Io credo: risorgerò, questo mio aero vedrà il Salvatore !
Esce allo scoperto la cordata ed è interessante constatare l’abilità dei soliti noti di uscire dalla porta per poi rientrare dalla finestra (di destra o di sinistra non fa alcuna differenza).
La notizia:
I potenziali investitori in Alitalia si sono riuniti ieri per la prima volta sotto la regia di Banca Intesa per mettere a punto gli ultimi dettagli dell’operazione. Il ruolo di “pivot” nella cordata dovrebbe spettare a Roberto Colaninno, disposto secondo indiscrezioni a investire con la Immsi circa 200 milioni ricevendo in cambio (con l’ok di tutti i soci ribadito ieri) il ruolo di presidente con deleghe forti dal punto di vista strategico. Carlo Toto girerebbe per circa 300 milioni la sua Air One alla newco e ne reinvestirebbe circa un centinaio, probabilmente con il ruolo di vicepresidente.
La poltrona di amministratore delegato andrà invece a Rocco Sabelli che ieri ha illustrato le linee di massima del piano Fenice ai futuri azionisti: il progetto – cui lui stesso ha lavorato nelle ultime due settimane e ancora da finalizzare in alcune parti come la partnership strategica (Lufthansa, interessata pure ad Austrian, è in pole) – prevede una compagnia più snella, con un ritorno parziale a Malpensa, molto outsourcing e una quota vicino al 65% del mercato domestico.
All’incontro di ieri hanno partecipato anche altri gruppi pronti a mettere sul piatto cifre importanti anche se un po’ meno significative (in linea di massima sotto i 50 milioni): le famiglie Fossati e Riva, Sintonia (gruppo Benetton), Aponte, la Fingen dei toscani Fratini (quelli che hanno lanciato i jeans Rifle), il gruppo Ligresti e i fondi Equinox e Clessidra. Alla fine il parterre di soci dovrebbe arrivare a una quindicina di nomi tra cui Pirelli, Marcegaglia e Gavio.
Ma la chicca che passerà inosservata grazie alla bagarre che scatenerannno i numeri (presunti, reali, indicati, smentiti…) degli esuberi è a mio avviso la ‘bad company‘:
Rocco Sabelli, ha illustrato ai soci privati il Piano Fenice” messo a punto a Ca’ de Sass dal board di Banca Intesa. Il piano prevede lo spacchettamento della compagnia in due tronconi: da una parte ci sarà la nuova società sostenuta dalla cordata italiana e integrata con l’AirOne di Toto, dall’altra la vecchia Alitalia, una “bad-company” carica di debiti e di personale da liquidare.
Una azienda spazzatura dove esuberi e debiti saranno scaricati senza troppi convenevoli. In sostanza ‘i soliti noti’ pubblicizzano il debito e privatizzano gli utili (FIAT docet)
Tutta la mia solidarietà a quanti perderanno il lavoro e a quanti non vedranno MAI PAGATI i loro crediti!.
Vai articolo originale: http://www.spedale.com/e-life/460-alitalia/