parla in sudtirolese. Ed è normale che chi parla appena un tedesco scolastico si senta un poco disorientato, oltre ad avercela magari poi a morte con il prof del liceo che gli ha insegnato una lingua non parlata. Ma tranquilli! C’è un rimedio.

Il centro Alpha Beta Piccadilly di Bolzano organizza un corso di 18 incontri per apprendere il dialetto indigeno con qualche spolverata di cultura locale. Se avessi il tempo e soldi da dedicare a questo genere di cose l’avrei anche frequentato. Immagino che sia divertentissimo.

L’estratto visibile sul post è un paragrafo della pagina 22. Potete scaricarvi l’intero opuscolo coi corsi del 2009 da qui.

Nell’immagine in alto trovate un tipico tirolese in un raro momento di gioia scagionata dalla visione di un cartello stradale in dialetto.

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Rassegna Stampa dell’Amministrazione Anelli

Un mio amico mi ha mandato questo volantino dicendo che è stato affisso un po’ per tutta Desenzano. Io a dire il vero non me n’ero accorto, anche perché non è che ci passi molto tempo per le vie della città. Seguono comunque poche considerazioni che mi vengono da fare leggendo quanto riportato.


A me per la verità se ci sono divisioni nella maggioranza interessa relativamente. Quello che importa sono i cambiamenti che apportano alla città che amministrano. Il fatto è che a Desenzano, come anche altrove penso, un’amministrazione vede realizzarsi durante il proprio mandato quello che è stato avviato dall’opposizione nel mandato precedente. Ritengo dunque più opportuno che l’opposizione chiarisse quali opere portano le firme di chi. La precedente amministrazione Pienazza ha fatto moltissime cose degne di nota e se non ha vinto le ultime elezioni è principalmente per la mancata pubblicizzazione del proprio operato (anche se comunque hanno fatto anche loro qualche errore).

Ma di questo se ne tornerà a parlare più tardi – troppo tardi – a campagna elettorale già avviata.

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Via A&O, arriva Despar

Ieri andavo a pallavolo e camminavo tutto tranquillo lungo le vie di Bolzano. Percorro via Goethe, attraverso piazza delle Erbe e mi immetto in via Museo quando noto che qualcosa non tornava. Un uomo sulla quarantina accompagnato da una donna sulla trentasettina, lui con un po’ di calvizie, capelli ancora scuri però, lei con un piumino beige e il pelo di animale morto sul collo escono dal supermercato A&O con una sportina del Despar. Ma non una sportina qualunque!

Era una sportina che si capiva che era nuova, appena presa, proprio come se gliel’avessero data al supermercato quando tu ti sei dimenticato di quella di stoffa a casa. E io mi sono detto: “Non è possibile!”

Voi certamente, lì seduti davanti allo schermo del vostro computer, vi chiederete: “Embè? Eannoi cehccefrega?” Un attimo e ci arrivo.
Io ovviamente non potevo mica andare all’allenamento con un dubbio del genere. Mi sarei sconcentrato alla battuta, pensando a questa incongruenza brand-spaziotemporale. Così appena noto il misfatto mi fermo e osservo con attenzione tutti i dettagli e… TADAHHH! (Vorrei che sia chiara la mia sorpresa quindi ripeto) TADAHHH!

A&O durante le vacanze è proprio diventato Despar. Quali vantaggi comporta tutto questo ad uno studente di economia che si interessa di entomologia e marmitte di motorino? Nulla! L’interessante è osservare quali vantaggi comporta questo per uno studente di economia che beve latte fresco parzialmente scremato riscaldato per un minuto nel microonde misto a caffè ogni mattina.

Despar vende il latte fresco parzialmente scremato da un litro a 74 centesimi! Quello che c’era da A&O prima della Mila, costava ben € 1,22. Vuol dire che ora, per risparmiare ben 48 cent per litro non dovrò più andare fino in piazza Walther! Figurarsi poi quando Despar farà la raccolta punti a fine anno.

Se mi chiedessero come descriverei il mio studentato in dieci parole incluse preposizioni direi: “Con ogni comfort a portata di 21 rampe di scale”.

[Nella foto si noti come le vecchie insegne A&O sono state coperte ma non ancora rimosse dalla parete]

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Facebook song

Pubblicare sul Tumblelog una tale opera sarebbe stato troppo poco!

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Facebook: What was wrong with the pub?

Dicono che l’attenzione si sia spostata dai blog a Facebook. Di conseguenza si fa enormemente pubblicità all’ultimo arrivato e si lascia sedimentare il polverone sui primi. Non che questa sia una novità. Prima cos’erano i generatori di dibattiti? Gli SMS? Le chat? Twitter? Ce n’è sempre una che catalizza l’attenzione dei “tecnoscettici” conservatori che non si accorgono che, abbaiando alle ultime novità, aprono le porte al loro ultimo nemico.

