Autore: Daniel_Colm

Se fossi Steve Jobs

Ieri parlavo con Francesco del fatto che Chrome, il browser, non soddisfa ancora le mie aspettative. Quello per Mac. Sì, perché intanto per Windows siamo alla release 4 tutta ancora più sciccosa e ancora più veloce, mentre io qui ancora non posso rinominare i miei preferiti. Ora, a me sta bene che per Windows il software esca prima, ma che si dimentichino del tutto di sistemare la versione per Mac… E io che mi arrabbio, e Francesco che mi dice, sì ma aspetta che stanno anche lavorando all’OS di Chrome. Beh, ripensandoci non è un gran motivo, perché non è che siccome prevedo un salto, non prendo la rincorsa. Il browser ora me lo sviluppi bene e poi ti permetterò di passare ad altro.

Poi penso, se fossi Steve Jobs (faccio il suo nome, ma sicuramente in Apple c’è anche qualcun altro a prendere le decisioni), farei una collaborazione con Google perché una volta tanto esca prima il prodotto per Mac e solo dopo per Windows. Questo dovrebbe aumentare la fedeltà e la soddisfazione dei miei consumatori (“Cacchio, figata, ma tu hai già il SuperGoogleNuovaReleasePerFighiPatentati!” – “Certo, I’m a Mac” – “Ci stai troppo dentro, vecchio, ora me lo compro pure io ‘sto Mac”). Poi penso che questa decisione è controproducente per Apple, perché loro già hanno Safari, e che quindi Chrome gli fa solo concorrenza e basta. Anche perché ora si parla di un browser, ma a breve ci sarà un po’ di tutto nel “Google Store” e pure a gratis. Poi penso che Apple prima di tutto vende hardware e non software, quindi il pensiero di prima non è abbastanza per scalfire quello di prima ancora. E poi penso, e se non fosse proprio così? E se ormai Apple avesse intrapreso la strade del “faccio tutto io, da quello che tocchi a quello che gira?”, e che quindi col cavolo che è solo una produttrice di software?

Bah, aspetterò domani per vedere cosa tirerà fuori Steve Jobs dal suo cappello magico. Magari a forza di vedere immagini inventate di come dovrà essere questo Apple Tablet, quello vero ci deluderà. Se non fosse che è la Apple a produrlo, non mi parrebbe neanche così impossibile. Si vedrà.

L’immagine l’ho rubata da qui a the Apple Lounge.com.

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http://feedproxy.google.com/~r/blogspot/SCne/~3/XghubTVdmmU/se-fossi-steve-jobs.html

Chiedi a mamma.it

Sì, è da molto che non scrivo di D-u. In effetti è il filone di post di cui maggiormente mi vanto, tanto che ora ho deciso di far sapere a tutti che effettivamente io e D-u siamo la stessa persona (a livelli psichici alterati, comunque), aggiungendo come secondo nome su Facebook l’appellativo con cui ormai vengo identificato spesso a Bolzano.
D-u si destreggia sempre abilmente tra le situazioni più critiche della vita studentesca tipo quando la lavatrice della lavanderia pubblica di via Rosmini ti gira le mutande col dentro di fuori (post molto criticato per la sua cripticità, se così si dice, e ai limiti dell’impossibile statistico), e condivide sempre con gioia e letizia i suoi traguardi importanti, come quando finalmente ha raggiunto per la prima volta la perfetta quota di 0 Euro e 0 Cent sulla Student Card.

