Autore: Daniel_Colm

A ciascuno il suo cassetto

Ma poi ve l’ho più detto che sono di nuovo nel direttivo dello S.C.U.B.? Se non ci credete, beccatevi nella foto che c’è anche il mio cassetto (… quello giallo). Visto che oltre che ricoprire, da strafigo che sono, la carica di vice-presidente, mi …

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http://feedproxy.google.com/~r/blogspot/SCne/~3/FG_UJz-rw6c/ciascuno-il-suo-cassetto.html

A ciascuno il suo cassetto

Ma poi ve l’ho più detto che sono di nuovo nel direttivo dello S.C.U.B.? Se non ci credete, beccatevi nella foto che c’è anche il mio cassetto (… quello giallo). Visto che oltre che ricoprire, da strafigo che sono, la carica di vice-presidente, mi …

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Elvis-smiley

Le grandi idee vengono quando uno meno se lo aspetta. E più te lo aspetti e meno ti vengono. E se non vengono, non passano. Che poi è meglio, se il passato non ti piace. A me all’asilo era tra le poche cose che mi facevano schifo. Ma almeno davano i …

Elvis-smiley

Le grandi idee vengono quando uno meno se lo aspetta. E più te lo aspetti e meno ti vengono. E se non vengono, non passano. Che poi è meglio, se il passato non ti piace. A me all’asilo era tra le poche cose che mi facevano schifo. Ma almeno davano i …

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Elvis-smiley

Le grandi idee vengono quando uno meno se lo aspetta. E più te lo aspetti e meno ti vengono. E se non vengono, non passano. Che poi è meglio, se il passato non ti piace. A me all’asilo era tra le poche cose che mi facevano schifo. Ma almeno davano i …

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Biciclettata a Castiglione

Ieri abbiamo fatto un bel giro in bici per festeggiare il mio compleanno. Alla fine eravamo in quattro con la meta di Castiglione delle Stiviere partendo da Desenzano. Ne faccio un post perché era un bel giro e se qualcuno c’avesse voglia di fare un p…

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Nur Italien nicht – traduzione

Stamattina su Radio105 hanno mandato in onda una canzone in tedesco sui mondiali intitolata “Nur Italien nicht”, che significa “Ma non l’Italia”. Appena l’ho sentita ho pensato che valesse la pena diffonderla in uni, visto il grande successo di brani c…

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Son soddisfazioni

Sono le piccole soddisfazioni che ti spingono a continuare ad impegnarti. Ad esempio, con questa uscita è stato l’ufficio stampa dell’uni a pubblicare di sua iniziativa l’annuncio che è uscito il numero estivo del flyer.

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Sedicesimo flyer

È uscito, direi appena in tempo, l’ultimo numero del flyer per questo anno accademico! Sono mooolto contento per come è venuto. Un po’ piccolo forse, ma tanto le dimensioni non contano. La versione online è già stata caricata su Issuu, quindi anche…

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La mia prima Prezi

Sto ripassando (o meglio, solo “passando” visto che ancora non l’avevo fatto) la presentazione che fra meno di due ore dovrò illustrare per la parte orale dell’esame di Inglese specialistico. Potevo scegliere se farla oggi o domani, ma ho preferito oggi, così stasera mi godo la partita della nazionale senza troppo stress.
Essendo che è la mia prima presentazione (ma sicuramente non ultima) fatta con Prezi.com, ve la embeddo qui così vi fate un’idea di quello che si può fare con Prezi. Io mi sono attenuto un po’ alle cose basilari. Poi con un po’ di esperienza di può anche fare di più.

Il tema della presentazione è “The more we spend, the better life is”. Purtroppo, i cinque minuti concessi non sono molti per articolare un discorso approfondito, ma in fondo si tratta di un esame di lingua e non di filosofia.


Consiglio di vederla a schermo interno (“More” -> “fullscreen”) e poi di muoversi lungo la presentazione con la freccia destra della tastiera o cliccando sulla freccia a destra alla base della presentazione.

Per la prossima, magari, prendo qualche spunto da quelle indicate sulla pagina di Prezi come le migliori, così vedo cosa effettivamente questo servizio permette di fare. Quello che mi pare che al momento manchi è l’inserimento di altri media che non siano immagini, una maggiore personalizzazione dei font usati e degli sfondi, un desktop client (non sempre dove si fanno presentazioni si dispone di internet veloce) e qualche altra feature.