L’ultima che ho letto proviene da guardian.co.uk.

This enormously successful American business describes itself as “a social utility that connects you with the people around you”. But hang on. Why on God’s earth would I need a computer to connect with the people around me? Why should my relationships be mediated through the imagination of a bunch of supergeeks in California? What was wrong with the pub?

Analizziamo la critica. Primo, il nuovo fenomeno è enormously successful. Se una cosa viene criticata è perché è enormously successful. Altrimenti tutti rimarrebbero a criticare la precedente enormously successful cosa. Enormously successful è diretta conseguenza di enormously useful o come minimo enormously funny. E allora di cosa ci lamentiamo? Di un bisogno soddisfatto? Al massimo, se c’è qualcosa che non va, sta nell’utente e non nello strumento. (Sembra ovvio, ma a quanto pare c’è sempre qualcuno che non ci arriva.)

Quello che da sempre brucia ai critici è l’innovazione apportata alle relazioni sociali: “Why on God’s earth would I need a computer to connect with the people around me?” Forse perché almeno metà delle conoscenze uno le ha fuori dalla propria città? Forse perché un amico non hai la necessità di vederlo per forza sempre di persona e ti puoi accontentare di strumenti più comodi per comunicare quello che hai da dire?

E chi ha poi mai detto che Facebook è utile solo a mantenere i contatti con i propri amici? Come ogni altro strumento anche FB può essere utilizzato per scopi diversi da quelli pensati alla sua creazione.

Quindi io dico, non ragioniam di lor, ma guardiamo e passiamo!

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Trucchi Facebook: aggiornamenti di stato via Twitter

Mi capita spesso sentirmi dire dai miei amici: “Ma tu sei sempre su Facebook? Ogni volta che mi connetto ci saranno un migliaio (altre volte invece esagerano) di aggiornamenti di stato tutti tuoi!”
Ora, io in realtà su Facebook non ci passo le ore. L’aggiornamento così frequente è legato all’uso di due tre strumenti: Twitter, Thwirl e il collegamento tra Twitter e Facebook. Attraverso questi attrezzi posso cambiare il mio stato comodamente dal desktop del mio computer (Mac o pc che sia) con la massima comodità. Come funziona il meccanismo?

1) Per prima cosa serve un account su Twitter. Per sapere di cosa si tratta nel dettaglio basta cercare su internet. Troverete blog a chili che ne parlano, visto che i blogger non ne possono quasi più fare a meno. Io vi rimando a Wikipedia. Per iscrivervi a Twitter cliccate qui.

2) Scaricatevi Thwirl. Per farlo prima andate qui per installare Adobe Air. Poi, cliccando qui, partirà subito il download della l’ultima versione di Thwirl. Installatelo, impostate i vostri dati di Twitter così sarete già loggati ad ogni apertura del programma in futuro.

2 b) Se usate Firefox potrebbe interessarvi questa funzione di aggiornamento di stato semplicemente inserendo il testo nella barra di navigazione del browser. Molto comodo per chi usa spesso Firefox. È solo uno strumento di input e non di output, ma se vi interessa solo per Facebook è perfetto.

3) Collegare gli aggiornamenti di Twitter a Facebook è una cavolata. Dalla sezione “Settings” del vostro account Twitter potete accedere a questa pagina, che vi permette di scegliere se inserire i vostri aggiornamenti su varie piattaforme tra le quali FB. Adesso vi basta seguire le indicazioni e in un attimo avrete gli aggiornamenti di Twitter su FB.

Fatto! E come potete vedere, il tutto non richiede l’uso di colla vinilica o carta igienica!
Sotto potete vedere il risultato dell’operazione.


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Capodanno a Bagolino

Come al solito arrivo a Natale senza una mezza idea di cosa fare a capodanno e non ero neanche l’unico, così con Enrico mi sono messo a vedere un po’ cosa avevano organizzato i nostri amici e alla fine siamo riusciti a parassitarci ad un gruppetto di persone, tra cui i linkabilissimi Giulio e Jacopo (aka Birti). In totale eravamo in 14. Cinque in una specie di bungalow di Ale, che mi pare che abbia organizzato buona parte del tutto motivo per cui lo ringrazio, e gli altri nove, tra cui il sottoscritto, nell’albergo Stella Alpina a Valle Dorizzo, frazione di Bagolino (BS).

