Autore: Andrea_Volpi

GardaPoint

Da oggi è online una nuova rubrica che porta la mia firma. Si chiama “gardapoint” ed è ospitata sul portale bresciapoint.it, il portale per i cittadini di Brescia e provincia. In questo spazio potrai trovare approfondimenti dai temi che riguardano il lago, ai grandi interrogativi della politica. L’indirizzo è http://www.bresciapoint.it/gardapoint.html

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http://andreavolpi.blogspot.com/2010/03/gardapoint.html

un’altra energia, un’altra Italia

altro che nucleare! invece che andare indietro alla perestroika dovremmo guardare al futuro! si all’energia verde, no al nucleare e al petrolio. si alla produzione diffusa, no alle grandi centrali. Domenica e lunedì scegli un’altra italia, scegli il pd.

Trovate le nostre proposte a questo indirizzo:
http://www.partitodemocratico.it/dettaglio/95455/ambiente

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http://andreavolpi.blogspot.com/2010/03/altro-che-nucleare-invece-che-andare.html

La pagella scolastica del (quasi) ventennio lombardo

Aiuti di Stato.
L’80% delle risorse regionali lombarde, più di 50 milioni di euro, vanno alla scuola privata. Sono 61.125 gli studenti privatisti che ricevono il buono scuola, mentre viene erogato a solo 5 studenti nella scuola pubblica. Questo a fronte di una netta maggioranza di famiglie (90,92%) che scelgono di mandare i figli nelle strutture pubbliche.

Ma come vengono spesi i fondi lombardi per l’istruzione?
In 15 anni di governo formigoniano, la torta si è progressivamente spostata sul “buono scuola” ottenendo sempre più fondi. Rimangono le briciole per premiare il merito e gli studenti meritevoli, 7% delle risorse, e un contentino per aiutare gli studenti disabili, solo il 4%.

Chi beneficia degli aiuti economici?
Ci si aspetterebbe che i fondi vadano alle famiglie più bisognose, ma ancora una volta dobbiamo fare i conti con un dato di profonda ingiustizia sociale. Il 61% delle risorse stanziate con il buono scuola gonfiano le tasche dei redditi medio e medio-alti, mentre solo il 5,02% sostiene le famiglie bisognose.

Credo si possa concludere che il Lombardia non va tutto a gonfie vele, ma sopratutto questo sforzo della Regione nell’aiutare le famiglie che forse non ne hanno bisogno, stride con il periodo di crisi economica che stiamo vivendo.
Tutto ciò avviene ovviamente con il benestare della Lega Nord, probabilmente troppo impegnata nel mettere i cartelli in dialetto, piuttosto che occuparsi dei veri problemi dei lombardi. Un altro modo di gestire il denaro pubblico c’è, seguendo il semplice buonsenso e il valore della solidarietà. Domenica e Lunedì possiamo dare un segnale forte scegliendo i Democratici, scegliendo un diversa visione della Lombardia del domani.

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Il piede in due scarpe

Raitre. La puntata di Report andata in onda domenica sera aveva come argomento i doppi incarichi in politica. Brescia in questo senso la fa da padrona con il sindaco che è anche deputato e il presidente della provincia che non solo è senatore ma pure sottosegretario all’Economia. Per non parlare del vicepresidente Romele, anch’egli parlamentare.

Le telecamere di Milena Gabanelli hanno raggiunto molte delle persone politiche romane che hanno il doppio incarico, le quali si sono difese dicendo che al momento del voto i cittadini lo sapevano, e che da Roma si possono fare gli interessi del territorio che si amministra. Molti hanno parlato e si sono difesi insomma, ma non i nostri Molgora e Paroli che hanno respinto le telecamere. Hanno parlato invece gli uomini del Pd in Loggia, i Verdi ambientalisti e don Gabriele Scalmana, tutti puntando il dito contro i doppi incarichi che “distraggono” i nostri amministratori non consentendo loro di dedicare il tempo necessario al governo del loro territorio. Che di attenzioni ne meriterebbe.
fonte: a.c.bsnews.it

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Rigurgiti nazisti

AREZZO – Sapone per lavarsi le mani dopo aver toccato un immigrato. Lo distribuiscono militanti della Lega Nord a Sansepolcro e in altri paesi della provincia di Arezzo. La prossima proposta della Lega dove arriverà? Qualcuno prima di loro si era spinto alla produzione del sapone…

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Vertici di Garda Uno sotto inchiesta

Indagati i vertici del consorzio Garda Uno, che gestisce l’acquedotto comunale di San Felice del Benaco, per l’epidemia causata dall’acqua infetta che colpì circa duemila persone nel giugno 2009. Il sostituto procuratore Paolo Abritti, della procura della Repubblica di Brescia, ha chiuso l’indagine e ha notificato un avviso di garanzia al presidente, al direttore generale e al responsabile del settore idrico del consorzio Garda Uno per “epidemia colposa”.