D’ora in poi, se avete un problema di quelli che avete sempre sottovalutato quando eravate accuditi da una mamma a casa e che ora, da universitari allo sbaraglio darwiniano, rivalutate e temete come gli scarafaggi evitano la luce e le suole delle scarpe degli umani, e in queste situazioni non doveste ricordarvi nel panico che basta invocare D-u semplicemente gridando in luoghi affollati con le mani alzate al cielo “D-u, pensaci tu” o qualsiasi altra esclamazione che faccia rima con D-u, tipo “D-u, salvami tu” o “D-u, cantatù”, sappiate che c’è un’alternativa.
Certamente richiede un computer e una connessione ad internet, ma è senz’altro più affidabile. Vi basterà digitare www.chiediamamma.it e potrete accedere ad un universo di consigli e conigli utili a sopravvivere ai perigli e alle trappole da voi stessi messe in atto a vostro proprio danno per imperizia o stupidità.
Ad esempio, molto utile il post che vi spiega come controllare se un uovo, comprato in sconto per prossimità alla scadenza indicata sulla scatola, è ancora commestibile dopo nove settimane.Consiglio anche quello che spiega come pulire il pavimento in pochissimo tempo quando avete ospiti inaspettati. Così eviterete di dover controllare il libretto delle vaccinazioni ai vostri ospiti sulla porta d’ingresso o di avvisarli gridando con le mani nei capelli “Perlamordelcielo, non cavarti le scarpe! È PER IL TUO BENE!!!” (non impressiona positivamente le ragazze, ve lo assicuro).
Il sito “Chiedi a mamma” è diviso in due categorie: quella “mamma” per le faccende più mammose, e quella “papà” per quelle più papose.
Se poi siete ferrati su particolari argomenti, potete contribuire voi stessi nella community del sito con consigli e conigli. Insomma, date un’occhiata a www.ChiediAMamma.it!
Altrimenti li trovate anche su Facebook alla loro pagina.

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http://feedproxy.google.com/~r/blogspot/SCne/~3/xAeS6ONItlI/chiedi-mammait.html

Nordic Walking a Desenzano

Ho appena scoperto per vie traverse (Facebook) che a Desenzano si tengono corsi di Nordic Walking. Non prendetemi per un appassionato: non l’ho mai fatto e ho appena idea di cosa si tratti. Però ho visto che c’è un blog tenuto tra l’altro dal vecchio (cioè, non che lui è vecchio) allenatore di calcio di mio fratello giovane (non è che io ne abbia altri, è che lui è proprio giovane) che adesso appunto insegna questo. Blog e Facebook.
Tutto qua. Mi piacciono i blog a Desenzano.
(Chi volesse iscriversi al prossimo corso, inizia il 9 gennaio, può farlo qui (link FB)). Buon nordic walking a chi lo fa.

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http://feedproxy.google.com/~r/blogspot/SCne/~3/0Ml7FHcfngA/nordic-walking-desenzano.html

Recensione acquisto con Ohm|Hero

Mi serviva un caricatore nuovo per la batteria della nostra macchina fotografica Canon Digital Ixus 50 in casa, ma l’avevo perso questa estate. Alla fine mi ero deciso a comprarlo online nuovo visto che da Trony a Desenzano non ce l’hanno. Avevo tempo guardato su Ebay qualche mese fa e mi pare che l’originale costasse sopra i € 50. Non fosse stato per motivi ambientali-ecologisti, ero propenso a comprarne una nuova di macchina fotografica, piuttosto che comprare un caricatore per quel prezzo.

Poco prima di Natale però ho voluto riprovare online e ho trovato l’offerta di Ohm|Hero, un rivenditore su Ebay che per 16,49 rivendeva caricatori per vari tipi di macchine fotografiche digitali “tarocchi”, cioè non di marca. All’inizio ero un po’ scettico, per il fatto che la differenza prezzo fosse così grande (dove sta l’inghippo?). Ho cercato su Google info su questo Ohm|Hero per verificarne l’affidabilità (non mi fidavo delle stelline su Ebay. Ho come l’impressione che si possano alterare facilmente), ma non trovavo niente se non pagine autoreferenziali di scarsa utilità (motivo per cui scrivo questo post). Così ho deciso di rischiare e nel giro di una settimana mi è arrivato a casa il pacchetto ordinato. [Qui la scheda del prodotto che ho acquistato]

Tutto come previsto, sono molto contento. Ho già caricato le due batterie che abbiamo in casa. L’unica pecca del caricatore è che io daltonico non distinguo la lucina rossa da quella verde, come avveniva con quello della Canon. A parte questo (che non dovrebbe capire a voi esseri banalmente normali) nel prezzo è compreso il caricatore auto, che mi sembra molto comodo. In definitiva, consiglio l’acquisto a chi servisse e, in generale, sono soddisfatto del rivenditore. Secondo me potete risparmiarvi i 6 Euro per la spedizione con contrassegno. Io ho pagato con carta di credito ricaricabile (come per tutti i miei acquisti online).