Ringrazio Francesca e Francesco per avermi consigliato il servizio.

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Regali di compleanno da GoogleWave

Ogni tanto qualcuno che mi chiede se GoogleWave abbia ancora un senso o meno. Onestamente, a parte non essere un esperto, non so più bene. All’inizio ero veramente ottimista sul nuovo servizio di Google. È veramente innovativo, ma l’inerzia che ci lega alle vecchie abitudini (vedi mail e chat) rende difficile la migrazione a nuovi lidi tecnologici, anche quando potrebbero aumentare la nostra produttività. Resto dell’idea che Wave sia veramente un bel servizio e che vada valorizzato, sia dagli utenti che dai produttori, che per il momento non hanno certo spinto la visibilità del prodotto (cosa che comunque non è da Google).

Oggi però sul mio GoogleReader (sì, sono abbastanza fanatico) ho trovato un post del blog ufficiale di Google che celebra il primo compleanno del servizio con un video di poco meno di 7 minuti.

Quali sono le belle notizie che porta il video? Farò un breve elenco di quello che è di maggior rilievo a parer mio per l’utente medio (quale che sono).

  1. Inviti: per iscriversi a Wave non sarà più necessario avere un invito. Cosa molto elitaria che non mi piace e che finalmente pone le basi per una diffusione maggiore. Come tutti i servizi in rete (o la maggior parte almeno), anche Wave vive di un’economia di rete, ovvero aumenta la sua utilità per l’utente finale (e quindi il suo valore) con l’aumento degli utenti presenti. Di conseguenza troveremo più amici cui sarà possibile lavorare con noi.
  2. Codice aperto: il fatto in sé che adesso chiunque possa accedere agli strumenti necessari per creare delle applicazioni basate su Wave non è certo un vantaggio diretto per chi non è un nerd. Ma lasciando carta bianca agli smanettoni ci guadagniamo tutti, in quanto aumentano le applicazioni disponibili a noi utenti medi. Citate nel video sono i sistemi di notifica via mail (ci voleva proprio!) e la possibilità di creare applicazioni per client mobili, vedi smartphone e cellulari, e fissi, vedi portatile e computer fisso di casa. In questa maniera potremo lavorare dal desktop senza passare dal browser. In genere le applicazioni permettono un maggior numero di opzioni e ovviamente (per quanto poco utile in questo caso, ma magari poi riusciremo a sfruttarla meglio) la possibilità di lavorare -parzialmente- offline.
  3. “Peli superflui”: quando per errore abbiamo ficcato un contatto in una wave prima non si riusciva a cavarlo e si era costretti a iniziare una nuova wave da capo senza “l’intruso”. Ora lo si può eliminare, facilitando un po’ le cose.

Quello che a me manca è l’integrazione della wave con GoogleDocs. Quando lavoro a un documento condiviso finora sono costretto a tenere sotto Skype aperto. Avere a lato una colonna per discutere del documento sulla stessa finestra del browser e poter salvare la discussione relativa a ogni documento insieme ad esso non sarebbe male. Così si evitano i commenti sul documento, così poco comodi quando hai un’impaginazione che non vuoi sballare. Speriamo di non dover aspettare il prossimo compleanno di GoogleWave per avere questo miglioramento!

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Festival dell’Economia di Trento 2010

Giugno non è significa solo sessione d’esami a Bolzano, ma anche transumanza a Trento per il Festival dell’Economia. Le date di quest’anno solo dal 3 al 6, ovvero da giovedì a domenica. Ora mi guarderò sul sito dell’evento (bella la scelta del dominio di primo livello .eu. Mi pare che l’anno scorso fosse solo .it. Comunque c’è il redirect) quale giornata propone gli incontri più interessanti per decidere quando scendere a Trento. Il tema centrale di questa edizione è “Informazioni, scelte e sviluppo” alla ricerca del rapporto tra attenzione e informazione, argomento attualissimo nella rivoluzione dell’editoria che stiamo vivendo. Argomento tra l’altro di interesse per chiunque si ritrova a vivere attivamente la rete nella sua versione collaborativa da blogger e microblogger.

