Aumento delle tariffe idriche a Brescia: approvato il nuovo piano con investimenti e rincari

Il Consiglio provinciale di Brescia ha dato il via libera al nuovo piano tariffario per il servizio idrico che prevede un incremento tra l’8 e il 9,9% per il 2024. Il documento, proposto dall’Ufficio d’Ambito (Ato) e approvato all’unanimità, mira a sostenere importanti investimenti infrastrutturali necessari per adeguare il sistema idrico della provincia, pur con un aumento dei costi per i cittadini. Per l’approvazione definitiva, si attende ora il parere dell’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente).

Perché aumentano le tariffe

Il presidente di Ato, Paolo Bonardi, ha spiegato che il nuovo piano tiene conto di diversi fattori imprevisti, tra cui il forte aumento dei costi di energia e materie prime degli ultimi anni e l’inflazione, che ha raggiunto il 13,7%. Questi rincari sono essenziali per migliorare la qualità del servizio idrico integrato e permettere interventi che risolvano problemi cronici, come le “reti colabrodo” che causano una perdita annua di circa il 42% dell’acqua distribuita. Secondo Bonardi, le tariffe attuali sono necessarie per garantire una copertura finanziaria agli operatori, A2a e Acque Bresciane, che investiranno rispettivamente oltre 321 e 281 milioni di euro in nuovi impianti e infrastrutture.

Il peso degli aumenti sulle famiglie

Il nuovo piano prevede per una famiglia media di tre persone, con un consumo annuo di 150 metri cubi, un aumento delle spese per l’acqua: gli utenti di A2a passeranno da una spesa di 305,52 euro nel 2023 a 329,96 euro nel 2024, fino a 356,24 euro nel 2025. Per i clienti di Acque Bresciane, la spesa annua sarà di 341,30 euro nel 2024 (contro i 310,53 euro del 2023) e 375,13 euro nel 2025. Le tariffe saranno aggiornate ogni due anni, considerando i cambiamenti economici e finanziari.

Gli investimenti previsti e il ruolo del Pnrr

Gli incrementi saranno destinati a finanziare opere urgenti: la costruzione di nuovi depuratori, la sostituzione delle reti idriche obsolete e la realizzazione di impianti di trattamento dei fanghi. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) ha già fornito un finanziamento di circa 40 milioni di euro per fognature e depurazione e altri 36 milioni per gli acquedotti. Tuttavia, l’accesso ai fondi Pnrr impone il completamento dei lavori entro marzo 2026, una scadenza che richiederà una programmazione accelerata per garantire l’adempimento.

Il nodo del depuratore del Garda e le preoccupazioni ambientali

Nel piano tariffario di Ato non figura però il costo del nuovo depuratore del Garda, un progetto che richiederà 240 milioni di euro e che potrebbe gravare ulteriormente sulle tariffe, qualora non vi fossero ulteriori contributi statali. Sergio Aurora di Provincia Bene Comune ha espresso dubbi sul progetto, sottolineando che gli impianti proposti a Gavardo e Montichiari non risponderebbero agli standard di sostenibilità energetica previsti dalle nuove direttive europee, e che il fiume Chiese, destinato a ricevere gli scarichi, si trova in condizioni ecologiche precarie. Aurora ha richiamato anche un rinvio nell’analisi sullo stato del fiume, finanziata dalla Regione, per le abbondanti piogge del 2024.

Il percorso verso il gestore unico

Marco Togni, della Lega, ha ribadito l’urgenza di procedere verso la scelta di un gestore unico per il servizio idrico integrato nella provincia di Brescia. Attualmente, A2a e Acque Bresciane applicano tariffe diverse e, pur con piani di investimento simili, si differenziano per costi e tariffe, una disparità che secondo Togni va risolta al più presto con decisioni chiare sulla governance del servizio idrico.

 

Vai articolo originale: https://www.bresciatomorrow.it/2024/11/02/aumento-delle-tariffe-idriche-a-brescia-approvato-il-nuovo-piano-con-investimenti-e-rincari/

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