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http://feedproxy.google.com/~r/blogspot/SCne/~3/zxfALC56JJc/recensione-acquisto-con-ohmhero.html

Svantaggi di Chrome per Mac

Okay, a me sta bene che Google Chrome per Mac sia veloce, ma ci sono ancora alcune cose che non capisco come si fanno con questo browser:
– come faccio a modificare i preferiti? La guida di Google dà indicazioni solo per la versione Microsoft.
– come faccio ad adattare un’immagine caricata in un post su Blogger? Con Firefox mi basta cliccarci sopra e poi la posso ingrandire o diminuire spostando un angolo, ma con Chrome non succede niente. Caspita, se non vanno d’accordo Blogger e Chrome che sono entrambi Google, non so…
– poi Firefox aveva di bello che per scaricare un’immagine bastava trascinarla direttamente sul desktop. Con Chrome ovviamente non funziona (altrimenti non avrei iniziato un terzo punto all’elenco).

(man mano che ne trovo segnerò altre falle nel sistema. Se aveste soluzioni o problemi da aggiungere, fatemi sapere).

((l’immagine l’ho presa da Ragnarøkkr. Grazie!))

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http://feedproxy.google.com/~r/blogspot/SCne/~3/lwIwkWPkLSw/svantaggi-di-chrome-per-mac.html

Ma il Vaticano è un’istituzione dell’Italia?

Tiscali Notizie pubblica un articoletto che termina con seguente testo:

A partire dalla nascita di YouTube, nel febbraio 2005, numerosi leader mondiali, esponenti del mondo politico e istituzioni hanno scelto YouTube per comunicare con il mondo intero. Il canale della presidenza della Repubblica si aggiunge ad altri esempi in Italia e nel mondo.

In Italia, in particolare:
Canale della Camera dei Deputati
Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini
Canale del Vaticano

Nel mondo:
Presidenza Israele
Governo iracheno
Regina Elisabetta II
Regina Rania di Giordania
Governo britannico
Unione europea
Casa Bianca
Camera dei Rappresentanti e Senato degli Stati Uniti


Così risulta che il Vaticano rappresenta esponenti del mondo politico e istituzioni dell’Italia?
È un po’ come dire che il Bangladesh è in India.
Non per fare polemica inutile, ma io l’avrei messo nell’elenco inferiore…

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://feedproxy.google.com/~r/blogspot/SCne/~3/B1a_5LxnR_Y/ma-il-vaticano-e-unistituzione.html

Quello che manca a Google Wave

Su Friendfeed e su Meemi (dove gira la gente informata) sembra che ci si aspettasse di più da Google Wave. Io lo sto usando per lavorare online con i miei compagni di corso con cui stiamo seguendo alcuni progetti per i nostri corsi in università. Che sia meglio della mail, non si discute. Che sia meglio di un wiki…
Di vantaggioso rispetto al wiki è che è più facile convincere un non-geek ad estendere il suo account Google anche a Wave, piuttosto che crearsi un account nuovo su Wikispaces o altro. In più la conversazione resta privata, e non devi aprire un nuovo wiki per ogni argomento (nel senso che aprire una nuova Wave è indubbiamente più comodo e veloce).
È pensato per aggiungere interlocutori con la semplicità di una mail, anzi forse è più facile ancora per via del drag&drop.

Il fatto è che tutti questi vantaggi vengono sottovalutati dai geek (con geek intendo quel ristretto gruppo di internauti che non vanno in panico quando c’è da iscriversi a un nuovo social network, ma anzi si entusiasmano e che nel 90% ce l’hanno già un account in quello o quell’altro social network prima ancora che glielo chiedi). Perché i geek se ne stanno tra loro, parlano tra loro e lavorano tra loro. Dunque Google Wave arriva in un mercato dove il bisogno si è sentito poco. E guarda caso, la maggior parte degli inviti sono in mano loro (soprattutto all’inizio), perché erano loro i primi ad essersi informati e ad essersi messi in fila per l’attivazione sul proprio account.

