Autore: Daniel_Colm

Possiamo crescere senza guerra?

A questo incontro di apertura del progetto di Liberamente a Bolzano, se non ricordo male, Caracciolo ha detto che la sua, quindi gli adulti di oggi, è stata la prima generazione senza guerre. Poi un altro intervento, questa volta di Velasco mi pare, diceva che i valori la cui assenza spesso viene rinfacciata ai giovani di oggi, sono una conseguenza della generazione che ci ha preceduto, degli adulti.

Mi chiedo, non è che forse questa mancanza di conflittualità generalizzate e condivise a livello globale sia la causa della mancanza di valori? Come facciamo a fondare nuovi valori e a farli radicare senza conflitti armati (sulla cui nocività complessiva non si discute)? Come possiamo ottenere gli stessi risultati positivi sui giovani di oggi che ha avuto la guerra sulle generazioni passate?
O al contrario, non è che forse i valori ai quali facciamo spesso con nostalgia riferimento, siano frutto di una situazione sbagliata come la guerra? Non è che forse non abbiamo il coraggio di mettere in discussione i vecchi valori?

Io la butto come provocazione, ma penso che su questo si basino le fondamenta del futuro. Penso che su questo si basino le soluzioni dei grandi problemi sociali, ambientali e economici del futuro. Sono forse queste le guerre nuove per le quali dobbiamo sviluppare valori nuovi, tagliati su misura.

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http://feedproxy.google.com/~r/blogspot/SCne/~3/JUTf_8b_XdU/possiamo-crescere-senza-guerra.html

Incontri sulla sicurezza informatica a Desenzano

Questa sera inizia il ciclo di lezioni sulla sicurezza informatica presso la biblioteca del Comune di Desenzano del Garda. Si tratta una serie di tre lezioni organizzate con l’ing. Mauro Cicognini ed il Comune di Desenzano.

Il primo incontro si terrà oggi alle 20.30 in Villa Brunati, che altro non è che la biblioteca che sta in viale Agello 5 a Rivoltella, per chi non fosse del posto. Il tema della serata sarà “Virus e siti pericolosi: come evitarli?”. Ingresso libero.

I prossimi due incontri saranno il 24 e il 29 marzo, rispettivamente con i titoli “Come navigare in acque sicure?” e “E’ vero perché l’ho letto su Internet. O no?”

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Collaborare online è possibile. E gratis. Ma…

Oggi nel mio feed pesco questo video che spiega perché società Konika Minolta si appoggia internamente alla suite di servizi Google per la comunicazione interna ed esterna (calendario, pacchetto office, mail, chat ecc). E mentre lo guardavo mi veniva in mente questo post, che ho scritto qualche giorno fa sui digital natives e sul fatto che nel nostro piccolo dovremmo anche noi adottare i fantastici servizi che troviamo online per migliorare l’organizzazione delle nostre giornate lavorative e private.

Possiamo organizzare eventi tranquillamente con Doodle, risparmiando tantissime telefonate o conversazioni in chat, che spesso ci fanno perdere un mucchio di tempo in convenevoli e distrazioni (oltre che non richiedere la contemporanea disponibilità delle persone coinvolte). Possiamo creare con pochi click una community tramite Ning per condividere materiale con i nostri piccoli gruppi di amici del bar, dello sport, della parrocchia e chi più ne ha più ne metta. Possiamo raccogliere in un’unica cartella accessibile a tutta la famiglia da qualunque angolo del mondo (connesso a internet), grazie a Dropbox, tutti i file relativi alla vacanza programmata per l’estate o per raccogliere in un unico luogo alla fine della vacanza le foto e le considerazioni evitando frammentarie e fastidiose email ridondanti destinate ad essere archiviate in maniera disordinata nella nostra inbox, consumandone la capacità.

Internet facilita la vita. Spesso gratis. L’unico costo che dobbiamo sostenere è sviluppare la semplice abitudine a non scoraggiarci davanti alla richiesta di un’email e una password per creare un account e a connetterci regolarmente qualche volta al giorno.

E poi mi riviene da pensare al post che ho citato sopra. E mi deprimo. La bella notizia, però, è che oggi una mia amica si è fatta un account Google appunto per collaborare online con il team per un concorso al quale ci siamo iscritti in questi giorni. Speriamo che Google Wave ci aiuti a vincere!