Appena arrivati all’albergo non portiamo neanche le valigie in camera, ma ci dirigiamo direttamente alla piste dell’impianto Gaver, che erano innevate alla perfezione e vuote dall’ora di pranzo in poi. Mi dirigo al noleggio sci e davanti alla porta che si mette gli scarponi trovo un’amica che non vedevo da un sacco, perché è tornata in Argentina (del resto si sa: Bagolino ha fama internazionale), insieme ad altri amici tutti ancora dal liceo.

Credo di non aver mai sciato così volentieri. Non saprei se era la compagnia, la neve, il fatto che non sciavo da due anni o più, che il tempo era bellissimo o cosa, sta di fatto che Giulio ed io abbiamo saltato il pranzo e abbiamo sciato mentre gli altri mangiavano al rifugio (ci siamo fatti bastare un vov caldo con panna, che a livello di calorie credo sia più che sufficiente per una settimana).

Anche al secondo giorno eravamo i più attivi sulle piste, tanto che adesso devo stare attento ai movimenti delle gambe, che ho un crampo in agguato a ciascun polpaccio. La sera cenone in albergo e poi ci siamo uniti al gruppetto del bungalow per “spetardare” un po’ come cretini con le robe che abbiamo preso all’OBI.

Per chi fosse intenzionato a spendere qualche giorno (e qualche Euro) da quelle parti, posso consigliare l’albergo dove siamo stati (Stella Alpina). Sono stati gentilissimi con noi, le piste non erano lontane (anche se comunque l’auto era indispensabile), vicinissima c’è la pista di pattinaggio (a 30 sec a piedi), si mangia benissimo, le camere non sono lussuose (in fondo ha due stelle) ma pulite e sufficienti per dormire come si deve. Solo la colazione non era come m’immaginavo, ma del resto non eravamo mica in Alto Adige.

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Il motto del 2009

Oggi sono andato a prendere gli scarponi, no? Il commesso mi mostra un paio di scarponi, io gli chiedo se tengono lacqualaneveilfreddopolareilfango e tutto quello che potrebbe insudiciare le mie calze e lui mi fa: sì. Poi poco dopo allunga la mano sullo scaffale e tira giù un altro paio di scarponi ancora più -oni, enormi!, e mi fa: questi tengono tutto. E io che sono un tipo in gamba mi chiedo: ci sarà allora qualcosa che gli altri non tenevano, ma lo scoprirò vivendo, mi son detto, che io comunque ci bado a dove metto i piedi e, tipo, nei bisognini dei barboncini che fanno la loro nobile pupù davanti ai negozietti di scarpe per donne che hanno barboncini non ci vado.

Ammettiamo però che poi io mi trovi in grande pericolo perché gli scarponi che ho preso (i primi) non mi salvano dalle sabbie mobili o dalla scale mobili o dalle auto mobili. Cosa fare? Cosa faremo per il 2009, che deve ancora iniziare, figurarsi finire, in caso ci periglio? Ma è ovvio! Non esitate a invocare D-u! Dovete dire: D-u, pensaci tu! Con entrambe le sopracciglia ben in su e sbracciandosi. Lui mi ha già promesso solennemente di mantener fede alla sua parola. Ci penserà su un po’ con tutto l’amore che ha in sé, mi ha detto. Poi si vedrà…

Ricordo che il D-u concorso per il pupazzo di neve che assomiglia più a D-u è ancora aperto.

(Nella foto gli scarponcini: in punta sono comodi, eh… è nella caviglia che la cassa disturba un po’!)

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Domeniche in musica a Brescia


Domeniche in musica

Gianni Pirollo al clarinetto
Alberto Cavoli al pianoforte

Musiche di Saint-Seans, Martinu, Ugoletti, Debussy, Brahms

Teatro del Chiostro San Giovanni Evangelista (Brescia)
Domenica 21 dicembre alle 11.15
Segue aperitivo in chiostro alle 12.15

Per maggiori informazioni: chiostrosgiovanni[at]libero.it

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D-u non ha la pancia!

I bambini euforici vedono il povero D-u accasciato in un angolo del blog e ridacchiano un po’ impauriti un po’ incuriositi del suo stato. Poi uno, con lo sguardo cattivo fés, raccoglie un bastoncino di legno lungo 73,4 cm circa e ben piazzato sulle gambe, pronto a scattare lontano, si avvicina al nostro debilitato eroe e lo punzecchia godendo della sua passività sulla pancia… No, D-u non ha la pancia! Sul ventre, ecco. Tutti ridono come iene intorno alla carcassa di un okapi abbattuto e poi scappano.

D-u aveva reagito alla puntura con un greve grugnito di sgradimento grattando grossi grilli, ma i bambini erano ormai lontani, fieri della loro azione. Solo una bambina, l’unica che finora non aveva riso e che non era corsa via con gli altri ora fa un passetto avanti. Poi un altro poco più deciso. Al terzo prende rincorsa e assesta un calcione nella pancia ventre di D-u.