Secondo il magistrato sono responsabili per l’epidemia di gastroenterite che colpì la popolazione del piccolo centro gardesano. Abritti accusa i vertici di Garda Uno spa, consorzio a totale partecipazione pubblica (i soci sono 24 comuni del garda e la Provincia), di imperizia, imprudenza, negligenza e inosservanza delle norme per la gestione dell’acquedotto. IN SOSTANZA per il magistrato l’epidemia si poteva evitare adeguando l’impianto e con la corretta manutenzione dell’impianto di distribuzione dell’acqua.

Tra una ventina di giorni, dopo aver interroga i tre indagati, Abritti procederà al rinvio a giudizio. Il presidente di Garda Uno è Mario Bocchio, sindaco uscente di Lonato, mentre il direttore generale è Franco Richetti. Il consorzio che gestiscono fornisce a circa 100 mila persone, che durantela stagione estiva diventano 500 mila. A questo punto è probabile che il comune di San Felice, come dichiarò nei giorni dell’epidemia il sindaco Paolo Rosa, si costituisca parte civile. Per oltre un mese, infatti, il piccolo centro del Garda visse momenti di autentica paura.

logo Garda UnoCentinaia di persone accusarono malori allo stomaco, dissenteria, vomito e gastroenterite. Un contagio collettivo che i tecnici dell’Asl imputarono subito all’acqua. Le analisi, in effetti, dimostrarono che l’acqua pubblica era contaminato da batteri e virus. Per questo motivo il sindaco emanò un’ordinanza e proibiva l’uso dell’acqua del rubinetto. E per settimane le famiglie di San Felice fecero scorte di acqua alimentare imbottigliata.

LA RABBIA dei cittadini fu tanta: vennero raccolte le firme per una petizione, si chiese l’aiuto di provincia e regione per salvare la stagione allora alle porte e venne costituito un comitato. Dopo alcune settimane le analisi dell’Asl rivelarono che le persone finite in ospedale con la gastroenterite era tutte vittime dell’acqua che conteneva batteri (in particolare il costridiumperfrigens) e altri microorganismi per l’uomo pericolosi.

Ci si accorse anche che l’acqua che veniva pescata dal lago di Garda era quella del fondo: in pratica, il pompaggio dell’acqua avveniva a pochi metri dal fondo del lago mentre sarebbe dovuto avvenire a circa metà altezza. Ora dunque la parola passa alla magistratura che dovrà appurare le (eventuali) responsabilità di Garda Uno.

da: In Milano, bresciapoint.it

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Vertici di Garda Uno sotto inchiesta

Indagati i vertici del consorzio Garda Uno, che gestisce l’acquedotto comunale di San Felice del Benaco, per l’epidemia causata dall’acqua infetta che colpì circa duemila persone nel giugno 2009. Il sostituto procuratore Paolo Abritti, della procura d…

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Vertici di Garda Uno sotto inchiesta

Indagati i vertici del consorzio Garda Uno, che gestisce l’acquedotto comunale di San Felice del Benaco, per l’epidemia causata dall’acqua infetta che colpì circa duemila persone nel giugno 2009. Il sostituto procuratore Paolo Abritti, della procura della Repubblica di Brescia, ha chiuso l’indagine e ha notificato un avviso di garanzia al presidente, al direttore generale e al responsabile del settore idrico del consorzio Garda Uno per “epidemia colposa”.

Secondo il magistrato sono responsabili per l’epidemia di gastroenterite che colpì la popolazione del piccolo centro gardesano. Abritti accusa i vertici di Garda Uno spa, consorzio a totale partecipazione pubblica (i soci sono 24 comuni del garda e la Provincia), di imperizia, imprudenza, negligenza e inosservanza delle norme per la gestione dell’acquedotto. IN SOSTANZA per il magistrato l’epidemia si poteva evitare adeguando l’impianto e con la corretta manutenzione dell’impianto di distribuzione dell’acqua.