Dobbiamo però aspettare che esca dalla beta e che ne parlino un po’ gli altri media e che parta un po’ di pubblicità da Mountain View.

Google in generale si è conquistata ormai la fiducia di molti, geek e non. Ecco perché penso che potrebbe cambiare in meglio l’esperienza online di tutti. Perché sia però davvero rivoluzionaria a suo stesso vantaggio per incrementare la diffusione, finora ho riscontrato due gravi handicap:
– l’assenza di una desktop application (che tra l’altro la differenzierebbe ancor più da un banale wiki)
– la mancata integrazione con gli altri servizi Google, in particolare Google Docs e Chrome (che sono i due che uso maggiormente).

Forse sono io che non ho ancora capito come metterli in comunicazione, forse arriveranno quando uscirà dalla beta. Sta di fatto che io mi aspetto grandi vantaggi, in particolare dal momento in cui non servirà più un invito per accedervi. Aspettiamo che si esca dalla beta e poi ne riparliamo.

Il Crocifisso: fede o tradizione?

Questo è quanto letto martedì a nome dei consiglieri comunali di minoranza in Consiglio Comunale a Desenzano prima dei punti 11 e 12 all’ordine del giorno (mozioni sull’esposizione del crocifisso presso tutte le sedi istituzionali, negli uffici pubblici e nelle scuole). Seguono le mie considerazioni punto per punto.

«Ci dispiace fare riferimento alla nostra identità religiosa, ma come cristiani, come cattolici, non possiamo che manifestare una profonda sofferenza per l’uso strumentale che viene fatto in molti contesti del nome di Dio.
Pertanto, in obbedienza al 2° Comandamento, che ci impone di non nominare il nome di Dio invano, facciamo ricorso a quella che è una scelta cara alla tradizione cristiana fin dalle sue origini: quella dell’obiezione di coscienza.
Per noi il Crocefisso non è un simbolo, né una tradizione, tanto meno un arredo, è Dio che si fa uomo e muore per la nostra salvezza. Per questi motivi, noi rimaniamo in quest’aula, ma non parteciperemo né alla discussione, né alla votazione

Per le liste “Desenzano con Pienazza” e “Desenzano democratica con Pienazza”»

Quelle che seguono sono le mie considerazioni personali:

– Il crocifisso (con la minuscola) esposto è un monumento nel senso etimologico del termine, ovvero aiuta a non dimenticare che Cristo è morto e poi risorto per noi, che si è fatto carico dei nostri peccati e che ha riportato la Speranza in terra. Gesù che si consegna zitto in mano ai suoi assassini a sottolineare la completa libertà che Dio ha concesso all’uomo: quella di ammazzare il suo unico Figlio nella maniera più infamante che all’epoca era concepita. Ovviamente questo punto potrebbe essere approfondito per pagine e pagine, ma non è il senso del post, dunque mi fermo qui. Era giusto per chiarire il significato che quella statuina a braccia aperte riveste per ogni cristiano. L’utilità, a mio avviso, di avercela avuta appesa in classe ricalca quella degli affreschi medievali nelle chiese gotiche, per mezzo dei quali si istruivano i fedeli.

– Quanto descritto al secondo punto, non so se lo condivido, per il semplice fatto che mai c’ho riflettuto bene sotto questo punto di vista. A me personalmente l’intera questione mi colpisce di striscio, nel senso che da cristiano non posso che dire che in fondo il crocifisso non è che uno dei tanti canali di evangelizzazione. E neanche il più efficace, a parer mio. Il compito dei cristiani è di agire come tali e non di piantar chiodi nelle pareti delle aule. Ovvio, meglio di niente, ma se verrà tolto, non vuol dire altro che dobbiamo rimboccarci le maniche e fare della propria vita un esempio ancora più chiaro e inequivocabile dell’Amore di Dio. In fondo anche Cristo si è consegnato muto come un agnello al suo macellaio. Perché non dovremmo fare lo stesso?