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http://feedproxy.google.com/~r/blogspot/SCne/~3/7aDLcNEcLS8/collaborare-online-e-possibile-e-gratis.html

Pippo .Food

Oggi, vista la coda che c’era in mensa siamo andati in quattro al Pippo per pranzo. C’ero stato solo una volta, prima di oggi, a vedere un pizzosissimo lunghissimometraggio su Woodstock. Di bello c’è stato che ci hanno offerto il popcorn a metà… e che il film poi è finito, ma questa è un’altra storia (ormai già perfettamente riassunta). Dicevo, oggi siamo andati a pranzo al Pippo, dove con 5 euro ci hanno offerto due canederli al formaggio, lenticchie e pesce, accompagnati da acqua e una rosetta. Il pranzo è organizzato dalla cooperativa Le Formiche con prodotti biologici o equo-solidali.

Un pasto senza pretese, che difficilmente riesce a competere in rapporto prezzo/quantità con il cibo sovvenzionato per il 40% dalla Provincia che ci danno in mensa universitaria, ma quando ormai stanno per chiudere ti permettono di fare il bis con quello che resta.
L’ambiente è veramente carino: c’è un pincanello (aka biliardino o calcetto), la musica e qualche giornale a disposizione per chi volesse. Ci sono un po’ di ggiovani. Anzi, tutto è ggiovane lì, perché è un centro per ggiovani, guarda caso.

Il posto è a metà del parco del Talvera sulla sponda Gries.

È quello che speravo facessero a Desenzano al Punto Giovani.

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http://feedproxy.google.com/~r/blogspot/SCne/~3/SrOnncPXX4Q/pippo-food.html

Relax in F6

Dalla prospettiva di un pomeriggio libero senza lezioni. Sulla terrazza dell’uni.

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http://feedproxy.google.com/~r/blogspot/SCne/~3/7V4jpVcVSmY/relax-in-f6.html

Zoidberg-smiley

Le faccine assumono un significato sempre più importante nella comunicazione scritta, in particolare online, dove ci si mette spesso in relazione a sconosciuti che non ci sono conosco abbastanza bene da saper interpretare della scelta di parole lo stato d’animo del loro interlocutore. È così che quindi a ogni smiley corrisponde un significato abbastanza preciso e circoscritto. Capita però che in certi casi diventi difficile esprimere al meglio il proprio stato d’animo con una piccola combinazione di segni di punteggiatura. Oggi dunque vorrei contribuire a questa nuova branca della scienza comunicativa formalizzando la combinazione “Zoidberg” che esprime, come pare ovvio, lo stato d’animo da Zoidberg.

: €

Fatene buon uso!

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Navetta Verona-Taizé per agosto

Ringrazio le suore del Mericianum di Desenzano per averci inoltrato un avviso relativo alle possibilità di trasporto che coprono l’intero mese di agosto per raggiungere Taizé a partire da Verona. Su iniziativa dell’Associazione Monastero del Bene Comune di Verona sono organizzati dei bus-navetta settimanali. Il sito di riferimento dell’associazione riporta che il costo del viaggio, comprensivo di andata e ritorno, è di € 100 e il posto sul bus viene riservato solo dopo aver versato la quota. Ovviamente è esclusa la registrazione e il pagamento del soggiorno a Taizé. I minorenni devono essere accompagnati (1 giovane età >20 anni ogni 7 minorenni), come vogliono le regole alle comunità.

L’iscrizione va effettuata entro quattro settimane dalla partenza. Non ho idea se è possibile richiedere scali a metà strada, ma se si volessero maggiori informazioni è possibile scrivere a amazzer[at]gmail.com. Altrimenti il sito è www.monasterodelbenecomune.org.

A giudicare dalle date indicate sul foglietto e sul sito, ad eccezione del primo turno dall’1 all’8 agosto, che sono due domeniche, gli altri turni sono sempre con partenza di sabato e ritorno di domenica.

Mi sa che con questo siamo a posto per questa estate.

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Digital natives… ?

D-u: “[…] A tal scopo avrei creato una pagina su WebCollaborativoFacilissimoPerCretini che renderebbe la condivisione del materiale più ordinato, facile e veloce per tutti. Basta farsi un account sul sito WebCollaborativoFacilissimoPerCretini e”
Ggiovane_1: “Scusa, un account?”
D-u: “Sì, devi iscriverti. Ti basta un’email e una password”
Ggiovane_2: “Ma non possiamo fare tutto con la mail?”