Tra una ventina di giorni, dopo aver interroga i tre indagati, Abritti procederà al rinvio a giudizio. Il presidente di Garda Uno è Mario Bocchio, sindaco uscente di Lonato, mentre il direttore generale è Franco Richetti. Il consorzio che gestiscono fornisce a circa 100 mila persone, che durantela stagione estiva diventano 500 mila. A questo punto è probabile che il comune di San Felice, come dichiarò nei giorni dell’epidemia il sindaco Paolo Rosa, si costituisca parte civile. Per oltre un mese, infatti, il piccolo centro del Garda visse momenti di autentica paura.

logo Garda UnoCentinaia di persone accusarono malori allo stomaco, dissenteria, vomito e gastroenterite. Un contagio collettivo che i tecnici dell’Asl imputarono subito all’acqua. Le analisi, in effetti, dimostrarono che l’acqua pubblica era contaminato da batteri e virus. Per questo motivo il sindaco emanò un’ordinanza e proibiva l’uso dell’acqua del rubinetto. E per settimane le famiglie di San Felice fecero scorte di acqua alimentare imbottigliata.

LA RABBIA dei cittadini fu tanta: vennero raccolte le firme per una petizione, si chiese l’aiuto di provincia e regione per salvare la stagione allora alle porte e venne costituito un comitato. Dopo alcune settimane le analisi dell’Asl rivelarono che le persone finite in ospedale con la gastroenterite era tutte vittime dell’acqua che conteneva batteri (in particolare il costridiumperfrigens) e altri microorganismi per l’uomo pericolosi.

Ci si accorse anche che l’acqua che veniva pescata dal lago di Garda era quella del fondo: in pratica, il pompaggio dell’acqua avveniva a pochi metri dal fondo del lago mentre sarebbe dovuto avvenire a circa metà altezza. Ora dunque la parola passa alla magistratura che dovrà appurare le (eventuali) responsabilità di Garda Uno.

da: In Milano, bresciapoint.it

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Vertici di Garda Uno sotto inchiesta

Indagati i vertici del consorzio Garda Uno, che gestisce l’acquedotto comunale di San Felice del Benaco, per l’epidemia causata dall’acqua infetta che colpì circa duemila persone nel giugno 2009. Il sostituto procuratore Paolo Abritti, della procura della Repubblica di Brescia, ha chiuso l’indagine e ha notificato un avviso di garanzia al presidente, al direttore generale e al responsabile del settore idrico del consorzio Garda Uno per “epidemia colposa”.

Secondo il magistrato sono responsabili per l’epidemia di gastroenterite che colpì la popolazione del piccolo centro gardesano. Abritti accusa i vertici di Garda Uno spa, consorzio a totale partecipazione pubblica (i soci sono 24 comuni del garda e la Provincia), di imperizia, imprudenza, negligenza e inosservanza delle norme per la gestione dell’acquedotto. IN SOSTANZA per il magistrato l’epidemia si poteva evitare adeguando l’impianto e con la corretta manutenzione dell’impianto di distribuzione dell’acqua.

Tra una ventina di giorni, dopo aver interroga i tre indagati, Abritti procederà al rinvio a giudizio. Il presidente di Garda Uno è Mario Bocchio, sindaco uscente di Lonato, mentre il direttore generale è Franco Richetti. Il consorzio che gestiscono fornisce a circa 100 mila persone, che durantela stagione estiva diventano 500 mila. A questo punto è probabile che il comune di San Felice, come dichiarò nei giorni dell’epidemia il sindaco Paolo Rosa, si costituisca parte civile. Per oltre un mese, infatti, il piccolo centro del Garda visse momenti di autentica paura.

logo Garda UnoCentinaia di persone accusarono malori allo stomaco, dissenteria, vomito e gastroenterite. Un contagio collettivo che i tecnici dell’Asl imputarono subito all’acqua. Le analisi, in effetti, dimostrarono che l’acqua pubblica era contaminato da batteri e virus. Per questo motivo il sindaco emanò un’ordinanza e proibiva l’uso dell’acqua del rubinetto. E per settimane le famiglie di San Felice fecero scorte di acqua alimentare imbottigliata.