– Sull’ultimo punto mi trovo di nuovo indubbiamente d’accordo, quando si dice che non è una quesitone di tradizione o, peggio ancora, di arredo. Quando in particolar modo i leghisti si accaniscono in difesa del crocifisso in nome della tradizione italiana e poi allontanano gli immigrati e fanno distinzioni di razza, mi va proprio contro pelo, per l’incoerenza delle loro affermazioni.

E allora dico, togliamolo questo crocifisso e vediamo quanto ne gioviamo. Chissà, magari poi davvero l’Italia ha trovato una soluzione ai suoi maggiori problemi.

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Mondolibri Servizio Trasparenza

È passato più di un anno da quando ho scritto il post intitolato Euroclub Mondolibri che finora è tra i più visitati del blog. È anche il post relativamente al quale mi sono arrivate più mail dai lettori. 73 i commenti dei lettori, alcuni che chiedevano informazioni su come recedere dall’iscrizione che percepivano come una truffa, altri invece a prendere le difese prese da alcuni impiegati della società o semplicemente per raccontare la loro esperienza. Mi sono sentito in dovere di cancellare solo due commenti finora che ritenevo eccessivamente offensivi, per il resto ringrazio coloro che sono riusciti a spiegare le proprie vedute in maniera civile.

Oggi finalmente interviene Mondolibri stessa per offrire un servizio ai lettori che si trovano con dei dubbi dopo aver apposto la propria firma alle cedole di adesione al Club.

Riporto qui l’intero commento:

Gentili Utenti,
alla luce delle problematiche e delle perplessità emerse dai commenti pubblicati in questo blog, Mondolibri s.p.a. ritiene essenziale intervenire direttamente nella discussione offrendo la propria disponibilità ad affrontare e chiarire tutte le questioni qui rappresentate.

Innanzitutto desideriamo indicare che sui siti Internet di tutti i nostri club è presente la sezione “Come funziona”, dove si possono trovare tutte le indicazioni che riguardano il contratto di associazione, il funzionamento del servizio, le modalità di recesso e quelle di disdetta dall’associazione.

Inoltre, per gli utenti del Web, Mondolibri S.p.a. ha creato un canale di comunicazione dedicato: il Servizio Trasparenza.
Attraverso tale servizio, pensato specificatamente per venire incontro alle esigenze informative degli utenti della blogsfera e del Web, siamo certi di poter soddisfare ogni eventuale dubbio o richiesta di chiarimento sul contratto sottoscritto con Mondolibri s.p.a. nelle sue diverse formule (Euroclub, IlCircolo, Club degli Editori, ecc.), o sull’attività della Società in generale.

Il Servizio Trasparenza Mondolibri è raggiungibile attraverso i seguenti canali:
e-mail: all’indirizzo blogsfera@mondolibri.it
telefono: al numero 030-3179.817
fax: al numero 030-3198.309
posta: scrivendo a Mondolibri S.p.A., “Servizio Trasparenza”, casella postale 100, 25126 – Brescia

Invitiamo pertanto chiunque abbia dubbi o problematiche concrete da esporre a contattarci attraverso i seguenti canali indicando i propri dati anagrafici e, ove in possesso, il codice socio, permettendoci così una risposta concreta e efficace.

In un’ottica di totale trasparenza verso i nostri Soci, o verso chi intenda associarsi ai nostri Club, nell’impegno di offrire un servizio sempre più efficiente e informato, diamo la nostra disponibilità ad un confronto costruttivo, ma al contempo non intendiamo accettare alcun tipo di espressione a carattere diffamatorio nei confronti di un’azienda seria, con circa 200 dipendenti, cinquant’anni di esperienza e più di un milione di soci soddisfatti.

Cordialmente
Mondolibri s.p.a.

Un tentativo dunque di dialogo con i blog e i loro lettori. Nella blogosfera infatti Mondolibri non gode certo di una gran nome. Basta inserire “Mondolibri” in Google e osservare i primi risultati (escludendo il sito ufficiale):
EuroClub, MondoLibri, Lamentele e Soddisfazioni (cliente soddisfatto, insofferente alle numerose lamentele che girano)
Mondolibri ed Euroclub – disdetta del contratto (indicazioni per disdire)
Yahoo!Answer con un’anteprima di 5 domande su come disdire il contratto
moduli (raccolta di moduli per disdire)
ecc.