D-u: “Ma la mail è disordinata. Funziona bene se si è in due, ma quando siamo come adesso in cinque, poi abbiamo doppioni che differiscono di poco gli uni dagli altri, diventa un casino capire cosa è definitivo, e poi una persona che arriva dopo non capirebbe più niente.”
Ggiovane_1: “Sì, ma io non sono bravo a usare il computer”
D-u: “Guarda che si tratta di servizi pensati per essere usati da chiunque. È veramente intuitivo. In ogni caso ho già preparato una guida per lo stretto necessario che ci servirebbe”
Ggiovane_2: “mmm… ma la mail davvero non va bene? L’abbiamo usata fino adesso…”
D-u: “Sì, ma è scomodo. Secondo me è molto meglio usare questo servizio. Nella mail è ad esempio un casino andare a recuperare quello che abbiamo fatto l’anno scorso. Invece qui possiamo fare una pagina apposta e poi quando ci serve con un click la recuperiamo”

Silenzio

Giovane_3: “No dai, teniamo la mail!”

Considerazione finale: ma davvero servono questi grandi investimenti per la banda larga quando la nuova generazione di ventenni è ancora a questi livelli? Non è che ancora oggi molti giovani considerano internet semplicemente lo spazio di Facebook, Youtube, Wikipedia e Yahoo Answers e se va bene dell’email e basta? Uno spazio per passare il tempo libero taggandosi in fotografie “compromettibilmente” infantili e al massimo trovare informazioni prettamente connesse con lo studio.

E allora mi viene da chiedere, ma chi è che abita quegli spazi innovativi, utili e democratici che promettono veramente un futuro migliore da far meritare a internet la candidatura al nobel della pace? Chi ha un account su LinkedIn, si informa via Twitter, partecipa nei forum, contribuisce attivamente su Wikipedia, collabora a distanza tramite la suite di Google, telefona via Skype? Forse negli Stati Uniti questo già avviene. Del resto lì sono più avanti… Ma in Europa? In Italia? I tempi sono davvero maturi quanto si crede per una net economy?

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Nonostante tutto… perfetti!

Di errori agli Snowdays ne abbiamo fatti. Io incluso. E ogni errore in un evento del genere ti pesa, o perché a posteriori ti dici che dovevi prevederlo o perché lo avevi previsto ma poi non sei riuscito a sistemare le cose in tempo. E se non ti sei accorto da solo di quello che puoi migliorare, allora ci sono i tuoi collaboratori e amici che te lo vengono a dire, non per farti stare peggio, ma per aiutarti a imparare dai tuoi errori.

Poi ci sono quelli che al contario non vengono a dire cosa hai sbagliato a te. Ma lo dicono agli altri prima. Cercano gli altri insoddisfatti e frustrati per non essere stati in grado di vedere quello che di bello c’era e insieme autoalimentano la loro tristezza umana. E si permettono di farlo perché, non avendo idea di come funzioni l’organizzazione di un evento simile, ogni piccolo intoppo diventa un’offesa alla loro elevata condizione di uomo pensante, ma non agente. E per vie indirette uno viene a sapere che c’è chi sta rovinando tutta l’atmosfera e che spala escremnti sul tuo operato.

Ma arrivano anche feedback positivi. E su questi costruisci la tua voglia di rimetterti in gioco. Così oggi mi ha fatto un enorme piacere leggere questa mail da alcuni studenti polacchi che hanno partecipato agli Snowdays:

We would like to thank you for the great time we had at Snowdays.
That was an unforgetable time for us in an awesome place with great people.
Just WOW!!!
Congratulations for the perfect organization.
The one thing you should consider next time is the duration. Snowdays should be looooonger 🙂

A quanto pare c’è chi vede la perfezione in qualcosa di diverso che in uno sterile flusso di eventi che scorre come previsto!

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Considerazioni personali sugli Snowdays 2010

Passati gli Snowdays. Credo di aver fatto la cosa più grossa in termini di fatica e responsabilità di tutta la mia vita. Prima di elencare le cose che ho imparato, spiego brevemente quello che ho fatto, non tanto per vantarmi, ma per segnarmi da qualche parte quello che ho fatto, che se un giorno fossi disperato per un qualsiasi motivo, mi basterebbe rivedere questo post per riguadagnare la fiducia in me stesso.

