Acqua: per fortuna non c’entrava niente, era solo una intossicazione alimentare

Dopo il preoccupante articolo di ieri, questa mattina 16 aprile 2010 fortunatamente ho aperto sia il BresciaOggi che il Giornale di Brescia e leggo con sollievo:

Bene dai, pare facessi bene allora ieri a sforzarmi di pensare positivo.

Direi bene anche per i tempi solleciti di reazione di ASL e GardaUno che hanno disinnescato l’allarme.
Così si fa: risposte rapide, chiarezza e trasparenza.

Certo, io continuo personalmente a pensare che le analisi dell’acqua seppur complesse e molto tecniche dovrebbero essere rese pubbliche puntualmente e con continuità, questo sarebbe un segno di grande trasparenza e consentirebbe un controllo da parte di tutti evitando così le residue diffidenze verso le risposte delle autorità competenti.

Mi si consenta un piccolo appunto alle affermazioni del Presidente di Garda Uno Mario Bocchio:

«Non è possibile che al verificarsi a San Felice di qualche mal di pancia o casi di diarrea subito si corra ad accostare i guai a Garda Uno spa. Prima di ricorrere a collegamenti impropri sarebbe quantomeno opportuno avere delle certezze, attendere l’esito degli accertamenti da parte dell’Asl. Altrimenti si contribuisce solo a danneggiare la nostra immagine».

Io la capisco perfettamente e posso condividere, però questo atteggiamento deriva dall’epidemia dello scorso anno che ha colpito il nostro paese e fatto star molto male migliaia di persone,  e dalla diffidenza che ne è derivata verso Garda Uno soprattutto per il fatto che quantomeno la cittadinanza non ha a mia conoscenza avuto alcuna risposta diretta dall’azienda da lei presieduta, azienda che ha scelto di non partecipare ad alcuna riunione pubblica in cui avrebbe avuto tutto il tempo per dare informazioni e rispondere a domande.

Se mi permette un giudizio, a mio avviso Garda Uno lo scorso anno ha nettamente sbagliato la scelta in merito alla comunicazione esterna. Se io fossi stato Presidente di Garda Uno avrei detto:

Cari cittadini di San Felice del Benaco, mi spiace molto per ciò che è successo, dai dati in nostro possesso non abbiamo elementi che possano portare a dire che l’acqua dell’aquedotto sia la causa dell’epidemia in corso, abbiamo però lo stesso vostro interesse affinché vengano al più presto individuate le cause.
Tutta la documentazione in nostro possesso è quindi a disposizione liberamente presso la nostra azienda per la consultazione da parte di autorità, associazioni o cittadini.
Siamo inoltre a disposizione di chiunque per visite accompagnate all’acquedotto comunale.

Un atteggiamento di questo tipo così aperto, disponibile e trasparente avrebbe a mio avviso disinnescato subito le tensioni e avviato un rapporto di fiducia reciproca fra la cittadinanza e Garda Uno.

Anche in queste settimane ad esempio vediamo che sono in atto molti lavori sull’acquedotto di San Felice del Benaco, quasi nessuno però in paese sa che cosa viene fatto, le sembra giusto?
Sarebbe bello in questo caso che Garda Uno incontrasse la cittadinanza per spiegare nel dettaglio quali miglioramenti sono in atto.

Vai articolo originale: http://garda2o.wordpress.com/2010/04/16/acqua-per-fortuna-non-centrava-niente-era-solo-una-intossicazione-alimentare/

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