Insomma, di insoddisfazione ne aleggia parecchia online. Ora questo commento sta girando da circa un mese su tutti i blog in cui si dava spazio alla voce degli insoddisfatti.
Personalmente sono contento che sia stato istituito questo servizio perché di bisogno ce n’era. Spero che in questa maniera molti che firmano il contratto per poi accorgersi che le condizioni non erano proprio come se le immaginavano ora possano uscire dai vincoli contratti.

Un’ultimissima piccola osservazione: perché serve porre vincoli così pesanti quando pare che il servizio sia così buono? Il cliente non dovrebbe essere invogliato a rimanere socio per il semplice fatto di aver provato quanto è bello?

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Desenzano e le sue luminarie

Oggi inizia l’avvento. Quello del calendario liturgico. Quello del calendario commerciale è già inziato da un pezzo, così a Desenzano sono state appese in ogni angolo del centro luminarie a stimolare un turismo sempre più tumurale nella nostra cittadina. Nel Consiglio Comunale del 24 novembre, come riporta la mail della Pucci che comunica agli interessati il resoconto delle intelligenti uscite della nostra maggioranza comunale, si parla anche di queste folli spese.

“Rosa Leso ha presentato una mozione affinchè l’Amministrazione si impegni fin d’ora riducendo le spese per le luminarie e le iniziative natalizie e poi nel prossimo bilancio per prevedere interventi a sostegno delle famiglie colpite dalla crisi economica. L’ass.Beda ha ricordato che le spese per le luminarie sono già state tagliate di 40.000 euro e che di più non si può fare perché Desenzano vive di turismo e bisogna sostenere le categorie che non hanno ammortizzatori sociali.” – direttamente dalla mail.

Non è che Desenzano vive solo di turismo. Io non vivo di turismo, nè la mia famiglia, nè moltissime altro che conosco. Quello che però tutti, l’intera Desenzano subisce durante il periodo natalizio come di qualunque momento vacanziero sono parcheggi pieni e strade intasate. E poi per tutto l’anno prezzi delle case elevati, night club con ovvi risultati sulle abitudini dei giovani, cementificazione ove possibile e così via.

Se le spese per le luminarie sono state ridotte di 40.000 euro, quanto sono alte in tutto? Posso immaginare che più o meno si ruoti sui 100.000 euro. È una mia supposizione. Questi 100.000 tornano al Comune come tasse o come benessere per i suoi 25.000 cittadini? Siamo sicuri che siano i mercanti del centro a necessitare degli ammortizzatori sociali. Non li conosco tutti, ma ti accorgi vivendo in città con che macchine girano. Lo sai come si vestono i loro figli. Impari a conoscere che molti col negozio in centro hanno anche un albergo da un’altra parte. Lo sai che non sempre ti fanno volentieri lo scontrino.

Che poi sono belle le luminarie, ma io non avrei speso così i nostri soldi, quando poi abbiamo le scuole che fanno schifo e il duomo senza soldi per essere restaurato. Perché a Desenzano non sono tutti commercianti. E neanche turisti.

[Grazie Marco per la foto]

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Recensione di Google Wave

La mattina del 23 novembre apro la mia Gmail e mi trovo con grande sorpresa una mail che aspettavo da parecchio: Google Wave [link: Wikipedia] mi ha inserito nella sempre meno ristretta cerchia di prescelti per l’utilizzo in beta di questo nuovo prodotto/servizio di Google. Quando l’ho detto in giro ai miei amici nessuno sapeva cos’era. Un po’ meglio le reazioni sui social network sul piano nozionistico (almeno lì c’era qualcuno che sapeva di cosa si trattava a spanne), un po’ meno sul piano… empatico. A quanto pare chi l’ha provato ne è rimasto un po’ deluso.

Forse il megavideo di presentazione, sì quello da un’ora e venti (anche quelli di Google hanno capito che era un’esagerazione e ne hanno fatto uno identico ma di otto minuti), aveva creato aspettavive troppo alte. In effetti, anche quando ho cercato di spiegare di cosa si trattava credo di non essere stato chiaro, visto che il feedback è stato: “quindi in pratica un tipo di mail?”.