Dunque, il mio ruolo nel team organizzativo degli Snowdays è stato occuparmi della logistica dei pasti. Gli altri compiti sono lo sponsoring, gli alloggi, la logistica trasporti, la comunicazione, l’organizzazione degli sport, quella delle feste, il prendere i contatti con le altre università, la realizzazione del video e della parte grafica sia online che su carta. Poi ovviamente c’è la coordinazione dell’intero team.

Nel concreto dovevo pensare alle colazioni, i pranzi, le cene ciascuna per due giorni per 400 persone in quattro posti diversi, ovvero le colazioni in uno studentato e nella mensa universitaria, il pranzo sulla pista dell’impianto Corno del Renon e a Carezza, le cene e la Ciobar Lounge di nuovo in università. Significa che prima dell’evento ho dovuto programmare cose e in che quantità era da comprare sia in termini di cibo che di strumenti per la preparazione e accessori, dai tovaglioli ai tavoli e panche, dai bollitori alle forchette, dai taglieri per fare i panini ai condimenti per la grigliata. Poi dovevo pensare a come trasportare il tutto a 30 km di distanza in montagna sulla neve, a chi chiedere la per preparazione di 400 panini con insalata pomodoro e mozzarella, alla cottura del Ciobar e a come portare 45 kg di gulasch a 70°C in mezzo a una pista innevata alla quale si accede solo con la cabinovia. Eppure è andata bene.

È andata bene perché sono stato aiutato. Ringrazio quindi tantissimo Corrado R. che mi ha fatto da vice, poi Emanuela V., Valentina P., Giulia B., Erica P., Chiara D.E., Marco G., Anna K., Stephanie W., Alessandra C., Francesca M., Nikolai F., Beatrice B., Teresa P., Giovanna D., Marco S., Aldo D., Alessandro S., Gabriele S., Veronica C., Michele N., Marina K., Sabine L., Monica M., Anna S., Gisli G., Marc S., Cristina F., Manuela F. e Giuseppe Aina per essersi resi disponibili sin dall’inizio e anche Alexander K., Anna W., Moritz K., Luca T., Alberto B., Stefania M., Matteo C., Kai B., Erica G., Lukas F., e Chiara P., per aver dato una mano vedendo che c’era bisogno di aiuto sul posto e non essere rimasti indifferenti come altri. Pochissimi hanno fatto quello che mi aspettavo da parte loro. Moltissimi hanno fatto di più. Grazie a Fabian per i suoi consigli, a Michael e Hannes per essersi occupati in parte anche di “roba mia”. (Spero di non aver dimenticato nessuno)

Ma il grazie più enorme di tutti va ad Alba che oltre ad avermi accompagnato sempre, ad avermi aiutato e consigliato sempre, mi ha dato la fiducia per ricoprire questo incarico, che, se ci fossi stato alla prima riunione quando si è deciso chi faceva cosa, io non mi sarei mai accollato, neanche sotto tortura.

Ho così imparato a organizzare pasti per 400 persone, che se vi chiedete a che cosa possa servire a uno che vorrebbe fare il manager da grande non saprei rispondervi. Ho imparato a coordinare un gruppo a parer mio enorme. Ho imparato a riconoscere chi è affidabile e chi non le è. Ho imparato a tenere registrazioni di magazzino.

Mi vengono da fare un sacco di altre considerazioni, ma per il momento chiudo qui, dicendo che se qualcuno avesse da organizzare un mega picnic da 400 persone, può contare su di me.

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Ci sono anch’io

Lo vedete quel tipo con la faccia poco seria in alto a destra? No, non quello. Quello nel cerchiolino tratteggiato rosso. Sì, quello! Sono io. Non vedo l’ora che arrivo gli Snowdays!

Sottopagine in Blogger come su WordPress

Con tutto questo parlare di Google Buzz, sembra che nessuno si sia accorto delle novità della piattaforma per blog di Google. O è roba vecchia e io ci arrivo solo ora?

