E’ morto l’11 febbraio scorso, all’età di 93 anni, il padre dei sommozzatori “made in USA”, Christian J Lambertsen. Era ancora studente di medicina quando, nel 1939, inventò il “Lambertsen Amphibious Respirator Unit” – LARU –, un sistema di respirazione a “circuito chiuso”, alimentato ad ossigeno, che consentiva al subacqueo di respirare nuovamente l’aria espirata, rendendolo così “bubbleless”, privo di bolle. Inizialmente la Marina Militare respinse il suo dispositivo che venne adottato solamente nel 1942, dopo che Lambertsen dimostrò, nella piscina del Shoreham Hotel a Washington, il funzionamento e l’efficacia del “Laru” all’Office of Strategic Services (l’odierna CIA).
Definito dalla US Navy “il padre dei sommozzatori”, dopo essersi laureato nel ’43 in medicina presso l’Università di Pennsylvania, si era arruolato nella US Army Medical Corps dal 1944-1946 dove aveva lavorato in operazioni subacquee con l’ Ufficio Servizi Strategici (OSS). Nel 1952, in un articolo redatto per l’Accademia Nazionale delle Scienze nel quale descriveva il “Self Contained Underwater Breathing Apparatus”, utilizzò per la prima volta l’acronimo SCUBA.
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