Arrestato a Desenzano uno dei complici della fuga dell’imprenditore russo Artem Uss

Sono già stati arrestati due dei cinque complici di Artem Uss, l’imprenditore russo evaso lo scorso marzo dalla sua abitazione di Basiglio, nel Milanese. Uno di loro, Boris Jovancic, figlio del basista Vladimir, è stato catturato a Desenzano, mentre un altro è stato preso in Croazia. A Boris Jovancic era intestata la Volvo V60 che è stata tra le auto usate per portare Uss fuori dall’Italia. 

Artem Uss è l’imprenditore russo evaso lo scorso marzo dalla sua abitazione di Basiglio, nel Milanese, dove era ai domiciliari in attesa di estradizione negli Usa e di altre 5 persone accusate di aver organizzato la sua fuga in Russia. I reati contestati dai pm milanesi sono evasione e procurata evasione.

L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal gip Anna Magelli su richiesta del pm Giovanni Tarzia che coordina le indagini con il procuratore di Milano Marcello Viola. L’esecuzione dei provvedimenti, nel Bresciano, in Slovenia e in Croazia sta avvenendo in collaborazione con Eurojust e le autorità statunitensi. Le persone destinatarie sono Vladimir e Boris Jovancic padre e figlio di origini bosniache, Matej Janezic, sloveno, e Srdjan Lolic e Nebojsa Ilic, serbi.

Artem Uss è stato bloccato il 17 ottobre dell’anno scorso a Malpensa su mandato Usa con l’accusa di presunti traffici illeciti di materiale civile e militare ‘dual use’, di contrabbando di petrolio dal Venezuela verso Cina e Russia eludendo le sanzioni, riciclaggio e frode bancaria, nell’immediatezza dell’arresto si era visto convalidare dai giudici il carcere. L’imprenditore è rimasto in cella a Busto Arsizio fino al 2 dicembre quando, in seguito a un provvedimento depositato il 25 novembre, ma eseguito una settimana dopo, è stato posto ai domiciliari con il braccialetto elettronico in una casa presa in affitto a Basiglio, piccolo centro nel Milanese, in attesa che terminassero i lavori di ristrutturazione del mega appartamento acquistato dalla moglie nello stesso complesso residenziale.

Il 21 marzo è stato dato il via libera all’estradizione oltreoceano, ma il giorno dopo l’imprenditore è sparito per riapparire circa due settimane dopo in Russia, con tanto di intervista e ringraziamenti a tutte quelle persone «forti e affidabili» che gli sono «state vicine» nella sua fuga.

Le attività di indagine si sono sviluppate con metodologie investigative tradizionali, una «significativa» attività tecnica e con rogatorie e scambi di informazioni con le autorità Usa. In questo modo si è riusciti a ricostruire il commando che ha materialmente favorito l’evasione, passando dalla frontiera slovena a bordo di 4 diverse auto. Inoltre nei sei mesi precedenti l’evasione, è stato appurato, sarebbero stati effettuati una serie di sopralluoghi dei presunti fiancheggiatori di Uss finalizzati a mettere a punto il piano di fuga. 

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