I soldi per Brescia non si toccano. La «provocazione» di Verona di dirottare sul Veneto i 60 milioni previsti dal Ministero per la depurazione della sponda bresciana del Garda, viene rispedita al mittente.
«I veronesi non facciano i primi della classe e si preoccupino di far bene la loro parte» commenta il presidente dell’Ufficio d’Ambito di Brescia Aldo Boifava. Anche l’assessore regionale al territorio Pietro Foroni avvisa: «Difenderemo a tutti i costi quel finanziamento». Ma avverte: «Brescia però deve decidere in fretta».
Il caso
EMBED [Leggi anche]Il «caso 60 milioni» è nato venerdì quando Verona ha presentato l’avvio dei cantieri del nuovo collettore della sponda orientale. I lavori in capo all’Azienda Gardesana Servizi valgono 116 milioni. Il finanziamento statale da 100 milioni è ripartito in base alla convenzione siglata nel 2017 tra Ministero, Veneto, Lombardia e i due Ato: 40 milioni per Verona, 60 per Brescia. Ma – è stato il ragionamento del presidente di Ags Angelo Cresco – Verona rischia di doversi fermare per mancanza di fondi mentre ci sono risorse ferme (per Brescia): «Date quelle risorse a noi, come anticipazione» ha detto Cresco. «Si tratta di dichiarazioni incommentabili – sbotta Boifava – che sembrano lucrare sulle difficoltà del territorio bresciano. È una proposta irricevibile». La divisione delle risorse era stata concordata sulla base degli investimenti necessari sulle rispettive sponde. Si cercheranno risorse nel Pnrr, ma «se venissero a mancare i finanziamenti per la sponda bresciana – spiega Boifava – i nostri lavori sarebbero messi a rischio: avremmo una sponda depurata e l’altra no. Una visione miope. Se si ha a cuore il Garda, bisogna guardare al lago nel suo insieme».
Il nodo della location bresciana
Certo, Verona è più avanti. Ma questo è figlio anche della «decisione presa a suo tempo di dividere la depurazione delle due sponde. È evidente che questo ha creato difficoltà». Verona può contare sul depuratore di Peschiera, che già c’è e a cui resteranno allacciati Sirmione e Desenzano. Brescia deve individuare la location del nuovo depuratore. «Con la Provincia avevamo fatto uno sforzo di sintesi, dando risposta alla mozione Sarnico con l’ipotesi Lonato – ricorda Boifava -. Poi è arrivato il commissario». Il commissario che è tornato su Gavardo-Montichiari, opzione confermata venerdì dal Ministero. «La Regione non ha competenze dirette – spiega l’assessore regionale Foroni -. Difenderemo il finanziamento bresciano in cabina di regia. Ma Brescia, che è un territorio pragmatico, deve decidere. Il Consiglio regionale ha approvato una mozione per chiedere al Governo di valutare soluzioni alternative. Il Consiglio è sovrano. Ma Gavardo-Montichiari non è un progetto calato dall’alto, è stato proposto da Ato e Acque Bresciane. È stato valutato come il migliore dall’Università. Noi non sposiamo un progetto o un altro. Diciamo solo che bisogna fare in fretta. Cosa che, nel sostenere la mozione, ribadirò anche al Governo e al commissario».
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