Il passaggio a bassa quota di due Tornado e di un F35 del Sesto Stormo di Ghedi ha salutato stamattina la cerimonia all’Idroscalo di Desenzano per ricordare i 105 anni del Volo su Vienna. Il 9 agosto 1918 otto aeroplani, guidati dal maggiore Gabriele D’Annunzio, sorvolarono la capitale nemica: sulla città non piovvero bombe, ma 340mila volantini che invitavano i cittadini dell’Impero asburgico a porre fine alla guerra.
L’evento, che ebbe una straordinaria risonanza propagandistica, è stato celebrato nell’ambito del Centenario di fondazione dell’arma Aeronautica. Per altro, l’Idroscalo di Rivoltella, proprietà del demanio militare, è legato alla figura di D’Annunzio, che qui, nella sede del Reparto Ata Velocità, negli anni Trenta teneva l’Alcyone, il suo idrovolante. Non solo. Il primo maggio 1926 il Vate era presente all’inaugurazione dell’artistica scultura collocata sul pennone porta bandiera della base, disegnata dall’architetto di D’Annunzio, Giancarlo Maroni. L’originale è conservato nel museo nell’hangar dell’Idroscalo, mentre sull’asta svetta una copia.
Il comandante del Sesto Stormo di Ghedi, colonello Luca Giuseppe Vitaliti, nel suo discorso di saluto ha ricordato l’importanza di quel «Folle volo», come venne chiamato (mille chilometri senza scalo a tremila metri di quota), il ruolo dell’Aeronautica italiana nella nostra italiana militare e civile, lungo un percorso che ha saputo legare sviluppo della tecnologia e qualità umane. Vitaliti ha ricordato che è grazie all’Aeronautica che l’Italia «è diventata una potenza mondiale nello spazio con il satellite lanciato nel 1964, terzi dopo Stati Uniti e Urss». Il sindaco di Desenzano, Guido Malinverno, ha sottolineato la collaborazione fra Comune, Sesto Stormo e Comitato Idroscalo per far rivivere il sito in particolari occasioni, luogo di memoria e di eventi per la comunità.
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