Sta di fatto che uno dei grandi vantaggi di Wordpress rispetto a Blogger è la possibilità di inserire delle pagine generali, non relative ai post. Una differenza che permette a Wordpress di essere considerato un cms degno anche di un sito, mentre Blogger resta relegato al “microcosmo” dei blog. E invece no. Google, dopo appena tantissimi anni, ha capito che non era una cosa da poco e oggi mi accorgo che si possono pubblicare delle pagine anche con Big B. A livello di home le potrete collocare con la semplicità di un qualunque widget. Quindi non c’è nulla da imparare. A livello un pelo più tecnico (non dispongo delle conoscenze per approfondire ulteriormente) le pagine vengono salvate in una sottocartella “p”, dunque l’url della pagina sarà http://nomeblog.blogspot.com/p/nomepagina.

Ho subito creato una pagina sugli Snowdays qui sul blog. Saranno un po’ il leitmotiv dei miei prossimi post, mi sa, questi Snowdays, anche perché credo che siano gli ultimi che organizzerò. Se però colloco il widget con i link alle pagine (in automatico la timeline dei post viene denominata “home page”) sotto al titolo del blog in posizione centrale, Blogger pare non gradire. Non so se dipende dal mio layout o dalle modifiche al codice pregresse, ma i post e la colonna di destra scompaiono. Tenendo invece il widget a lato, tutto funziona come ci si deve aspettare.

Meglio molto tardi che più tardi ancora!

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Hey das geht ab [Come orientarsi agli Snowdays2010, parte 2]

Posso anticipare ai visitatori italiani degli Snowdays che di tanto in tanto alle feste, ma anche sulle piste, quando partiranno certe canzoni, si vedranno studenti locali (italiani e non) così come studenti tedeschi che vengono da fuori scatenarsi inspiegabilmente in balli e danze, cori e canti al ritmo di canzoni in lingua tedesca di scarsa attrattiva per un pubblico non avvezzo. Ecco dunque che oltre a rinfrescarvi la memoria con post relativi ad usanze locali già scritti in passato, potrebbe essere d’aiuto tenersi aggiornati con i nuovi hit, che – purtroppo – non reggono a parer mio il paragone con Das Rote Pferd, Cowboy und Indianer e simili capolavori.

Ecco dunque video, testo e traccia per l’interpretazione semantica del ritornello, indicato da due asterischi all’inizio e alla fine (se qualcuno avesse il tempo di mandarmi una traduzione completa del testo, verrà innalzato immantinente per onore di cronaca a coautore del post).

Qui il testo per chi volesse seguire il brano cantando (tratto da qui):

Ich hab dieses Gefühl
das wird hier heut’n riesen Ding
das wird ist Party des Jahres
ja das sagt mir mein Instinkt.

heut sind alle dabei,
jetz haben sich hier alle getroffen
wir feiern bis zum abwinken
hier wird Konfetti geschossen.
Hebt die Hände in die Luft
und macht die ganze Nacht Krach.
Damit auch jeder Partymuffel geht,
weil er abkackt.

Kackst du ab, hast du verkackt.
denh die Party geht erst los,
wenn die Bässe richtig pruppen
bis in jeden Hinterhof
Das ist Atzenmusik
bei uns da brennt jeder Club.
es wird gefeiert wie noch nie.
schmeißt die Hände in die Luft.

** Hey, das geht ab.
Wir feiern die ganze Nacht,die ganze hey.
Das geht ab.
Wir feiern die ganze Nacht die ganze Nacht.
Hey, das geht ab.
Wir feiern die ganze Nacht,die ganze hey.
Das geht ab.
Wir feiern die ganze Nacht die ganze Nacht. **

Heute sind wir nicht alleine.
Heut wird nur noch gefeiert.
Alle Atzen sind dabei,
das ist das absolute Highlight
Die Löcher fliegen durch den Käse
Blankenese Polonese
lass die sau mal richtig raus
Denn heut gibts keine Pause.
Deutsche Party
Atzen machen faxen und sind laut
Wir sind auf jeder Party
und drehen Anlagen auf.
Wir haben den Mopp mit gebracht
wir toben mit in der Menge
wir rasten richtig aus
wir schlagen voll über die strenge

Die Frauen sind hier sehr freizügig
und zeigen was sie haben.
Sind bekannt für wilde Partys
und das schon seit vielen Jahren

(2x)
Hey, das geht ab.
Wir feiern die ganze Nacht,die ganze
hey, das geht ab.
Wir feiern die ganze Nacht die ganze
Hey, das geht ab.
Wir feiern die ganze Nacht,die ganze
hey, das geht ab.
Wir feiern die ganze Nacht die ganze Nacht.