LA RABBIA dei cittadini fu tanta: vennero raccolte le firme per una petizione, si chiese l’aiuto di provincia e regione per salvare la stagione allora alle porte e venne costituito un comitato. Dopo alcune settimane le analisi dell’Asl rivelarono che le persone finite in ospedale con la gastroenterite era tutte vittime dell’acqua che conteneva batteri (in particolare il costridiumperfrigens) e altri microorganismi per l’uomo pericolosi.

Ci si accorse anche che l’acqua che veniva pescata dal lago di Garda era quella del fondo: in pratica, il pompaggio dell’acqua avveniva a pochi metri dal fondo del lago mentre sarebbe dovuto avvenire a circa metà altezza. Ora dunque la parola passa alla magistratura che dovrà appurare le (eventuali) responsabilità di Garda Uno.

da: In Milano, bresciapoint.it

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il Nucleare in Lombardia. Votare Penati è l’unico modo per opporsi.


Giuliano Zuccoli (presidente del consiglio di gestione) afferma che A2A è pronta a sfidare l’Enel sul nucleare. Per Zuccoli occorre “una compagine che regga il confronto con Enel e Edf. Una soluzione alternativa deve stare in piedi da un punto di vista sia finanziario sia industriale. Nel primo caso – dice – ci vuole un soggetto forte, un operatore finanziario e quindi non necessariamente l’Eni. Andrebbero bene anche delle banche o dei fondi, in generale, degli investitori di lungo periodo. Per il secondo aspetto ci vogliono degli operatori elettrici e anche in questo caso non necessariamente l’Eni, che pure ha competenze innegabili.
Zuccoli afferma poi che in Lombardia si potrebbe costruire una centrale: “E’ una regione che confina con un grande fiume e le condizioni tecniche per farla, in teoria, ci sarebbero”.

Il Nucleare è una scelta obsoleta e stupida, visto che porta risultati dopo vent’anni con enormi costi e senza risolvere il problema delle scorie. Il nostro voto alle elezioni regionali è l’unico modo per opporsi a questa scelta scellerata. Il candidato del PD Penati si è espresso contro il nucleare, senza equivoci e possibili interpretazioni. Poca chiarezza dal candidato di Destra Formigoni e viste le premesse c’è da preoccuparsi.

Come risolvere il problema energetico allora? I democratici lombardi propongono un forte investimento sulle energie rinnovabili, creando nuove opportunità di investimento e di lavoro.  Inoltre si può pensare ad una ristrutturazione energetica degli edifici che riduca i consumi, anche qui con un diretto riscontro di indotto per le imprese lombarde.

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Nel Bresciano +759% di cassaintegrati. La Destra pensa a gonfiare le spese per i pasti degli assessori.

INPS e Tribunale forniscono i dati relativi alla situazione economica nella nostra provincia. Numeri che evidenziano da una parte un debole segnale di ripresa, dall’altro una situazione ancora molto difficile, soprattutto sul fronte occupazionale. A febbraio si assiste infatti ad un aumento del 759% su base annua della Cassa integrazione straordinaria a fronte di una frenata di quella ordinaria che registra un meno 38% rispetto allo stesso mese del 2009. Non si tratta di un segnale positivo, anzi. La straordinaria, si sa, rappresenta nella stragrande maggioranza dei casi l’ultimo appiglio prima della disoccupazione vera e propria. E la situazione non appare difficile solo per i lavoratori. Anche le aziende annaspano: lo dimostrano i dati relativi ai fallimenti pronunciati dal tribunale: 38 aziende hanno chiuso per sempre i battenti, 17 a febbraio.

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Lunedì 15 Marzo: migliaia e migliaia in piazza a Brescia per i diritti e per un fisco giusto

Nel silenzio generale dei Media nazionali (clicca qui), si stanno portando via l’articolo 18 (clicca qui). Poi c’è la profonda crisi a cui il governo sembra essersi dimenticato, poi ci sono i diritti negati degli immigrati. Queste e altre sono le premesse che hanno portato migliaglia di lavoratori in piazza.

