«Pellegrinaggi di nostalgici col braccio teso non se ne sono visti. In compenso, arrivano tanti visitatori, tra cui numerosi turisti stranieri, interessati a scoprire o approfondire la storia di quel periodo». Il sindaco Giampiero Cipani spulcia i dati sugli ingressi al museo civico che lui stesso inaugurò nel 2015 e trova conferma di aver colto nel segno: trasformare il passato in un’opportunità per il presente e il futuro, anche dal punto di vista turistico. È infatti boom di presenze al MuSa per «L’ultimo fascismo».
La nuova sezione permanente voluta da Comune e Fondazione Opera Pia Carità Laicale ed Istituto Lodroniano, ente gestore del museo, dedicata ai 600 giorni della Repubblica sociale italiana e aperta il 1° luglio scorso, ha fatto impennare i flussi di visitatori.
Bilancio
«Siamo molto soddisfatti del successo della nuova sezione, un progetto culturale – spiega Alberto Pelizzari, presidente del MuSa – che fin da subito si è posto un obiettivo ambizioso: raccontare con un taglio storico e scientifico un momento cruciale, controverso e drammatico della nostra storia nazionale. Il primo mese è andato molto bene, abbiamo registrato un forte incremento degli ingressi rispetto a luglio 2022, trend che sta proseguendo anche in agosto».
A Pelizzari fa eco il sindaco Cipani: «Il richiamo della nuova sezione è notevole, il pubblico dimostra interesse e curiosità». Riscontri che inducono Cipani a rilanciare la proposta di accogliere a Salò il Bigio. Non è un segreto (lo chiese a Brescia già nel 2015) che il sindaco vedrebbe di buon occhio l’ingombrante colosso «L’era fascista» di Arturo Dazzi nel chiostro del MuSa: «Non lo chiedo per scopi apologetici o celebrativi, ma in quanto reperto significativo di quel periodo storico».
Il MuSa di Salò è visitabile dal martedì alla domenica dalle 10 alle 20. Per ulteriori informazioni visitare il sito del museo museodisalo.it.
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