Alla scoperta dei sentieri della Guerra

Molti si saranno recati a passeggiare sulle bellissime montagne che fanno da corona al lago di Garda sulla sponda bresciana fino al lago d’Idro e, molti, per raggiungere questi luoghi, avranno usato le comode strade che salgono, ad esempio, a p.sso Nota da Tremosine o a Capovalle dal lago Idro.

Purtroppo pochi si saranno chiesti come mai esistono delle comode strade, quasi tutte percorribili in auto, che salgono verso luoghi bellissimi dal punto di vista paesaggistico, ma che ai fini utilitaristici non offrono nessun vantaggio: i nostri antenati avevano così a cuore le vedute pittoresche?

La risposta è ovviamente negativa ed il motivo per cui esistono queste strade è che all’inizio del XX° sec. queste nostre belle montagne hanno ospitato uno dei più oscuri momenti della storia dell’uomo: la prima guerra mondiale.




Sullo spartiacque tra l’altopiano di Tremosine, la Valvestino e la Valle di Ledro correva la prima linea dell’esercito italiano che vistosi bloccata la strada per Trento dalla massiccia fortificazione delle valli da parte dell’Austria, mediante l’ausilio di forti, decise di passare proprio sulle montagne.

Per poter far questo era però necessario presidiare i passi alpini mediante truppe e mezzi militari e, per poter attuare questa tattica, era necessario costruire delle strade che dal fondovalle salissero a questi luoghi in modo comodo e sicuro.

Gli ingegneri militari furono chiamati ad un compito imponente: portare macchinari e truppe in luoghi talvolta inaccessibili e che spesso superavano i 2.000 metri d’altitudine.

Per far questo idearono tutta una serie di vere e proprie arterie stradali divise in quattro categorie ciascuna con le proprie peculiarità in termini di pendenza, raggio di curvatura e servizi accessori.

Vennero così costruite strade camionabili, per il passaggio di mezzi pesanti nei fondovalle, comode carrozzabili per raggiungere i passi con mezzi e truppe, irte mulattiere per raggiungere con truppe ed attrezzature i presidi sulle cime e sentieri per inerpicarsi nei luoghi più inaccessibili.

Ogni tipo di strada presenta una sua costante pendenza (inferiore al 10% per le carrozzabili che portavano ai passi), una particolare pavimentazione realizzata quasi sempre con pietre locali disposte a formare un piano uniforme e opere accessori come, ad esempio, canaline di scolo, muri di contenimento, gallerie e ponti.

Per poter ritrovare oggi queste magnifiche opere è consigliabile percorrere la strada carrozzabile che da Vesio di Tremosine sale al passo Nota per la Valle di Bondo o la sua parallela, dotata di gallerie, che sale da piazzale Angelini sempre a Vesio.

Ammirevole è la carrozzabile che da Anfo sale al Maniva dove si possono trovare ancora delle gallerie nei tratti dismessi della vecchia carreggiata oppure la mulattiera, ancora perfettamente lastricata, che sale dal Gaver al p.sso del Termine.

Alla fine di queste strade è possibile trovare ancora i ruderi delle fortificazioni militari realizzati all’epoca, come i villaggi militari di p.sso Nota e del Termine, oppure semplicemente ammirare superbi paesaggi.

Prima pubblicazione il: 20 Novembre 2021 @ 19:08

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