Aggressioni in ospedale: la difficile realtà degli operatori sanitari

 

La crescente mancanza di rispetto e le violenze nei confronti del personale sanitario, come infermieri e operatori socio-sanitari, stanno diventando una triste normalità negli ospedali italiani. L’episodio di un’aggressione al Pronto Soccorso di Brescia evidenzia una situazione critica che richiede maggiore tutela.

Un clima di violenza crescente sembra ormai caratterizzare le giornate di chi lavora in sanità, a partire dagli Operatori Socio-Sanitari (Oss), fino agli infermieri e medici . La loro presenza negli ospedali è fondamentale per garantire il funzionamento dei servizi, ma negli ultimi anni si sono moltiplicate le segnalazioni di aggressioni verbali e fisiche nei loro confronti. Un’operatrice socio-sanitaria dell’Ospedale Civile di Brescia , con oltre 20 anni di esperienza, ha raccontato la sua drammatica vicenda a seguito di un’aggressione subita nell’agosto 2022.

La donna, intervistata da Bresciaoggi , ha spiegato come la violenza sia ormai parte del lavoro quotidiano: gli insulti verbali sono all’ordine del giorno , tanto da essere quasi ignorati, ma la situazione diventa insostenibile quando le parole si trasformano in violenza fisica. Nel suo caso, l’aggressione è avvenuta quando un uomo, alterato e infuriato per la morte del padre, si è scagliato prima contro una collega e poi contro di lei. L’uomo, convinto che i medici abbiano commesso un errore nel dimettere il padre, ha aggredito l’Oss con uno spintone e uno schiaffo . Nonostante lo shock, la donna ha continuato a lavorare, non volendo creare ulteriori problemi a un team già sotto organico.

Il senso di responsabilità verso i colleghi ei pazienti ha prevalso, ma l’Oss ha deciso di agire legalmente contro l’aggressore. Tuttavia, ha affrontato l’amara scoperta che il suo contratto nazionale non prevede un sostegno diretto dal datore di lavoro in questi casi, costringendola a procedere come privata cittadina. Questa mancanza di tutela ha reso ancora più difficile affrontare la vicenda, ma la donna ha rifiutato di accettare che la violenza passi inosservata, e ha fatto opposizione alla richiesta di archiviazione del caso .

Il processo è ancora in corso, e durante l’udienza dell’11 settembre scorso, l’aggressore ha inizialmente offerto un risarcimento di soli 200 euro, che la Oss ha rifiutato. Dopo una lunga trattativa , l’uomo, dichiarato nullatenente, ha proposto un risarcimento di 700 euro. La questione rimane aperta, e solo dopo la verifica del risarcimento, prevista per febbraio, sarà possibile ritirare la querela.

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