Tutto questo per dire che pur non essendo D-u sotto esami in vacanza (magari!), questo blog è entrato inusualmente in letargo da una settimana. Si risveglierà? Di più non appena farà meno male la pancia ventre a D-u!

Nella foto NON c’è D-u che NON chiede: “Quello… [pausa di riflessione] … VOGLIO!” (megasorriso di soddisfazione).

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Fai un D-u e vinci un asino

Ieri qui a Bolzano ha nevicato così tanto che oggi le scuole restano chiuse in tutto il Trentino-Alto Adige. In serata, mentre andavo a pallavolo (solo in 7 coraggiosi sono giunti fino alle palestre), ho scattato qualche foto. Così ora posso lanciare il megaconcorso dell’inverno (che volevo avviare già due finesettimana fa, ma nello stress me ne sono dimenticato):

Costruisci anche tu il pupazzo di neve a forma di D-u, scattagli una foto e inviala a questo blog!

Volevo mettere in palio un bue, ma fatico a trovarne in giro, così ho pensato ad un asino che viene direttamente dagli allevamenti del kikero.

Oggi, infatti, mentre salivo in ufficio, dopo essermi reso conto di aver dimenticato a casa il libro di Eco 1 A che mi sarebbe servito per studiare per l’esame di domani e il cappello che mi sarebbe servito per essere più figo, ho trovato una scritta sulla parete di vetro dell’ufficio dello SCUB ad ovvia firma del kikero, che dimostra la presenza di asini.

Ora, io non ho certezza che non sporchino o che non facciano troppo rumore, però per evitare il rischio consiglio a coloro che si decidessero a partecipare al concorso e che abitano in un condominio ad accettare dieci punti Despar scaduti in cambio dell’asino. Potrete appiccicarli in fronte a chi volete!

Cosa aspettate ancora? Costruite subito il pupazzo di neve a forma di D-u come ha fatto Reini e inviatemi la foto!

(Quello di Reini è nella foto a metà post. Devo dire che non ha azzeccato il colore degli occhi, ma per il resto è abbastanza verosimile. Il cappello è ovviamente il mio.)

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Quanto sono eretico?

Non sono un eretico! Almeno secondo il quiz che ho fatto. Non è proprio una cavolta perché alcune domande sono abbastanza intricate. Quello che ho notato è che è più facile riconoscere (o pensare di riconoscere) le affermazioni sbagliate rispetto a quelle giuste, il che è il più interessante spunto per una riflessione. Ho infatti risposto con sicurezza negando la maggior parte delle affermazioni, ma mi risultava molto difficile pensare a come correggerle o individuare con certezza quelle giuste. Consiglio il quiz che a mia volta ho trovato sul blog di Cassa. Seguono i miei risultati.

You Scored as Chalcedon compliant

You are Chalcedon compliant. Congratulations, you’re not a heretic. You believe that Jesus is truly God and truly man and like us in every respect, apart from sin. Officially approved in 451.

Chalcedon compliant 83%

Pelagianism 75%

Monophysitism 75%

Modalism 33%

Nestorianism 25%

Monarchianism 25%

Adoptionist 25%

Socinianism 17%

Apollanarian 8%

Arianism 8%

Donatism 0%

Albigensianism 0%

Docetism 0%

Gnosticism 0%

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Snowdays needs you

Invito aperto a tutti gli studenti dell’Unibz che hanno intenzione di dare una mano per gli Snowdays 2009!

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Condizioni di Google Friend Connect

Stavo leggendo i termini di servizio di Google Friend Connect e ho trovato questo al punto 4:

When you provide your content through the windows and other gadgets constituting the Services, you give Google a perpetual license to copy, distribute, create derivative works based on, perform, display, and otherwise use the content in connection with the Services.

Significa che qualunque cosa io pubblichi su GFC diventa di Google? Quasi quasi mi verrebbe da controllare se la stessa clausola vige sui termini di Blogger, perché in fondo chi offre il servizio è sempre Google.

E ancora si legge al punto 8:

Google may retain and use, subject to the terms of the Google Privacy Policy, all information you provide, including but not limited to Web site demographics and contact information. You agree that Google may transfer and disclose to third parties personally identifiable information about you for the purpose of approving and enabling your use of the Services, including to third parties that reside in jurisdictions with less restrictive data laws than your own.

In questa maniera non vinceranno quegli scettici di Facebook che tanto sono infastiditi dall’idea che i loro dati personali vengono raccolti indipendentemente dalla loro vonlontà.

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