Google Wave in realtà non è niente di quello che finora abbiamo utilizzato e contemporaneamente non è nulla di nuovo. In parole povere è un misciotto di alcuni degli odierni strumenti comunicativi e collaborativi: ci trovi i vantaggi del wiki, della mail, della chat, del filesharing e forse anche di altro, ma non ho avuto moltissimo tempo per giochicchiarci sufficientemente.

Considerate una mail non inviata al destinatario ma caricata su un server e dare accesso al destinatario alla mail. La differenza è che la risposta a questa mail, non è una nuova mail, ma la modifica della stessa mail direttamente sul server integrando al messaggio di andata quello di ritorno. Forse è più facile capirlo con un esempio. Ammettiamo che io utilizzi una pagina privata di Wikipedia con i miei amici per scambiarci informazioni.
Io scrivo ad esempio: “vi va di andare a vedere un film domani sera?”
Un mio amico (autorizzato da me) aggiunge sotto alla domanda l’elenco dei film in programmazione nel cinema più vicino. Un altro aggiunge sotto al titolo del secondo film che l’ha già visto e fa schifo. Accanto io apro una chatbox visibile solo a me e al mio primo amico in cui possiamo sparlare del secondo amico che ha già visto il film, che lui se la tira che li vede prima di tutti, che fa l’espertone ecc. Il tutto in un unico luogo.

Questi sono solo esempi di quello che ho provato a fare finora con l’aiuto di Christian e Rudi. Come vedete è un misto di un wiki (un sito collaborativo), una mail, una chat. Voi potete obiettare che finora le serate al cinema le organizzavate scambiandovi mail. Sì, anch’io, ma in genere quando si è più di due, si va a finire che ci sono più versioni della stessa mail che girano. Mai capitato? Diventa poi un bordello riunire le opinioni di tutti in maniera ordinata. Con G Wave non capita, perché si lavora tutti sullo stesso file, se così si può definire.

Tra l’altro si può lavorare sul documento contemporaneamente (e vedere in tempo reale gli altri digitare il testo! Una ganzata!) o lavorare in maniera asincrona (le modifiche avvenute in nostra assenza vengono evidenziate quando riapriamo il documento).

Poi se vi guardate uno dei video in alto vi verranno spiegati i dettagli dai creatori di questo sistema. Fatto sta che credo che Google Wave si dimostrerà così comodo quando gli utenti impareranno ad utilizzarlo, che inizieranno a snobbare un po’ Facebook. Ovviamente non lo sostituisce, ma certe cose, come appunto l’organizzare un’uscita o una vacanza, si fanno meglio su Wave che su Facebook.

Spero di aver chiarito le idee a qualcuno. Altrimenti stimolatemi pure coi commenti.

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Gerolamo goes online – speciale elezioni

Nella miriade di post che il mio GoogleReader mi proponeva qualche giorno fa (un giorno dovrò decidermi a potare un po’ le mie iscrizioni. Se quindi sapete che vi seguo e non volete essere cancellati iniziate a scrivere cose interessanti!) ne ho trovato uno che mi ha fatto particolarmente piacere leggere. Il blog di origine è quello del giornalino d’istituto del liceo Bagatta, che avevo creato nel lontano maggio del 2007 (sono andato a controllare), sul quale, devo ammettere, si sono succeduti pochi post per il fatto che tra i mille impegni degli studenti in redazione, un blogghettino poco seguito forse non trova spazio. Del resto, se le scuole e le istituzioni per prime non danno valore all’innovazione …

Sta di fatto che l’ultimo post contiene un link a GoogleDocs con il pdf del giornalino. Quando ero io alle superiori non c’era ancora, credo, dunque mi fa ancora più piacere che qualcuno si sia lanciato a sondare nuovi orizzonti tecnologici sulla diffusione del giornalino. Vuol dire che c’è passione e che non ci si accontenta di quel poco che passa il liceo. Qualche anno fa il massimo che ci veniva concesso era l’accesso ai computer dell’aula di informatica dalle 13.00 alle 14.00, ovviamente solo se il prof responsabile aveva fatto domanda, e le stampe in bianco e nero su A4 da graffettare poi a mano. Non vi dico che divertimento era passare centinaia di copie a graffetta, girando a catena di montaggio per comporre ogni singolo esemplare pescando in ordine le pagine dai vari mucchietti. Tra l’altro è stato proprio durante la graffetta tura di un numero che sono venuto a conoscenza dell’UniBz, quando me ne parlò la mia prof di religione. Temo che ad oggi di avanzamento tecnologico nella rilegatura dei singoli giornalini non ve ne sia stato, ma sono gradite smentite, nel caso ve ne fossero.