Piazza Loggia piena di studenti, lavoratori e pensionati. Un serpentone lunghissimo che, partito da piazza Repubblica, si è ingrandito sempre più e si è unito con il corteo dei lavoratori Iveco e degli studenti in piazza Garibaldi. Numeri molto grossi questa mattina a Brescia, forse addirittura inattesi, per lo sciopero generale della Cgil per un fisco giusto, per un lavoro dignitoso e per i diritti dei migranti. Nelle fabbriche le adesioni sono state alte, superiori al 60 percento, e significative sono state le astensioni dal lavoro anche nei settori della Funzione Pubblica e di altre categorie.

Diverse migliaia le persone in corteo, dietro lo striscione della Camera del Lavoro. Che a sua volta era preceduto da quello della Rsu della Federal Mogul di Desenzano, dove i lavoratori e le lavoratrici sono in presidio giorno e notte da oramai sei mesi per difendere il diritto al lavoro. Loro non si rassegnano e in questo parlano a tutti i lavoratori e le lavoratrici. A quelli in cassa integrazione, a quelli delle aziende in crisi, a chi il lavoro precario l’ha perso, a quelli che il lavoro ce l’hanno ancora ma hanno stipendi sempre più bassi.

Con loro anche gli studenti, in solidarietà con i lavoratori perchè le sorti sono simili, ma anche in difesa di una scuola pubblica che sempre più è sotto attacco. Un cartello spiega che «grazie a un decreto interpretativo il figlio di Bossi è stato ammesso ad Harvard» mentre uno striscione ricorda che «l’evasione è un furto». Già, anche ieri è stato ricordato: a pagare le tasse, in Italia, sono perlopiù lavoratori e pensionati. Per molti altri ci sono invece i condoni o lo scudo fiscale.

E se non si parte da qui, da quella che è una questione di giustizia, è difficile immaginare un futuro migliore e una uscita buona dalla crisi ancora in corso. Tra i temi anche l’ultimo attacco ai diritti, all’arbitrato che vorrebbe impedire a lavoratori e lavoratrici di avere giustizia, al Governo che utilizza la crisi per attaccare i diritti, a Cisl e Uil che (anche ieri) si prestano a questo gioco e continuano a sottoscrivere intese separate.

scioper CGIL Brescia«Che cosa hanno ottenuto Cisl e Uil in due anni di firme separate? – chiede Damiano Galletti, neo segretario della Camera del Lavoro bresciana -. In questi due anni durante i quali hanno cercato di mettere all’angolo la Cgil, sono migliorate o peggiorate le condizioni di lavoratori e pensionati?».

Una domanda retorica, che merita però una risposta. Le migliaia di uomini e donne che ieri hanno affollato piazza Loggia un’idea già ce l’hanno.

fonte: cgil brescia

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Canneti spontanei: volontari di guardia sulle rive del lago

Brescia e Verona alleate per difendere i canneti del Garda: ora l’accordo è ufficiale e può diventare operativo, dopo anni di lavoro che hanno visto coinvolti fin dal 2002 il Centro Rilevamento Ambientale di Sirmione e il Cnr, la Lega Navale, le associazioni ambientaliste, quindi l’assessorato provinciale all’ambiente, i comuni di Desenzano e Sirmione, il Consorzio dei Motoscafisti di Sirmione e, a breve, anche Padenghe e Moniga.
Domani, con un ritardo dovuto alle condizioni meteo e ai tempi per la firma costitutiva di questo nuovo «Coordinamento Canneti, avverrà la tradizionale «Giornata di pulizia» di queste preziose aree.
In questo periodo cominciano le nidificazioni di uccelli acquatici. Per questo motivo all’oasi di S. Francesco non saranno utilizzate imbarcazioni, e per i canneti del Vò, la barca della Lega Navale ormeggerà sarà esclusivamente lungo la spiaggia eseguendo le operazioni di carico e scarico del materiale raccolto senza avvicinarsi alla vegetazione. L’appuntamento è alle 9.30 di domani alla base della Lega Navale di Desenzano.
Tornando al protocollo per la gestione del canneto, che trova come interlocutore attivo anche il Comitato Parco Colline Moreniche, il 10 marzo alle 10.30 a Sirmione è in programma un tavolo tecnico sul progetto manutentivo, che includerà anche Padenghe e Moniga, e forse Manerba.
Come ha spiegato Gabriele Lovisetto, del comitato parco, «verranno fotografati e monitorati i canneti per poi essere sorvegliati dalle associazioni ambientaliste».

M.TO. fonte bresciaoggi.it

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