Colgo l’occasione però non fare pubblicità solo a questo evento ma anche, visto che già si girerà per la città per raggiungere le varie conferenze, che in via Santa Croce presso il Centro Servizi Santa Chiara ci sarà un gazebo dei Verdi per la raccolta delle firme. All’inizio pensavo che fosse paradossale che a un evento pensato in primo luogo per economisti si facesse pubblicità per una cosa così poco liberista come l’acqua pubblica, ma in realtà studiare Economia non significa essere liberisti per forza. Anzi, con le basi necessarie si capisce che non per forza tutto debba essere lasciato alle mani della privatizzazione e della libera concorrenza e che i vantaggi che si traggono in questa maniera non sempre coprano gli svantaggi di tale scelta.

Qui le indicazioni stradali dal Castello del Buonconsiglio (dove si tiene l’apertura del festival) a via Santa Croce. Sono dieci minuti a piedi secondo Google Maps.

Visualizzazione ingrandita della mappa

Anche dalla Biblioteca comunale come dal Palazzo della Provincia, dove si tengono gli altri incontri della giornata i tempi di percorrenza sono sempre minori di un quarto d’ora.
Qui il sito relativo all’iniziativa per l’acqua pubblica.

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Smiley ciclope

Dopo il grande successo dello smiley rappresentante il grande e mai abbastanza acclamato Zoidberg, ecco quello che di nuovo ha partorito la mente del nostro D-u, che in un momento di distrazione dallo studio di Strategia Aziendale B ha voluto lanciarsi in opere di alto livello artistico.

Lo smiley del ciclope!

– )

Per quelli che si chiedono come si possa realizzarlo, ecco le…

ISTRUZIONI:
La bella notizia è che grazie al comodo upgrade della vostra tastiera, disponibile al modico prezzo di € 59,99 sul D-u store, sarà possibile eseguire lo smiley anche dalle tastiere diverse da quelle normali in circolazione.

Premete “-” (il trattino) e poi “)” (parentesi chiusa). Per personalizzare la fisionomia dello smiley è possibile anche inserire uno ” ” (spazio) tra i due caratteri. Sì, giàffatto! Facile, no?

Se hai inventato nuovi smiley, lascia un commento e se sarai il vincitore del concorso, pubblicherò un post presentando il tuo smiley. Mi raccomando, allega allo smiley anche un file in formato .doc o .pdf di non più di 15 pagine (Times New Roman 12, interlinea singola) con le istruzioni per la digitazione del tuo smiley.

[Qualora lo smiley vi venisse male (capita ai primi tentativi), potete regalargli questi bellissimi questo bellissimo occhiale. I vostri sensi di colpa svaniranno in un baleno!]
AGGIORNAMENTO di pochi minuti dopo:
Non vale proporre lo smiley del ciclope ubriaco (ovvero questo 0 ) (ubriaco perché la “o” è leggermente decentrata)) e neanche del ciclope ipertiroideo (ovvero questo O ) (per l’occhio molto sporgente)).

AGGIORNAMENTO di un po’ più dopo:
Molti avranno notato che se il primo (questo : € ) è lo Zoidberg-smiley quello presentato in questo post dovrebbe, per coerenza, essere il Leela-smiley. Purtroppo D-u non c’è arrivato subito.

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Social Club poco social

Quello all’F6 si chiama Social Club. Dovrebbe essere lo spazio che anche Kuno Prey si immagina come lo spazio in cui gli studenti si possono incontrare e svillupare relazioni umane. E mica solo lui. Non sola gli studenti ma tutta la cittadinanza dovrebbe potervi accedere. Del resto l’università deve essere aperta alla gente. È con le loro tasse che l’università c’è. È pure quello che si auspicano sia il presidente che il rettore della Libera Università di Bolzano, stando alle loro dichiarazioni.

Dirk Bendinger (studente agli sgoccioli) notava che la porta d’ingresso all’uni dell’edificio F (quella più diretta a questa zona comune) è accessibile solo con la tessera dello studente. Notava che la porta che dà sulle scale che collegano l’edificio F con il C è chiusa dal lato che accede al Social Club. Notava infine che la porta che dal Social Club dà agli uffici delle associazioni è chiusa e accessibile solo con l’abilitazione della tessera studentesca. Vogliamo anche parlare degli orari in cui sono tollerati gli studenti in questo spazio, con la guardia giurata pronta a cacciarti fuori dopo le 22.00 senza autorizzazione?

Proprio social questo Social Club!
[Foto del Social Club all’apertura degli Snowdays 2010 scattata da Verena Rosa Gräf]

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