Tornando a giornalino Gerolamo pubblicato online. L’edizione è quella speciale per le elezioni dei rappresentanti d’istituto e anche qui si aprirebbe una bella parentesi. Belle interviste ai capolista, per indagare quanto le promesse avanzate siano fattibili o meno, quali le loro priorità e quali motivi li hanno spinti a candidarsi. Le problematiche che si impegnano a risolvere mi pare che siano sempre le stesse.

Nel frattempo le elezioni sono già state. Ora vediamo quali strumenti comunicativi intendono adottare i nuovi rappresentanti, sperando che non si dimentichino di comunicare con i loro elettori. Intanto complimenti alla redazione di Gerolamo!

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Suedtirol.info

Cercavo un po’ di info da mettere sul giornalino universitario, il flyer, sui mercatini di Natale in Alto Adige. Per ogni numero intendiamo inserire una cartina adatta al periodo di uscita. Così sono andato sul sito www.suedtirol.info per vedere un po’ cosa si trovava.

Intanto devo dire il sito è proprio bello, soprattutto se si pensa che è di un’ente pubblico (che non so perché, ma in genere le istituzioni pubbliche hanno la capacità di far male tutto online). Cos’ha di bello il sito? Intanto i contenuti sono di qualità. Ogni post, descrizione, didascalia, promozione… sono tutti attuali, aggiornati, interessanti. Il sito è pensato per i turisti senza ombra di dubbio. Informazioni che esulano da questo ambito stanno altrove. A proposito di questo mi viene da osservare che forse il dominio suedtirol.info non è proprio facile da memorizzare. Chissà perché non .it.

Ho dato un’occhiata alla sezione mercatini con uno spot che tale non si può definire se ci riferiamo all’immagine che tutti abbiamo in testa con slogan e musichette orecchiabili che non ti cavi più dalla testa. Solo immagini di mercatini e una colonna sonora melensa che si adatta benissimo, anche se io avrei scelto qualcosa di natalizio, seppur non banale come Jingle Bells o cose simili.

Se voleste spararvelo, dura abbastanza poco (2 min).

Il vero colpo di genio però è secondo me la suoneria scaricabile dell’Alto Adige. Sì, avete letto bene. La suoneria scaricabile dell’Alto Adige. Ah, perché ogni provincia o regione (l’Alto Adige vive in questa condizione di né carne né pesce, un po’ come Balto che sa solo quello che non è) ha una suoneria sua? Certo che no. La Provincia Autonoma di Bolzano però si. Se volete dunque scaricarvela, cliccate qui. È gratis. (Ormai quando leggo le parole “suoneria”+”gratis” cerco subito di scovare l’asterischino o la scritta in piccolo con l’inganno. E invece stavolta no. Pensa te!)

E per i veri geek, che trovano sempre il “io l’avrei fatto meglio con qualche servizio gratuito che si trova in rete”, sappiate che c’è anche il bottoncino Twitter e Facebook per iscriversi. Mi sono appena iscritto a entrambi. Tutto in italiano. Ci dev’essere da qualche parte il doppione in tedesco, ne sono sicuro. E c’hanno pure il canale YouTube!
Dalla loro pagina Twitter tra l’altro vedo che ci sono alcune imprese della zona anch’esse su Twitter. Lo segnalo perché ogni tanto su Friendfeed c’è qualcuno che chiede quali imprese italiane usano i social media. Beh, per poco, ma sono ancora italiane.

Visto che inizio a divagare mi fermo qui. Lo scopo del post era semplicemente di fare un po’ di pubblicità disinteressata al sito www.suedtirol.info.

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