Il reato contestato è lesioni. Aggravato dal ruolo che ricoprono gli accusati. Che per professione indossano la divisa dell’Arma. Dopo un arresto ritenuto violento, tre carabinieri della stazione di Sirmione sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Brescia, sulla scorta della denuncia della presunta vittima e soprattutto dopo che agli atti dell’inchiesta è finito il referto medico che ha evidenziato la frattura delle costole per l’uomo che era stato ammanettato sulla sponda bresciana del Lago di Garda dodici mesi fa.
Il trauma riportato è ritenuto dai medici compatibile con un pestaggio e la magistratura sta lavorando da tempo per accertare le eventuali responsabilità dei carabinieri coinvolti e sotto indagine. Al centro di questa storia c’è un ragazzo di origini rumene, poco più che ventenne, arrestato nella primavera scorsa a Sirmione per una vicenda di droga.
Stando alla ricostruzione e alla contestazione degli inquirenti, lo straniero sarebbe stato picchiato con calci e pugni dai militari prima di essere portato nella caserma dell’Arma nella stessa cittadina gardesama. Qui, rinchiuso in una camera di sicurezza, gli sarebbe stato negato anche un bicchiere d’acqua. Solo dopo il trasferimento nei locali della compagnia dei carabinieri di Desenzano del Garda ha ottenuto un antidolorifico, che più volte il ragazzo, alle prese con forti dolori al costato, avrebbe richiesto in lacrime senza essere a lungo ascoltato. Una volta entrato in carcere, è stato sottoposto a radiografia che ha evidenziato la frattura delle costole. Per i medici che hanno firmato il referto, il trauma è compatibile con un’aggressione fisica.
La vicenda è stata già al centro di un’indagine interna all’Arma e le lesioni riportate dall’arrestato sono state valutate come accidentali. Ma qualcuno che spiega di provare «un rimorso di coscienza che mi ha spinto a parlare solo ora» e che pare aver visto bene come sono andati i fatti, assicura che lo straniero è stato vittima di un arresto violento. La presunta vittima, difesa da un avvocato gardesano, ha scontato la condanna relativa alla vicenda di droga, in cui era finito nella primavera scorsa ed è nuovamente in libertà. Attende di conoscere gli sviluppi dell’inchiesta della Procura bresciana sul comportamento dei tre carabinieri che lo avevano arrestato.
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