** il senso del ritornello, in una quasi-traduzione liberissima non ritmica tenendo conto del gergo utilizzato è:

Oh, spacchiamo! Festeggiamo tutta la notte, l’intera notte!

Sono gradite, via commento scritto o orale, consigli per ulteriori post di orientamento per gente ai suoi primi Snowdays da parte dei veterani.

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http://feedproxy.google.com/~r/blogspot/SCne/~3/SDykbvycaVE/hey-das-geht-ab-come-orientarsi-agli.html

Südtirolerisch leicht gemacht für Anfänger [Come orientarsi agli Snowdays2010, parte 1]

Ora che ho finito gli esami di questa sessione non è mi che mi sia parcheggiato in biblioteca a sfruttare la connessione per grattarmi la pancia nella maniera dei digital natives (ormai su Wired e in certi giri di geek/nerd non si parla di altro), ovvero comunicando al mondo tramite social network di nicchia il poco che non sto facendo. No no, ora tocca agli Snowdays, che per chi non se ne fosse accorto sono alle porte e quest’anno mi tocca l’arduo compito di coordinare, affiancato da validi copiloti, l’apparato logistico, nel mio caso in dettaglio della parte dei pasti per i 400 studenti in arrivo a Bolzano.

Ma si sa, mangiare e bere sono cose importanti per il successo dell’evento, ma anche la compagnia è determinante. Ecco perché ho deciso di offrire attraverso il blog un utile strumento per prepararsi per bene agli usi e costumi degli studenti locali, per non sentirsi poi esclusi nei frequenti momenti di socializzazione. Parto con questo post in cui coloro che masticano un po’ di tedesco, possono imparare a muovere i primi passi su quell’insidioso terreno che è il dialetto alto atesino. Che poi non ce n’è uno solo, ma è un po’ come il cinese, che scritto è uguale per tutti, ma poi il parlato diventa incomprensibile appena ci si sposta fuori casa.

Questa è la prima lezione, ma se poi vi lasciate guidare fiduciosi da il Youtube, vi scontrerete in ordine con l’intera raccolta di lezioni che se seguite con assiduità e passione possono condurvi anche al patentino B2 di boznerisch. Na dann, viel Spaß!

Articolo originale? Eccolo, copia questo link:
http://feedproxy.google.com/~r/blogspot/SCne/~3/Lwz6RizZcNY/sudtirolerisch-leicht-gemacht-fur.html

Südtirolerisch leicht gemacht für Anfänger [Come orientarsi agli Snowdays2010, parte 1]

Ora che ho finito gli esami di questa sessione non è mi che mi sia parcheggiato in biblioteca a sfruttare la connessione per grattarmi la pancia nella maniera dei digital natives (ormai su Wired e in certi giri di geek/nerd non si parla di altro), ovvero comunicando al mondo tramite social network di nicchia il poco che non sto facendo. No no, ora tocca agli Snowdays, che per chi non se ne fosse accorto sono alle porte e quest’anno mi tocca l’arduo compito di coordinare, affiancato da validi copiloti, l’apparato logistico, nel mio caso in dettaglio della parte dei pasti per i 400 studenti in arrivo a Bolzano.

Ma si sa, mangiare e bere sono cose importanti per il successo dell’evento, ma anche la compagnia è determinante. Ecco perché ho deciso di offrire attraverso il blog un utile strumento per prepararsi per bene agli usi e costumi degli studenti locali, per non sentirsi poi esclusi nei frequenti momenti di socializzazione. Parto con questo post in cui coloro che masticano un po’ di tedesco, possono imparare a muovere i primi passi su quell’insidioso terreno che è il dialetto alto atesino. Che poi non ce n’è uno solo, ma è un po’ come il cinese, che scritto è uguale per tutti, ma poi il parlato diventa incomprensibile appena ci si sposta fuori casa.

Questa è la prima lezione, ma se poi vi lasciate guidare fiduciosi da il Youtube, vi scontrerete in ordine con l’intera raccolta di lezioni che se seguite con assiduità e passione possono condurvi anche al patentino B2 di boznerisch. Na dann, viel Spaß!

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